Verranno posizionate per iniziativa del locale Ministero dei Trasporti. Presto anche in Europa autovelox anti-smartphone?
THE EYE Quando ci vuole, ci vuole. Sei stato avvisato dei pericoli che corri, sei stato informato delle alternative ammesse dalla legge. Hai probabilmente anche già tamponato, o ci sei andato più volte vicino. Ciononostante, quando in marcia il telefono squilla, non esiti a impugnarlo e a rispondere come se niente fosse. A mali estremi, estremi rimedi, e così in Malesia il Ministro dei Trasporti Datuk Seri Liow Tiong Lai ha annunciato la posa imminente di speciali videocamere anti-smartphone, una sorta di occhio elettronico che vede e provvede. A castigarti. Per i trasgressori, almeno a quelle latitudini, la pacchia sta per finire.
CATTIVE ABITUDINI A riportare la notizia è il sito internet malese The Star Online. Indispettito dal perdurare di un'abitudine malsana tra gli automobilisti del suo Paese, in chiusura del summit del Dipartimento dei Trasporti Stradali della Malaysia di ieri a Bentong il Ministro Low avrebbe comunicato che presto verranno installati appositi dispositivi (fissi e mobili) per scovare i trasgressori, e punirli con un'ammenda di 300 Rinngit, cioè l'equivalente di 61 euro circa. Non che sia proibito, laggiù come del resto altrove, l'utilizzo in tempo reale di applicazioni mobili per la navigazione, come ad esempio Waze. A patto, però, di agganciare lo smartphone a un supporto fisso. Una prassi che spesso viene disattesa, a favore di un uso del cellulare, anche in auto, più "domestico": col dispositivo in mano, e gli occhi e la mente che inevitavilmente si disinteressano almeno in parte del traffico.
REPETITA (NON) IUVANT Tutto il mondo è paese, e a quanto pare i driver malesi non sono immuni alla smartphone-dipendenza. Nemmeno mentre sono impegnati nella guida. "Abbiamo dato loro un sacco di consigli, abbiamo ripetuto che l'uso improprio del cellulare al volante è punito dalla legge. Eppure - lamenta Low - ancora molti automobilisti si ostinano a trasgredire". Sulle strade della nazione del Sud Est Asiatico, lo scorso anno sono morte 7.152 persone. Da gennaio a settembre 2017, il monte delle vittime è già di 5.310 unità. Dall'Asia, un caso scuola destinato ad atterrare prima o poi anche in Europa.