Incidente guida autonoma: il pilota automatico di Uber avrebbe visto il pedone, ma lo avrebbe ritenuto un ostacolo trascurabile
NESSUNA REAZIONE Come ricorderete, il 20 marzo scorso a Tempe, in Arizona, un'auto a guida autonoma di Uber ha investito e ucciso una signora che attraversava la strada di notte, portando la bicicletta a mano. Ufficialmente, la colpa per l'incidente è stata attribuita al pedone: una versione che il video pubblicato dalla polizia Tempe nei giorni successivi ha smentito. Il pilota automatico, infatti, non ha avuto alcuna reazione: segno evidente di un malfunzionamento.
UNA DECISIONE DEL SOFTWARE Ora l'autorevole testata The Information pubblica una notizia inquietante: in base all'indagine avviata dopo l'incidente non sarebbe un guasto la causa, ma la programmazione del sistema, che avrebbe individuato per tempo la vittima e avrebbe comunque deciso di ignorarla. La colpa, insomma, sarebbe del software che elabora i segnali ricevuti dei sensori per riconoscere gli ostacoli sul percorso e interpretarne la natura.
FALSO POSITIVO Secondo due fonti anonime citate da The Information, le regolazioni fatte dagli ingegneri di Uber avrebbero indotto l'algoritmo del pilota automatico a identificare il pedone come unfalso positivo: ossia un oggetto trascurabile come un piccolo detrito, un giornale accartocciato o un sacchetto di plastica. Ecco perché l'auto ha ignorato il pedone.
ARRIVA UN NUOVO CONSULENTE A seguito dello schianto e, probabilmente, da ciò che sta emergendo dall'inchiesta, Uber ha assunto come consulente per la sicurezza Christopher Hart, un ex presidente del National Transportation Safety Board (NTSB). Con il suo contributo verrà condotta una revisione completa del programma di guida autonoma: "La nostra revisione sta esaminando tutto, dalla sicurezza del nostro sistema ai processi di formazione per gli operatori di veicoli e speriamo di avere presto altro da dire", dice Uber.