Ayrton Senna si spegneva il 1° maggio del 1994 dopo il drammatico incidente di Imola. Lo ricordiamo così
VITA, MORTE E MIRACOLI Parlare di un uomo come Ayrton Senna non è mai facile. Per un semplice motivo: Senna non era come tutti gli altri. Per davvero. Non è da tutti rischiare di vincere a Montecarlo la quarta gara della carriera in Formula 1 sotto un diluvio mostruoso con una monoposto destinata alle seconde linee. Non è da tutti competere e vincere contro i migliori di ogni epoca – i vari Lauda, Mansell, Piquet, Prost, Schumacher. Non è da tutti commuovere praticamente il mondo intero per la propria fine. Non è da tutti continuare ad essere sempre ricordato, anche ventitré anni dopo essersene andati.
SENNA, NON SOLO UN PILOTA Vedere Ayrton gareggiare, anche ad anni di distanza, regala sempre un’emozione forte. Vederlo lottare anche con macchine non all’altezza della concorrenza – come contro la Williams di Mansell a Montecarlo nel 1992 - e vincere come solo i grandissimi sanno fare, è un qualcosa di indescrivibile. Ma Senna era così: sempre il cuore oltre l’ostacolo, sempre pronto a dare tutto, sempre pronto ad aiutare gli altri, anche e soprattutto quando si spegnevano i riflettori.
UN RICORDO PRESENTE La Fondazione Ayrton Senna, guidata dalla sorella Viviane, ha aiutato – e continua ad aiutare – migliaia di bambini brasiliani provenienti da difficili realtà che, altrimenti, finirebbero agli angoli della società, dimenticati da tutti. Questo è, forse, il lascito più grande di Ayrton. Non solo i 3 titoli mondiali, non solo i 41 Gran Premi vinti, gli 80 podi, i 19 giri veloci, le 65 pole position o i 161 GP disputati. Massimo Galassi, giovane imolese entrato in coma a seguito di un terribile incidente motociclistico ad inizio anni ’90, riceveva spesso le visite di Ayrton, mostrando segnali di ripresa proprio durante l’ascolto delle parole del campione paulista che voleva mantenere nel più assoluto riserbo questi momenti.
UNA VITA NON BASTA Le parole si sprecano, per descrivere ciò che ha rappresentato Ayrton Senna per il mondo della Formula 1. Dalla sua scomparsa il 1° maggio del 1994 è cambiato praticamente tutto, in questo sport: le monoposto sono più sicure, le vie di fuga sono aumentate, sono cambiati diverse volte i regolamenti, cercando di renderli il più possibile a misura d’uomo e non solamente utili ai fini dello spettacolo. Anche se non si è riusciti ad evitare il tragico destino che ha colpito Jules Bianchi, la scomparsa di Senna ha dato un deciso giro di vite ad uno sport che stava perdendo vista la dimensione umana, quella fondamentale. Ci sarà un motivo se, ancora oggi, Senna viene preso come esempio da ogni singolo pilota sulla griglia di partenza. Anche a oltre vent’anni dal suo ultimo Gran Premio.