LEGGENDA Guarda lontano il CEO di MV Agusta, Timur Sardarov, che nel 2019 ha rilevato l'azienda italiana dalla famiglia Castiglioni, al timone nelle ultime tre decadi. Il mitico ''Reparto Corse'' della casa varesina, rientranto nel motomondiale nel 2019 nella classe Moto2, potrebbe tornare là dove gli compete, ossia nella top class che negli anni 50', 60' e '70 è stato terreno di caccia e anticamera della leggenda del marchio italiano. Tra il 1956 e il 1974 nella sola classe 500 sono arrivati, infatti, 18 titoli piloti su 19 stagioni con campioni come John Surtees, Gary Hocking, Mike Hailwood, Giacomo Agostini e Phil Read. A questi vanno aggiunti i titoli piloti in 350 (10), in 250 (4) e in 125 (6), oltre a una valanga di titoli costruttori, ben 37!
AL MOMENTO GIUSTO MV Agusta ha scritto la storia del motomondiale, e Sardarov pensa che i suoi progetti a lungo termine debbano per forza di cose prevedere un ritorno in alto, in quella MotoGP che ancora non esiteva quando la MV scriveva la sua epopea. Prima, però, occorre vincere in Moto2 con il team Forward: ''La MotoGP è un cammino da intraprendere'' - ha affermato l'ex pilota russo - ''La nostra azienda deve prima imparare in Moto2 e poi, al momento giusto, approdare in MotoGP più avanti in questa decade''. Entro il 2030 non è utopistico dunque pensare a quello che sarebbe un esordio nella ''giovane'' (nata nel 2002) MotoGP per la MV Agusta, ma prima servirà più concretezza in pista e soprattutto un bel passo avanti rispetto al 13° posto finale su 15 team iscritti nel 2020, raggiunto con appena due piazzamenti in top ten: il futuro della casa varesina, dunque, passa anche per la prossima stagione di Baldassarri e Corsi nella serie cadetta.