DESTINO COMUNE Ieri è arrivata la conferma di quanto ormai si temeva: anche il GP Italia di MotoGP è stato rinviato a data da destinarsi a causa dell'emergenza coronavirus. La gara si sarebbe dovuta disputare nel weekend del 31 maggio sul circuito del Mugello, una scadenza troppo ravvicinata per ipotizzare di disputare un evento che ogni anno richiama centinaia di migliaia di spettatori sulle colline toscane. Da qui, l'inevitabile decisione che accomuna ora l'appuntamento italiano a tutti gli altri in calendario da inizio stagione fino a giugno.
SPERANZE SFUMATE Paolo Poli, CEO dell'Autodromo del Mugello, ha raccontato come si è arrivati a questa sofferta decisione, presa in comune accordo da FIM, Irta e Dorna: ''Abbiamo sperato fino all'ultimo che la terribile situazione emergenziale in cui ci siamo ritrovati potesse essere risolta velocemente. Purtroppo così non è stato: in queste ultime settimane l'emergenza sanitaria si è intensificata tanto da costringerci, nostro malgrado, a posticipare a data da destinarsi il GP d'Italia di motociclismo previsto il 31 maggio. La nostra primaria attenzione è rivolta adesso ai nostri spettatori, agli appassionati, ai team e allo staff di professionisti che, ad ogni livello, garantisce da sempre il più alto standard organizzativo. Tutti in questo momento siamo sottoposti a una prova durissima''.
VOGLIA DI RIPARTIRE Il momento è molto difficile per tutti e ovviamente anche gli autodromi, costretti a loro volta ad annullare eventi e attività in pista, si trovano loro malgrado a fronteggiare una situazione che anche dal punto di vista dei bilanci economici preoccupa. Poli ha però voluto rassicurare sul futuro della gara del Mugello: ''Siamo consapevoli che i mesi che verranno non saranno facili per nessuno - ha concluso - ma siamo altrettanto certi che torneremo tutti più forti di prima. Da parte nostra ci impegneremo a fondo per far sì che la prossima, in qualunque data possa essere, sia un'edizione di straordinaria forza, coesione e rinascita''.