QUALE FUTURO? ''150 milioni'', ''100 milioni'', ''18 milioni l'anno''. Se ne sono dette molte circa l'accordo finanziario annunciato due mesi fa in via ufficiale tra il Team VR46 di Valentino Rossi e la società araba Tanal Entertainment Sport & Media, che dovrebbe concretizzarsi con la presenza del munifico sponsor saudita Aramco (compagnia petrolifera di stato dell'Arabia Saudita) sulle carene e nei conti in banca del neo-team di MotoGP, ma, ad oggi, i soldi non risultano essere arrivati e nessun comunicato ufficiale è stato diramato. Il circoletto rosso sul calendario marcava la giornata di ieri, mercoledì 25 agosto, data in cui il principe saudita Abdulaziz bin Abdullah Al Saud aveva annunciato una conferenza stampa che avrebbe svelato i dettagli dell'accordo. Semplicemente, però, questa non si è tenuta.
Accordo tra VR46 e Aramco per un team in MotoGP dal 2022 al 2026
PIANO B Dall'entourage del principe Al Saud si invita all'attesa, ma la sensazione è che la presenza di un piano B da parte della VR46 sia necessaria quando non addirittura urgente. E questo piano B già sarebbe in essere, con un gruppo di partner pronti a investire dal progetto già da prima che venisse annunciato l'accordo tra Tanal e VR46. Certo, l'entità dell'investimento sarebbe lontano da quello ipotetico che potrebbe arrivare dall'Arabia, ma la squadra corse di Valentino non dovrebbe avere comunque problemi a correre nel 2022, con Luca Marini in sella e un secondo pilota ancora da decidere (Marco Bezzecchi è in pole position per il ruolo). Intanto l'unica certezza resta quella della moto, che sarà - ovviamente - la Ducati, ma anche su questo fronte non è chiaro se i piloti del team avranno a disposizione la versione aggiornata della Desmosedici o quella di quest'anno. La sensazione è che anche questa scelta dipenderà dal nome dello sponsor che apparirà sulla carena delle moto del team.