Confrontiamo punto su punto le due generazioni mettendole alla prova. Su strada e in offroad
La vecchia Dacia Duster ha venduto più di un milione di esemplari nel mondo. Un successo, il cui segreto è stato offrire tanta sostanza al giusto prezzo. Ora sta uscendo anche in Italia la nuova Dacia Duster 2018. Rinnovata, ma non nel prezzo, che resta quello da urlo della prima serie, a partire da 11.900 euro.
Ma quanto è cambiata davvero la Duster? Per spiegarvelo nella maniera più oggettiva e chiara possibile abbiamo deciso di confrontare punto su punto la nuova e la vecchia. E di metterle insieme alla prova, su strada e in offroad. Entrambe in versione 4x4 e con motore diesel e cambio manuale a 6 marce (ma c'è anche il cambio automatico, volendo).
Poi, con l'aiuto del configuratore, c'è da fare un ragionamento sul prezzo. La nuova, a queste cifre, fa gola: ma quanto mi dà per così poco? E quanto arrivo a spendere se la voglio allestire un po' bene? Giusto pensarci, anche per fare dei confronti con la Duster uscente. Ancora disponibile negli esemplari di fine serie (magari scontati dal concessionario) e sempre molto ricercata usata.
Se non volete fare fatica cliccate per guardare il nostro video, altrimenti leggete qui sotto.
DIMENSIONI E BAGAGLIAIO
La Dacia Duster ha misure furbe, a metà strada tra il segmento B e il C. E' più grande di una Jeep Renegade ma più corta di una Tiguan, per capirci. Ecco perché la nuova generazione riconferma la ricetta vincente dei 4 metri e 34 cm da paraurti a paraurti, ed ecco perché non sono cambiate le doti di abitabilità. In tre sul divano posteriore della nuova Duster ci si sta senza problemi. Il bagagliaio? La nuova generazione offre 478 litri (+3) sotto la cappelliera che passano a 1.623 litri a sedili reclinati. La versione 4x4 perde circa 10 litri.
STILE
Se la vedo passare come riconosco la nuova? Le forme della vecchia Duster non sono state stravolte. Però ora il cofano è solcato da due nervature, i fari anteriori hanno luci diurne a LED e la calandra ha un aspetto più massiccio. Nell’insieme gioca un ruolo importante anche il montante A, che sul nuovo modello è stato spostato di 10 cm in avanti, così da garantire un profilo più filante.
QUALITA' DEGLI INTERNI
Sulla vecchia Duster l’arredamento bada al sodo e le plastiche sono rigide dappertutto. Nessun colore, tranne il nero per i rivestimenti, solo la Brave 2 si concede il lusso di alcuni inserti color bronzo. Il clima automatico? Nemmeno a pagamento. I 4 finestrini elettrici? Solo sulla top di gamma e su alcune serie speciali.
Sulla nuova Duster, invece, il design è più ricercato, ma rimangono i toni scuri. Le plastiche sono sempre rigide ma con un aspetto meno economico. I sedili sono tutti nuovi, ridisegnati e con un’imbottitura che sostiene meglio il corpo: ve ne accorgerete in viaggio. Si allunga anche la seduta di 2 cm per appoggiare meglio le cosce. Di serie, poi, qui c’è un bracciolo attaccato direttamente agli schienale che la vecchia non aveva. Ah, i finestrini elettrici! Sulla nuova Duster ce ne sono 4 di serie ma non sul primo allestimento Access. Il volante ora si regola anche in profondità e, Signore e Signori, abbiamo il climatizzatore automatico
INFOTANIMENT
Con la primissima versione l’infotainment non era nemmeno disponibile, è arrivato con il restyling. Il minimo sindacale: c’è il navigatore chiaro e preciso ma nessuna possibilità di connessione con lo smartphone. E poi il Medianav della vecchia Duster ha una posizione un po’ infelice che induce a distogliere tanto lo sguardo dalla strada.
Sulla Duster 2018 questo problema è stato risolto. Ora lo schermo sempre da 7 pollici e sempre resistivo, non si pincha per zoomare come sullo smartphone, è stato spostato più in alto di circa 7 cm e orientato leggermente verso il guidatore. Non cambiano i menù e purtroppo rimane incompatibile con Apple Car Play e Android Auto. Grossa pecca.
GUIDA
La vecchia Duster è piacevole da guidare, malgrado una innegabile rumorosità in autostrada. Non sono granché filtrati né il rotolamento delle ruote né il ticchettio del diesel. E poi lo sterzo idraulico non è mai stato uno dei punti forti, poco preciso e lento nel riallinearsi.
