Un'indagine del portale Facile.it mette in luce le cattive abitudini dure a morire. Come allacciare le cinture posteriori
LIBERI LIBERI Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori...imprudenti. Al netto di una trascurabile quota di individui esonerati per legge dall'obbligo di indossarle (gravidanza, patologie particolari), la stragrande maggioranza delle persone il certificato medico se lo prescrive da solo. E quando in auto siede dietro, non allaccia le cinture di sicurezza. A coltivare una prassi rischiosa, per la propria incolumità così come per il proprio portafogli, sarebbe l'86% del totale, vale a dire quasi 9 passeggeri su 10.
NOSTALGIA CANAGLIA A studiare le abitudini degli automobilisti italiani, sia quando sono al volante, sia quando viaggiano in seconda fila, è il portale assicurativo di comparazione online Facile.it. Un'indagine chiarisce ora quali abitudini del passato resistono anche ai giorni nostri, e quali invece sono state rimpiazzate da comportamenti più virtuosi e responsabili. Ma che ugualmente, restano oggetto di nostalgia. Una di queste interessa proprio l'obbligo delle cinture di sicurezza, nel nostro Paese obbligatorie solo a partire dal 1976 (gli attacchi sui sedili), dal 1988 come uso effettivo. E se nell'era pre-obbligo, fra gli anni Settanta e Ottanta, le allacciava abitualmente solo il 70% dei guidatori, oggi la platea di indisciplinati è calata di dieci volte (7%). Per un tasso di negligenza che resta comunque preoccupante.
IN UNA BOTTE DI FERRO? Dalla prima fila di sedute, a quella posteriore: chi indossa regolarmente le cinture è poco più di un passeggero su 10 (14%). Eppure, per il Codice della strada, cambiando l'ordine dei sedili il prodotto non cambia: le cinture di sicurezza sono obbligatorie per qualunque passeggero. Ma in questo senso, l'Italia sconta un forte ritardo culturale: tra gli inquilini di seconda fila, la percezione del pericolo è inferiore. A torto, purtroppo. Chi è stato vittima di incidenti, lo sa.
GLI SDRAIATI Il rapporto tratta poi l'argomento bimbi. Secondo i dati, il 26% dei bambini di allora ha viaggiato in braccio al genitore sul sedile del passeggero. Il seggiolino cui oggi ancoriamo i nostri figli era poco meno di un miraggio: lo usavano meno del 45% dei genitori. Abitudini indubbiamente deprecabili, ma che molti "ex bimbi" confessano di rimpiangere. E a testimoniare la scarsa consapevolezza dei rischi che si corrono anche da passeggeri, tre intervistati su quattro ammettono nostalgia per i viaggi trascorsi sdraiati sul sedile posteriore, senza ovviamente curarsi delle cinture. Mentre sono poco meno di uno su 3 (37%) quelli ai quali manca sdraiarsi addirittura sulla cappelliera. Il 12% ricorda con affetto i viaggi nel bagagliaio, passando con assoluta disinvoltura da lì ai sedili, e viceversa.
IN MOTO CON PAPA' Le cattive abitudini stradali viaggiavano, e tuttora viaggiano, anche su due ruote. Oltre un intervistato su cinque (21%) dichiara che, da bambino, saliva in moto tranquillamente con uno dei genitori, anche prima di aver compiuto i 5 anni. Nel 26% dei casi non indossava il casco, e quando era in sella allo scooter con mamma e papà, viaggiava schiacciato fra di loro (20% del campione). La coscienza del pericolo, tuttavia, in moto cresce più velocemente che non in auto, dal momento che fra tutti i comportamenti elencati l’unico ancora praticato (ma solo nel 5% dei casi) è quello di portare con sé in scooter anche bambini con meno di 5 anni di età. Qualcuno di voi ha forse la coda di paglia?