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Smart mobility

Il futuro incerto della guida autonoma: intervista a Harman


Avatar di Emanuele Colombo, il 17/10/18

6 anni fa - Harman, ora di Samsung, traccia il futuro della guida autonoma

Abbiamo intervistato Jason Johnson di Harman, che racconta il futuro della guida autonoma: dal 5G alle neuroscienze

L'INTERVISTA A HARMAN “Nei prossimi anni approfondiremo il monitoraggio degli occupanti, implementeremo la tecnologia 5G e proseguiremo la sperimentazione, ma non possiamo fare previsioni su quando si diffonderanno le auto a guida completamente autonoma, perché ci sono troppi fattori a condizionarne lo sviluppo”. A parlare è Jason Johnson, director of user experience di Harman International, che a un anno e mezzo dall'acquisizione da parte di Samsung Electronics è diventata la testa di ponte con cui il colosso coreano conta di conquistare il mercato automobilistico: forte del suo formidabile patrimonio tecnologico. Ecco che cosa ci ha raccontato...

FUTURO INCERTO Secondo una stima di Boston Consulting Group, entro il 2030 un quarto dei chilometri guidati negli Stati Uniti potrebbe essere percorso da veicoli condivisi a guida autonoma. Una previsione in cui, come abbiamo visto, il condizionale è d'obbligo. Il fatto è che lo sviluppo della guida autonoma procede intensamente, con investimenti milionari da parte di un numero sempre crescente di aziende. Ma sono davvero tanti gli elementi di incertezza, sotto tutti i punti di vista.

5G NECESSARIO, MA NON SUFFICIENTE Da un lato, già al CES 2018 Harman ha mostrato Drvline (guarda il video), piattaforma aperta e modulare che potrà essere aggiornata man mano per rendere la guida sempre più autonoma, scalando i livelli 3, 4 e 5 definiti dalla SAE (Society of Automotive Engineers). Dall'altro lato, per arrivare all'automatismo totale esistono ancora problemi normativi (qui un approfondimento) e la necessità di adeguare le infrastrutture. Secondo Jason, per la guida completamente autonoma sarà necessaria la comunicazione dei veicoli tra loro e tra i veicoli e le infrastrutture, per le quali la nuova tecnologia 5G di collegamento ultraveloce al Web sarà condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti, se il 5G sarà il tramite, la diffusione di infrastrutture in grado di sfruttarlo appare lontana.

Harman: una plancia per auto connesseHarman: una plancia per auto connesse

PRIMA LA USER EXPERIENCE Ci sarà poi un problema di fiducia tra gli utenti e le auto a guida autonoma, un problema che Harman, Samsung e lo stesso Jason sono in prima linea per risolvere: “Experience comes first, technology comes second”, ci ha detto durante l'intervista. Che cosa significa? Molte cose, in realtà. Da un lato c'è una condivisa esigenza di semplicità: ogni nuova funzione dovrà essere attentamente ponderata per rendere l'uso dei mezzi di trasporto più intuitivo e spontaneo, non più complesso. Il che vorrà anche dire cercare di eliminare il superfluo, con un approccio minimal molto in voga nell'industria dell'elettronica di consumo, in cui Samsung vanta un know how invidiabile.

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INTERNAL SENSING Ma c'è di più. Un problema cruciale sarà far sentire a proprio agio le persone a bordo delle auto robot. Per questo, il lavoro di Jason e del suo gruppo si sta concentrando sull'applicazione delle neuroscienze e dell'intelligenza artificiale per permettere all'auto di analizzare i suoi occupanti, attraverso una rete di sensori interni all'abitacolo. L'idea è che l'auto impari dal suo utilizzatore per imitarne lo stile di guida, così che l'uomo non si senta a disagio quando cede i comandi al computer.

Internal sensingInternal sensing

AUTO ROBOT IMPACCIATE A BELLA POSTA In pratica, all'inizio, quando le auto robot dei livelli 3 e 4 saranno libere di guidare da sole sotto la supervisione di un guidatore in carne e ossa, lo faranno copiandone lo stile. E per le strade ne vedremo alcune muoversi più disinvolte e spedite di altre: proprio come oggi. In questo modo anche gli esseri umani impareranno dalle auto, adattandosi a esse e creando un rapporto di fiducia che consentirà ai veicoli autonomi di livello 5 (il più alto) di guidare nel modo più opportuno per ottimizzare il traffico nelle strade: senza allarmare gli occupanti.

LA PERSONALIZZAZIONE SECONDO HARMAN L'approccio basato sulle neuroscienze mira a interpretare gli stati d'animo dei vari utilizzatori osservando il loro livello di attenzione, di partecipazione nella guida e persino gli umori del momento. Interpretarli e insegnare alle auto a reagire di conseguenza fa parte di quello che Harman chiama personalizzazione: un concetto molto ampio che si basa sulla creazione di un profilo per ciascun utilizzatore registrato e accessibile via Cloud.

PASSE PARTOUT DIGITALE Un simile profilo renderebbe le nostre preferenze portabili da un veicolo all'altro: proprio come quando compriamo un nuovo smartphone e vi carichiamo l'ultimo backup del telefonino precedente. Inoltre sarebbe la chiave per rendere più personali i servizi di modalità condivisa. Per esempio trasferendo all'auto presa a noleggio le nostre playlist e le regolazioni dell'abitacolo, ma anche rendendo più immediato prendere in una bici o uno scooter degli omologhi servizi a due ruote, così come l'uso dei mezzi pubblici: accelerando pagamenti e registrazione ai vari servizi. Insomma, non possiamo dire con precisione quando arriverà il futuro, ma sappiamo che sarà su misura.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 17/10/2018
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