Sul nuovo modello il telaio è lo stesso ma irrigidito per la sicurezza e le sospensioni riconfermano lo schema McPherson all’anteriore e Multilink al posteriore. La vera differenza, dicono in Dacia, è nella silenziosità di marcia. Sarà vero? Ad orecchio sì ma per capire quanto sia migliorata, utilizzeremo un fonometro. Buone nuove anche dallo sterzo, ora elettrico: è più preciso, godibile e più comunicativo.
MOTORI
La vecchia Duster, paradossalmente, offre più scelta. Monta anche un 1.2 TCe da 125 cavalli turbo che, purtroppo, sulla nuova non è stato riconfermato.
La gamma della nuova Duster offre lato benzina solo il 1.6 SCe aspirato da 115 cv. Fronte diesel il 1.5 dCi da 90 o 110 cavalli. E la versione a doppia alimentazione? C’è, tranquilli, arriverà più avanti sempre realizzata con il 1.6 aspirato. Non manca nemmeno il cambio automatico: un EDC doppia frizione che consiglio vivamente.
Il 1.5 dCi da 110 cv è il motore ideale per la Duster. Un motore furbo perché unisce ai bassissimi costi di gestione prestazioni interessanti. La coppia è subito disponibile e il buon allungo non fa rimpiangere potenze superiori. Il cambio manuale, invece, lavora bene ma rimane un po’ corto nei rapporti corti.
SICUREZZA
La prima Duster prevedeva airbag frontali laterali e a tendina ma solo per i posti anteriori e l’immancabile ESP, stop. Risultato? Solo 3 stelle nei test EuroNCAP.
La nuova Duster ha aggiunto airbag a tendina posteriori e il sensore dell’angolo cieco negli specchietti. Il risultato? Sempre 3 stelle nei test EuroNCAP. C’è da dire, però, che nel frattempo i test sono diventati molto più severi e la Duster è penalizzata dal fatto di non avere, nemmeno optional, la frenata automatica e il cruise adattivo, sempre più comuni tra i SUV. Nel salto generazionale ha guadagnato l’aiuto nelle partenze in salita e il limitatore di velocità in discesa, il keyless e il sensore crepuscolare, oltre a un set di 4 telecamere per le manovre più difficili.
OFF ROAD
La vecchia Duster nella sua economicità era un fuoristrada di un certo livello. Tramite il manopolino posso selezionare le modalità (2WD - AUTO - 4WD) a seconda delle esigenze. In 2WD viaggio solo a trazione anteriore e consumo meno, in AUTO è l’elettronica a gestire il flusso di coppia in base alle esigenze fino a un 50 e 50, in 4WD entra in gioco il blocco del differenziale centrale che mantiene fisso il rapporto 50:50.
Sulla nuova Duster tutto questo è stato confermato pari pari. Senza dimenticare angoli d’attacco di 31 gradi e di uscita di 34 gradi e un’altezza da terra di 21 cm. La novità sta nel sistema di aiuto nelle ripartenze in salita e nelle discese più ripide oltre al 4x4 monitor (incluso nel MediaNav) che fornisce i dati di beccheggio, rollio e la bussola.
PREZZI
Cosa compro con 11.900 Euro? Mi compro una Duster benzina 1.6 SCe il allestimento Access con il cambio manuale e la trazione anteriore. Dotazioni? Nuovi airbag a tendina posteriori, cerchi in acciaio da 16’’, nuovo display del computer di bordo, clima manuale, chiusura centralizzata e tra le novità, i LED DRL, sensore luci, servosterzo elettrico, cristalli elettrici anteriori, Hill Start Assist, limitatore di velocità e paraurti in tinta.
Ma per avere una configurazione appetibile quanto devo spendere? Il nostro consiglio è quello di orientarsi sull’allestimento Comfort per una Duster 4x2 manuale con il 1.5dCi da 110 cv al prezzo di 16.300 Euro. Il motore è quello più giusto per la Duster e c’è anche il Medianav con mappe italiane. Resta fuori il clima automatico: 250 Euro.
CONCLUSIONE
Certo è che con la nuova Duster ci saremmo aspettati qualcosa di più sul fronte della connettività e degli aiuti alla guida. Rimane però il fatto che con i miglioramenti che ha avuto ha riconfermato un prezzo da urlo e rimane di base un’auto robusta affidabile molto pratica. E ora anche più silenziosa e maneggevole. Siete d’accordo? Ditecelo come sempre nei commenti e se avete altre domande fatevi sotto.