E alla fine tanto tuonò che piovve. Jorge Martin, dopo aver minacciato più e più volte di andarsene dalla Ducati se non avesse ottenuto la (tra l'altro meritatissima) sella del team ufficiale, l'ha fatto. Nel lunedì di test del Mugello, lontano dalla pista (dove non sono scesi né lui, né Marc Marquez, né Francesco Bagnaia), nei meandri del paddock, ha raggiunto l'accordo con l'Aprilia per la stagione 2025, rilevando la sella lasciata vuota da Aleix Espargaro. Tutto è stato ''cotto e mangiato'' in una mezz'oretta, con l'accordo trovato alle 17.30 e firmato alle 18, poche ore dopo che lo spagnolo aveva capito l'andazzo, ossia il vicinissimo accordo tra Marc Marquez e il team Lenovo. Jorge ha confermato il suo carattere impetuoso, trovando da subito una soluzione di ripiego che poi tanto di ripiego non è. L'Aprilia, infatti, beneficerà fino al 2025 delle concessioni rispetto alla Ducati, al fine di proseguire la strada di crescita intrapresa negli ultimi anni.
MOSSA CORAGGIOSA La mossa di Martin apre una moltitudine di scenari di mercato, a partire dal più probabile di tutti, quasi già fatto: Marc Marquez come compagno di Bagnaia nel 2025. D'altra parte è stato proprio l'ultimatum lanciato dall'otto volte iridato a far propendere la casa di Borgo Panigale per il suo nome. Se Marquez non avesse avuto la moto ufficiale se ne sarebbe andato, probabilmente in KTM a far coppia con Pedro Acosta, e per molteplici ragioni (economiche, di immagine, di opportunità), Ducati ha scelto di non farsi scappare il campionissimo, e di cedere un pilota pregiato, prodotto dal proprio vivaio Pramac nonché leader iridato e favorito per il mondiale corrente. Resta da capire se tutto l'impeto e la rabbia che il pilota iberico rovescerà in pista nei prossimi GP sarà controproducente o, al contrario, lo spingerà a massacrare - sportivamente parlando - la concorrenza, per far rimpiangere della scelta i dirigenti Ducati e portare il numero 1 in dote a Noale la prossima stagione. Non è escluso, però, che la situazione degeneri, e che le strade di Martin e della casa italiana si dividano anche prima di fine stagione, tutto dipenderà dalle prossime settimane.
Il podio del GP della Catalunya 2024 con Bagnaia, Marquez e Martin (Ducati). Credits: MotoGP
CHE FA LA BESTIA? Intanto Enea Bastianini - che il team Lenovo non ha ancora appiedato ufficialmente, visto che Davide Tardozzi ha affermato che sarà annunciato prima di Assen (tra quattro settimane) il futuro compagno di Bagnaia - si è visto chiudere pian pianino sia la porta Ducati ufficiale sia quella Aprilia, ma spalancarsi il portone KTM. A confermarlo è stato direttamente il suo manager Carlo Pernat, che ha parlato di un accordo vicino con la casa austriaca per salire in sella a una moto oggi marcata GasGas e domani forse semplicemente Tech3, ma con lo stesso identico materiale a disposizione di Acosta e Binder. Vanno dunque al macero le ipotesi di rimanere in Ducati con altri colori, quelli del team Pramac (l'affare Martin potrebbe spingere Paolo Campinoti a optare per la Yamaha e lasciare il lido felice con il quale il team è diventato campione del mondo lo scorso anno) o addirittura del team Gresini Racing che ha lansciato due anni fa, continuando in sella alla GP24.
MotoGP Americhe 2024, Enea Bastianini (DucatI). Credits: Ducati Corse
MOSSA WIN-WIN Insomma, la situazione non è ancora definita, ma intanto il gioco del domino è partito con la mossa forte di Martin, il quale ha tutte le ragioni per lamentarsi. Marquez gli sarebbe stato preferito per ragioni di immagine (due pluri-iridati nel team) e anche di convenienza, mettendo al fianco del campione Bagnaia uno con cui Pecco può anche permettersi di perdere, un po' come la Ferrari ha fatto con il suo pupillo Charles Leclerc (che però campione non lo è ancora) mettendogli nel box Lewis Hamilton. In pratica, se Pecco dovesse perdere, così come Charles, avrebbe perso contro il pilota più forte della storia o giù di lì. Se invece dovesse vincere, beh, avrebbe battuto il pilota più forte della storia, o giù di lì. Una situazione win-win che non si sarebbe verificata con l'ingaggio del buon Martin, il quale veramente non può rimproverarsi nulla, avendo fatto più dell'impossibile per accaparrarsi una moto che si sarebbe meritato più di chiunque altro sulla griglia. Ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo, e vedremo chi premierà.