La telenovela sulla penalità di due long lap inflitta a Marc Marquez per l'incidente provocato nel corso del GP Portogallo non è ancora finita. Dopo che la FIM ha chiarito che la sanzione dovrà essere scontata al primo gran premio in cui sarà presente lo spagnolo, e dunque non si annullerà con la sua assenza nel GP Argentina di questa settimana, ieri è arrivata la notizia dell'appello presentato dal team Honda. Il nuovo capitolo della vicenda è di oggi, con i commissari di appello che hanno votato per passare la decisione finale a un organo superiore, ossia la Corte d'Appello della FIM.
NUOVA AUDIZIONE Oggi il caso è stato trattato in teleconferenza, alla presenza di Paul King, ex vicedirettore del Tourist Trophy che si svolge sull'isola di Man, e di Armando Marquez, rappresentante della Federazione motociclistica portoghese. Si tratta dei due funzionari che avevano deciso sull'episodio la scorsa settimana a Portimao. Il pasticcio nasce dalla dicitura della comunicazione relativa alla penalità, dove veniva affermato che la sanzione doveva essere scontata nel GP Argentina. Quando è emerso che Marquez non avrebbe partecipato alla gara di Termas de Rio Hondo a causa dell'infortunio alla mano patito proprio in occasione dell'incidente di Portimao, i commissari della FIM hanno chiarito la loro posizione spiegando che la sanzione penalità andava scontata alla prossima gara in cui sarebbe stato presente il numero 93. Chiarimento che non è andato giù alla Honda, la quale ha presentato appello sperando di risolvere il problema già oggi.
IL NUOVO RIMANDO La questione si sposta invece in Svizzera, dove ha sede la Corte d'Appello della MotoGP. Quest'ultima è composta da tre giudici FIM, scelti dalla commissione internazionale di giudici dell'organo di governo e dovrà pronunciare una decisione entro quattro settimane. Nel recente passato, la Corte d'Appello era stata chiamata in causa nel 2019 quando Aprilia, Honda, KTM e Suzuki protestarono contro il dispositivo aerodinamico sottoscocca della Ducati. Il reclamo fu inizialmente accolto dai commissari sportivi della FIM, ma la vicenda si trascinò appunto fino di fronte alla Corte, la quale emise una sentenza favorevole alla Ducati.