Rispetto a dieci anni fa la tecnologia si è evoluta e anche Alonso ha ammesso quanto è importante il simulatore di guida per la F1
LARGO AI GIOVANI Liberty Media, i nuovi proprietari della F1, stanno tentando di rendere più attraente il Circus iridato attraverso diverse iniziative: questo è l’intento che si è proposto Chase Carey, il quale ha affermato che “bisogna sìrispettare le tradizioni, ma è anche essenzialeattrarre un nuovo pubblico, possibilmente giovane, concentrandosisu ciò che interessa di più”.
FATTORE eSPORTS “Tutto è imperniato sullacompetizione in pista: dobbiamomigliorare lo spettacoloe dobbiamo avvicinarci ai nuovi mezzi di comunicazione, come i social network e i giochi elettronici. Con questo spirito abbiamo proposto l’F1 eSports Series, la cui prima edizione si è conclusa con la finale di Abu Dhabi ma che, in futuro, sarà unaspetto ulteriormente affinato”, questo è uno dei fattori sui quali Carey ha voluto puntare quest’anno e che, al momento, sembra aver attirato l’attenzione non solo dei fans del Circus iridato… ma anche di Fernando Alonso.
PROGETTO VINCENTE Nell’ultimo weekend iridato che ha dato vita al GP di Abu Dhabi, infatti, il due volte Campione del Mondo di Formula 1 ha annunciato la nascita del proprio team di eSports, chiamato FARacing-G2 e allestito in collaborazione con G2 Esports, uno tra i più importanti Club a livello internazionale. Un progetto che andrà alla ricerca di giocatori con fame di successi e del quale lo stesso Alonso si è detto “felice ed emozionato: i giochi e gli eSports sono diventati molto importanti negli ultimi anni ela mia intenzione è quella di avere i partner giusti per massimizzare le nostre performance.Sono convinto che i nostri ragazzi lotteranno con i migliori players del mondo là fuori”.
L’IMPORTANZA DEL SIMULATORE In tutto questo, Alonso ha voluto sottolineare quanto i videogiochi di guida attuali siano molto evoluti e possono essere un primo passo verso i simulatori veri e propri. La cui importanza, secondo lo spagnolo, è fondamentale in un top team di F1: “Quando sono arrivato in McLaren nel 2007 avevano un simulatore che sembrava una grande PlayStation, mentre ora le cose sono cambiate: oggi disponiamo di unsoftware che ci dà un buon feedback, abbiamo dei piloti che lavorano assiduamente e praticamentesviluppiamo la nostra vettura con questo sistema.È diventato unostrumento molto potente, come gli stessi videogiochi, che hanno fatto un’evoluzione enorme rispetto al passato.Io stesso, quando sono a casa, mi metto a giocare con i miei amici, ma scelgo sempre il livello di difficoltà della competizione: non mi va di essere battuto!”.