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Uber non chiude in Italia


Avatar Redazionale, il 26/05/17

7 anni fa - Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato da Uber che potrà quindi continuare a operare in Italia

Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato da Uber che potrà quindi continuare a operare in Italia

LA BUONA NOVELLA “Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione in Italia. Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città”. Poche e semplici righe per comunicare la vittoria. Le auto di Uber potranno quindi continuare a operare sul suolo italiano. “Per fortuna” aggiungiamo noi. 

RICORSO ACCETTATO Facciamo un salto indietro nel tempo e andiamo allo scorso 7 aprile, giorno in cui il Tribunale di Roma aveva obbligato Uber a sospendere il proprio servizio sul suolo italiano. Una notizia che andava contro quanto riportato nel Decreto Milleproroghe emanato dal Parlamento e valido dal 1° marzo 2017. Un controsenso che aveva generato un cortocircuito amministrativo che si è risolto in tempi brevi. Uber infatti aveva presentato ricorso contro la decisione dei giudici. Ricorso accettato con appuntamento allo scorso 5 maggio per l’udienza d’appello, con Altroconsumo al fianco di Uber per contrastare la richiesta di chiusura avanzata dal mondo dei tassisti.     

LE DIFFERENZE CHE CONTANO Nell’ordinanza emanata dal Tribunale di Roma si legge come “emergono dunque differenze nella disciplina delle due tipologie di servizio”. Non si possono quindi equiparare il mondo dei taxi a quello di Uber. Sempre secondo quanto deciso dal tribunale le auto dell’azienda statunitense non devono sostare in rimessa se non operativi. 

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LA RISPOSTA DI FEDERTAXI Non si è fatta attendere la risposta di Federtaxi che, per bocca del proprio portavoce Federico Rolando, ha commentato “Non abbiamo parole per descrivere il nostro sconcerto per un Governo, un Parlamento, una Autorità a tutela della concorrenza ed una destinata a regolare proprio i trasporti, che hanno fatto di tutto per salvare una multinazionale aspirante monopolista che vuole sottrarre il lavoro a cittadini italiani, impedendo alla magistratura di proseguire nella propria lotta all'abusivismo. Noi possiamo solo ribadire che continueremo a lottare per il nostro lavoro contro ogni forma di abusivismo e in tutte le sedi fino a quando non debelleremo questa piaga che si chiama abusivismo”.

AL FIANCO DI UBER Di tutt'altro avviso Carlo Rienzi, presidente del Codacons "Si tratta di una sentenza importante che apre la strada in Italia all’utilizzo di App nel settore del trasporto pubblico non di linea e avvicina il nostro paese al resto del mondo. Una decisione che avrà ripercussioni positive soprattutto per gli utenti, i quali potranno godere di maggiori servizi e concorrenza nelle proprie scelte. Ora il passo successivo da compiere è quello di arrivare ad una normativa in grado di integrare le nuove possibilità offerte dal mercato e dalla tecnologia affiancandole ai taxi tradizionali, per evitare che gli utenti siano danneggiati da una chiusura totale all’evoluzione”.

LA PAROLA AL GOVERNO il Decreto Milleproroghe ha fondamentalmente rimandato ogni decisione definitiva alla fine del 2017. Noi facciamo nostre le parole di Carlo Rienzi e speriamo che si arrivi al più presto a colmare questo buco amministrativo nel mondo del trasporto pubblico non di linea, così da non rimanere ancora a lungo in un'anacronistica situazione di stallo.


Pubblicato da Massimo Grassi, 26/05/2017
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