La Kawasaki Z800e è perfetta per conseguire la patente A2 e, a oggi, l'unica con i requisiti necessari. In versione depotenziata
PERCHÉ LEI Perché ho scelto proprio la Kawasaki Z800e? Perché, di fatto, è l’unica moto (in versione depo) adatta a conseguire la A2 ma che, una volta ripotenziata, ha una potenza (70 kW, il limite imposto per legge) tale da non risultare noiosa. Insomma, non è un polmonaccio da 35 kW ma comunque rientra nei limiti della A2. E costa anche poco, che di questi tempi non è male (8.090 euro, 800 in meno della standard).
OCCHIO ATTENTO ESAPIENTE In realtà, per un occhio non allenato è difficile trovare le differenze con la Z800 standard. Ad esempio forcella e mono più economici (niente regolazioni per la forca e solo precarico per il mono), pinze anteriori a due pistoncini (ma nella versione ABS è sono identiche), collettori non cromati e impianto di scarico differente; e poi niente puntale e motivo Z sulla sella, niente logo "800" e nemmeno cilindri verniciati di nero, insieme a tante altre piccole differenze. Che chi non è del mestiere, o comunque si sta approcciando per la prima volta al mondo moto, di sicuro non noterà. In compenso, almeno da fuori, la Zetona è cattiva anche con la "e". Le linee negli anni si sono evolute, per stare al passo coi tempi, e mi piacciono. Piacciono anche a chi passeggia per strada e la osserva parcheggiata, attratti dal nero opaco molto dark-knight.
LA NERONA Ed è piacevole anche in sella, la Kawasaki Z800e. Non fatevi ingannare dalle sue sembianze aliene: i comandi sono morbidi e il motore è docile, soprattutto ai bassi regimi. Certo, il peso c’è e non è poco, 229 chili in ordine di marcia, ma tutto il resto mette talmente a proprio agio che ce ne si dimentica presto. La posizione di guida, racchiusa e che non stanca, la frenata, dolce, e le sospensioni, morbide, vengono tutte insieme in aiuto al neofita. Il 4 cilindri, poi, è una garanzia: non strappa mai e in questa versione leggermente depotenziata (all’attivo mancano una ventina di cavalli scarsi) è ancora meglio perché ai bassi è davvero smooth.
CONFERMATO! E la conferma ce l’ho provando a fare il nuovo percorso tecnico previsto per la A2. In particolare lo slalom e il semicerchio sono un gioco da ragazzi, se affrontati in sella alla Zetona. Il segreto? Prima inserita, procedete senza dare gas e tenendo un dito (o due, come preferite) pronto sulla frizione, non sulla leva del freno (non è carino bloccare l’anteriore durante l’esame…). Anche così la moto non sobbalza né protesta. Oltre a questo, cercate di tenere il busto eretto piegando la moto di braccia, non sporgendovi dentro la curva. Leggeri sui polsi, la moto scorre come su un binario: l’importante è stare dritti e non caricati sul davanti. Un po’ l’opposto di quello che normalmente si fa nella guida in strada, per intendersi.
DANZIAMO TRA LE CURVE Guido la Z800e, la versione “media” (70 kW), che vuole dimostrarmi come ci si possa divertire anche senza tutti i 113 cavalli della versione standard. E tutto sommato ci riesce: l’erogazione è piacevole e in strada i cavalli in meno si sentono soprattutto quando si prende in mano il gas. Ai bassi e medi regimi, per intendersi; un fatto che per chi è alle prime armi è solo un bene. La forcella è più economica, vero, ma se non si alza il ritmo a livelli da ritiro patente lavora bene senza andare in crisi. L’assetto è composto e aiuta il novizio della moto, che in lei troverà una compagna fedele anche passato il periodo del foglio rosa. Forse ai medi regimi lo smanettone cercherà qualcosa di più, ma per quello, c’è la Z800 sandard. Per iniziare, meglio così. Sincera, divertente e stabile, non è un riferimento di agilità ma si fa perdonare con il suo essere intuitiva e fedele.
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