Logo MotorBox
Politiche economiche

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le reazioni dei costruttori


Avatar di Lorenzo Centenari, il 12/03/18

6 anni fa - La legge entra in vigore il 23 marzo. Le preoccupazioni delle Case auto

Dazi Usa su acciaio e alluminio, Trump firma. Le reazioni dal mondo auto

La campagna protezionistica intrapresa da Trump entra in azione il 23 marzo. Le preoccupazioni delle Case auto europee e non solo

AMERICA FIRST Esigenze di sicurezza nazionale, lotta alle prassi commerciali fraudolente che hanno col tempo indebolito le acciaierie americane. Così la Casa Bianca motiva la decisione di introdurre dazi doganali sulle importazioni negli Stati Uniti di acciaio e alluminio, imposte che incideranno rispettivamente per il 25% e il 10%. L'industria locale è in crisi a causa della sovrapproduzione globale. Et voilà, un Paese storicamente protezionistico torna a imporre la propria filosofia. Quale impatto, ora, sul settore auto, sulle Case europee in particolare, minacciate da Trump anche in forma diretta?

MINACCIA D'ACCIAIO I dazi voluti dall'amministrazione Trump entreranno i vigore ufficialmente il 23 marzo 2018 ed escludono al momento i flussi dai vicini di casa del Canada e del Messico. Qualunque nazione che dimostri come la nuova politica Usa su acciaio e alluminio rappresenti una seria minaccia alla propria economia è in ogni caso invitato a negoziare con gli Stati Uniti un trattamento ammorbidito. E allo sportello reclami si è già formata la coda. Coi grandi produttori di acciaio come Germania e Corea del Sud in prima fila. Ma fanno sentire la loro voce anche le singole Case auto.

LA GERMANIA TREMA Il ministro dell'Economia tedesco Brigitte Zypries lancia l'allarme: i dazi doganali condurranno a una crescita dei prezzi al consumo e complicheranno non poco la vita all'industria pesante del Paese. Sia le multinazionali, sia le piccole medie imprese. Il provvedimento di Trump è visto come un affronto: la Germania è un partner consolidato dell'economia a Stelle e Striscie, l'intenzione - in coordinamento con l'Ue - è ora quella di reagire con ragionevolezza, ma anche con fermezza.

PIANI PSA DA RIVEDERE Non ha dubbi il Ceo di Volvo Hakan Samuelsson: "Se Trump tassasse le auto europee, a perderci - sostiene - sarebbero tutti quanti. Sia Volvo, sia l'intero sistema, hanno fondato il proprio sviluppo sul libero mercato". Anche il numero uno di PSA Carlos Tavares si oppone ai dazi: "Avrebbero un impatto negativo, il nostro piano decennale per rientrare negli Usa potrebbe essere rivisto". E pure Volkswagen, secondo il Ceo della divisione americana Hinrich Woebcken, potrebbe ricalibrare i propri investimenti di un sito in Usa per la produzione di vetture elettriche della gamma I.D.

VEDI ANCHE



I NUMERI "Il commercio internazionale è un pilastro fondamentale della competitività dell'industria automobilistica europea", rileva Erik Jonnaert, segretario generale dell'Acea. L'associazione dei costruttori europei rileva come il settore auto rappresenti il 10% degli scambi commerciali complessivi fra Europa e Stati Uniti, e come gli Usa siano attualmente il terzo maggior esportatore di auto in Europa in termini di valore (15,4%). Allo stesso tempo, l'America rappresenta anche il primo destinatario delle esportazioni europee di automobili. Sia in termini di unità (20,4%), sia di valore (29,3%).

REAZIONE HYUNDAI KIA Un portavoce del ministero del commercio coreano ha a sua volta lamentato come i dazi graveranno sui costi dei costruttori locali Hyundai e Kia, mettendoli in una posizione di forte svantaggio nei confronti dei competitor statunitensi. Tra Usa e Corea sono in corso le rinegoziazioni degli accordi bilateriali sul libero scambio: le nuove imposte su acciaio e alluminio non favoriranno di certo un protocollo che accontenti entrambe le parti.

BIG THREE IN ACTION Dal canto loro, anche le Case auto nordamericane esprimono - almeno in parte - perplessità. General Motors, Ford e Fiat Chrysler assorbono una quota del 15% di tutto l'acciaio consumato negli Usa. Percentuale che nel caso dell'alluminio cresce fino al 40%. Ecco perché il cluster commerciale che rappresenta le "Big Three" dell'auto Stars & Stripes ha lasciato intendere che percorrerà tutte le strade possibili affinché l'impatto dei dazi venga quantomeno mitigato.

SELEZIONE DELLA SPECIE L'intenzione di Ford, GM ed FCA è di individuare i Paesi target, quelli ovvero coi quali sono in corso grandi flussi di importazioni e che si sono sempre distinti per pratiche commerciali corrette, e spingere affinché la legge Usa apra ad eccezioni. "Comprendiamo - afferma Matt Blunt, presidente dell'American Automotive Policy Council - il desiderio di combattere la sovrapproduzione internazionale, e di difendere l'economia interna. Ma invitiamo anche il presidente Trump ad adottare un approccio mirato". Turbolenze in vista.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 12/03/2018
Vedi anche