Dal miele gli indicatori della presenza di sostanze dannose per l'aria. Ecco l'originale idea della start-up di apicoltura BEEing
TO BEE OR NOT TO BEE Senza l'esistenza delle api, si va dicendo, il pianeta Terra morirebbe nel volgere di poco. Tra le molteplici proprietà di questo indispensabile insetto, oggi ne scopriamo una nuova: quella di termometro della qualità dell'aria. Alveari reimpiegati come autentici laboratori per misurare il tasso di inquinamento cittadino: ecco l'idea balzata in mente a BEEing, start-up romagnola che sviluppa strumenti digitali a beneficio degli apicoltori professionisti. Per sapere se i blocchi del traffico sono efficaci anziché no, d'ora in avanti - anziché scienziati - dovremo consultare api.
MIELE-TERAPIA Lo studio condotto da BEEing in collaborazione con Legambiente Emilia-Romagna e Kaeser, multinazionale tedesca attiva nel settore dei compressori, ha complessivamente interessato 20 città italiane per la durata di un anno intero. Analizzando campioni di miele prodotto dalle preziosissime api operaie, biondicatori che più naturali non si può, i tecnici hanno potuto certificare con precisione massima la quantità di sostanze potenzialmente nocive in atmosfera, concentrandosi in particolare sulla presenza di piombo, nichel, cadmio e cromo. Ma non è escluso che le misurazioni, in futuro, si allarghino.
PROMOSSE A PIENI VOTI Ebbene, i risultati indicherebbero come la qualità dell'aria, da Milano a Palermo, da Napoli a Bolzano, da Bologna a Cuneo e così via, sia in generale sotto i livelli di guardia. In ciascuna delle città prese in esame è stata rilevata una presenza di cadmio minore di 0,005 mg/kg, tranne che a Palermo, dove il campione rilevato indica comunque innocua. A sua volta, il nichel è stato ovunque rilevato in quantitativi inferiori a 0,15 mg/kg, tranne che in tre casi soltanto. In tutti i campioni delle 20 città sono infine state rilevate tracce di piombo inferiori a 0,05 mg/kg e di cromo sotto quota 0,02 mg/kg.
API-MANIA L'appassionante storia di BEEing, azienda fondata da due giovani imprenditori romagnoli poco più che trentenni, ha affascinato anche un costruttore auto come Volvo: per la propria campagna Taste of Volvo, la Casa ha scelto di realizzare un video che ne raccontasse la storia. "Volvo ha fatto dell'innovazione nel rispetto della tradizione un elemento essenziale del proprio percorso. Per questo motivo - spiega Chiara Angeli, direttore vendite e marketing di Volvo Car Italia - riteniamo importante sostenere progetti basati sulla medesima visione".