Al termine del GP del Messico il britannico della Mercedes si è laureato in anticipo Campione del Mondo, eguagliando il primato di Vettel e Prost
QUARTO SIGILLO Il tanto atteso quarto Mondiale, finalmente, è arrivato: nello scorso GP del Messico Lewis Hamilton è riuscito a laurearsi in anticipo Campione del Mondo della Formula 1, mettendo in bacheca il suo quarto Titolo dopo una stagione esaltante in cui ha dato spettacolo con il suo rivale Sebastian Vettel.
DIECI ANNI DOPO Un successo arrivato esattamente dieci anni dopo il suo esordio nel magico mondo della Formula 1: al termine della stagione 2006, in cui vinse il Campionato GP2 con il team ART Grand Prix, l'ex patron della McLaren Ron Dennis notò immediatamente il suo talento cristallino, ingaggiandolo per la stagione successiva al fianco del due volte Campione del Mondo Fernando Alonso, vincitore nel biennio 2005-2006 con le strabilianti Renault del team di Flavio Briatore. Hamilton, nel 2007, si fece subito notare da tutti, chiudendo il suo primo Campionato d'esordio al secondo posto, a parimerito con il compagno di squadra spagnolo e battuto per un solo punto da Kimi Raikkonen.
IL PRIMO MONDIALE Una beffa che non accettò, Hamilton, viste le sue potenzialità, tant'è che la stagione successiva, quella del 2008, fu ancora più aggressivo, con l'obiettivo di centrare il suo primo Titolo iridato dopo soli due anni di permanenza nel Circus. Questo desiderio venne soddisfatto solamente nell'ultimo round di Interlagos, dove tutti credevano che fosse stato Felipe Massa a centrare l'iride... Peccato per il sorpasso all'ultimo di Lewis nei confronti di Timo Glock, ormai alla frutta sulle gomme: con quel quinto posto Hamilton si vendicò di ciò che aveva dovuto accettare nel Campionato precedente, regolando i conti con la Scuderia del Cavallino Rampante che, quindi, si vide scivolare via dalle mani il Mondiale per un solo, misero, punto.
VERSO L'ERA TURBO-IBRIDA Nelle stagioni successive Hamilton, però, non riuscì più ad essere così efficace: la sua McLaren motorizzata Mercedes, non era in grado di reggere il confronto con la più prestante Brawn GP 001 di Jenson Button (iridato nel 2009) né con le fenomenali Red Bull del nuovo idolo del Circus, quel Sebastian Vettel che fu capace di piazzare un poker Mondiale inarrestabile dal 2010 fino al 2013. Nemmeno il passaggio alla Mercedes proprio durante l'ultima stagione dell'era aspirata garantì a Lewis un miglioramento consistente, il quale però era pronto a bussare alla porta del reparto corse di Brackley con l'arrivo delle motorizzazioni turbo-ibride del 2014.
BIS MONDIALE La maggior conoscenza di questa tecnologia da parte della Casa tedesca, infatti, fu il vero vantaggio che permise a Lewis Hamilton di dominare le prime due stagioni del 2014 e del 2015, nelle quali tornò sul tetto del mondo riprendendosi ciò che gli spettava di diritto dopo cinque anni di delusioni e amarezze. Le Frecce d'Argento si rivelarono ben presto inarrivabili per tutti: a parte qualche ritiro e un sesto posto nel GP d'Ungheria del 2015, il britannico di Stevenage non scese più dal podio, centrando la bellezza di 21 successi impreziositi da 12 piazzamenti d'onore tra medaglie d'argento e medaglie di bronzo, che rendono benissimo l'idea di quanto le monoposto teutoniche fossero competitive.
COMPAGNO SCOMODO L'anno scorso, però, il suo dominio incontrastato dovette fare i conti con un compagno di squadra particolarmente scomodo: stiamo parlando di Nico Rosberg, figlio del grande Keke che per il 2016 aveva solamente l'obiettivo di centrare la tanto agognata corona d'alloro iridata per non essere da meno rispetto al padre, Campione del Mondo nel 1982. La battaglia tra i due fu molto intensa nella passata stagione e, alla fine, fu proprio il pilota tedesco a spuntarla: per soli cinque punti Hamilton perse l'opportunità di regalare alla Mercedes il suo terzo Titolo consecutivo, che venne portato a casa da un compagno di squadra con il quale, Lewis, non ebbe mai un grandissimo rapporto.
POKER MONDIALE Da questo, però, imparò molte cose, soprattutto la solidità mentale necessaria per riuscire a mantenersi costantemente al vertice. Una dote che ha allenato per tutta l'attuale stagione 2017, nella quale stavolta il suo avversario non era più al volante di una monoposto simile alla sua... ma piuttosto ai comandi di una Ferrari rivitalizzata grazie all'impegno degli uomini del Cavallino, disposti a tutto pur di riportare l'alloro mondiale nella loro bacheca in seguito all'ultimo sigillo di Raikkonen nel 2007. Il suo avversario? Di nuovo quel Sebastian Vettel che ha visto sfrecciare con la Red Bull poco tempo prima, con il quale ha intavolato gara dopo gara una battaglia a suon di sportellate che ha sicuramente animato l'intero paddock della Formula 1. Quest'anno, però, le Frecce d'Argento si sono dimostrate le più concrete ed affidabili: con un Hamilton decisamente più maturo al volante della W08 EQ Power+, nonché fortunato ad approfittare delle sfortune delle Rosse nel trittico asiatico, il quarto Mondiale era solo questione di tempo. Nello scorso round messicano il sogno, alla fine, è diventato realtà: Lewis è tornato sul gradino più alto del podio, in una stagione in cui la sua efficacia in pista gli ha permesso di iniziare a demolire molti dei record storici del Circus iridato. Ma questo, a detta del britannico di Stevenage, è solamente l'inizio... “Still I rise, questa è la scritta sul retro del mio casco: significa che quando cadi poi ti rialzi e ci dai dentro più che puoi. Devo ancora realizzare di aver centrato il mioquarto Titolo... maora voglio anche il quinto!”.