Marco Bezzecchi vs Francesco Bagnaia, un'amicizia che sarà messa alla prova durante tutta la stagione dalla sfida al vertice tra i due al fine di conquistare il titolo mondiale della classe regina. Sarà questo lo scenario della stagione 2023 della MotoGP? Ovviamente è troppo presto per dirlo, visto che sono andati in archivio appena 2 weekend su 21 di quelli in programma, e - soprattutto - visto il nutrito parco di aspiranti all'iride. In queste prime due settimane di campionato, sicuramente Bezzecchi ha mostrato qualità e bravura, il giovane riminese, dopo il passo falso nella sprint in Portogallo ha rimesso subito in piedi la sua stagione conquistando il terzo posto nella gara di Portimao, il secondo nella sprint di Termas (sfiorando la vittoria, in rimonta, e sbagliando solo la partenza) e il favoloso successo argentino di domenica, con una gara dominata sin dall'inizio.
LO MANDA VALE Il giovane dell'Academy VR46 si trova sicuramente a suo agio con una moto ben rodata qual è la Desmosedici GP22 ma per fare l'effettivo passo tra i grandi dovrà sormontare una serie di ostacoli. Al momento il Bez è un po' nelle condizioni in cui si è trovato Enea Bastianini lo scorso anno, autore di un grandissimo campionato - anche se un po' ondivago - concluso in terza piazza, ma senza il supporto di un team ufficiale. La struttura dell'Academy di Valentino Rossi è di sicuro invidiabile e il clima che si respira a Tavullia e dintorni è probabilmente il migliore per far bene, ma gli sviluppi passeranno sempre prima dalle moto dei team Lenovo e Pramac, e questo potrebbe essere un piccolo svantaggio a lungo termine, sebbene non eccessivo, come abbiamo visto con Morbidelli in Yamaha nel 2020 o con lo stesso Bastianini lo scorso anno. Ci si può giocare il titolo anche da non ufficiale, sebbene per ora non sia mai successo in MotoGP che un pilota di un team satellite abbia portato a casa il campionato. Bez dovrà sfatare anche questo tabù.
SERVE COSTANZA A favore del Bez, finora, hanno giocato anche circostanze occasionali: al via in Argentina mancavano ben cinque piloti sulla griglia, e poi il suo amico-rivale Bagnaia si è steso scioccamente mentre era in seconda posizione, altrimenti ora staremo a parlare di un Bagnaia già in fuga. Per questo motivo Bez non può cullarsi sugli allori, è bene godersi il momento ma deve continuare a lavorare per ottenere il massimo gara dopo gara, senza pensare minimamente al campionato. La storia recente di una MotoGP così livellata, dove tantissimi possono dire la loro, ci ha insegnato come la costanza possa essere l'arma in più per trionfare sulla concorrenza, e dunque basterebbero podi e top 5 e non necessariamente una sfilza di vittorie, per portare a casa il grosso risultato. Questo Marco può farlo e deve essere bravo anche a usare la testa quando serve, dimostrando di aver imparato da quanto accaduto sia nel 2018 in Moto3 che nel 2021 in Moto2, gli anni dei suoi due terzi posti iridati. Come dire che chi ben comincia è a metà dell'opera non vale in MotoGP, ma essere davanti a circa un decimo della stessa è comunque qualcosa che può darti una gran fiducia. E non è poco.