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Prima del GP di San Marino, Rossi ha parlato con Guido Meda del futuro e di altri campioni: Quartararo, Vinales e Leclerc
TRADIZIONALMENTE ROSSI Come ormai prassi consolidata, Valentino Rossi ha concesso in esclusiva a Guido Meda e a Sky un'intervista in occasione della sua gara di casa. Il campione di Tavullia, che stamattina ha iniziato con il nono tempo nelle FP1 del Gran Premio di San Marino e della riviera di Rimini, Il 46 di Tavullia - da cui mercoledì è arrivato a Misano con la sua Yamaha M1 - ha affrontato diversi temi, guardando in là negli anni sia nel passato che nel futuro, parlando di Vinales, Quartararo e... Leclerc! Di seguito l'intervista completa
Girare per le strade di Tavullia con la moto da corsa. Come è stato?
È stato un momento veramente emozionante, è un sogno che avevamo da bambini. È la strada che va dal ranch passa in mezzo a Tavullia e arriva fino alla VR46, è una bella strada dove da piccolini facevamo le gare con i motorini.
MotoGP San Marino 2019, Valentino Rossi da Tavullia a Misano sulla Yamaha M1
Nell’arco della tua carriera, ti ho sempre visto equilibrato
È una cosa importante soprattutto per lo sport ma anche per la vita il carattere che si ha. Quando si arriva a una certa età come me, la vita ti insegna che non devi essere particolarmente triste quando le cose vanno male e neanche particolarmente super extra felice quando le cose vanno bene. Bisogna tenere sempre un po’ la barra lì nel mezzo.
Non facile?
Non facile, è un po’ il carattere. Da un certo punto di vista è difficile perché arrivi al weekend di Misano e hai molta pressione e impegni. Dall’altra parte dopo tanti anni è un privilegio poter correre con questa moto davanti al pubblico e cercare di arrivare davanti.
Quando devi fare una gara, la pressione è la stessa?
La sensazione è la stessa dalla prima gara a domenica scorsa, a questa domenica.
A 20, come a 30, come a 40 anni?
È uguale non cambia nulla, forse è questo il bello. Se cambia quella sensazione, che da una parte non ti senti comodo, ma dall’altra parte è eccitante. Forse è per quello che si corre.
Dai Test di Misano sono emerse due consapevolezze: la prima è che il grip della pista è inferiore rispetto all’anno scorso e pensando alla vostra moto che ha difficoltà di grip questo potrebbe essere preoccupante. Però c’è stata una tua frase molto interessante: “Sono arrivato pessimista ma parto ottimista”. Ci metti insieme le due cose?
La pista ha un anno in più, di solito il grip a Misano non è mai molto alto e quindi è un po’ più lenta dell’anno scorso, però l’anno scorso la gara è stata deludente, perché ho finito settimo e durante tutto il weekend siamo andati piano, invece nei Test è andata meglio, perché la moto sta andando meglio, la Yamaha sta lavorando e mi sembra che sia un momento in cui tutti i piloti della Yamaha sono in grande forma, anche per forza, perché abbiamo la bega di Quartararo, che tutte le volte che va in pista da’ mezzo secondo a tutti e tu sei sulla stessa moto, quindi devi cercare di dare il massimo per cercare di non essere troppo lontano. Però, da una parte è una bega vera, perché tutti avremmo preferito che non ci fosse, ma dall’altra è bello, perché ci porta ad andare tutti più forte.
Quartararo è in una fase della carriera “tutta istinto”?
Ha un talento fuori dal comune, mi aspettavo fosse veloce ma non così, ma nessuno lo credeva. Lui sale in moto e non pensa a nulla, non ha un trascorso di esperienze negative e questo lo aiuta.
La moto vista ai Test si presenta con due novità visive evidenti...
Finalmente! Sono tutte cose piccoline, però soprattutto lo scarico che addolcisce l’erogazione, finalmente. Poi il forcellone in carbonio mi piace, perché la moto diventa un po’ più precisa, un po’ meglio in ingresso, sono tutte cose che finalmente sembra che arriviamo ai Test e abbiamo delle cose vere da provare, cosa che negli ultimi anni non è mai successa, come se la Yamaha si stesse impegnando e questa è una cosa positiva.
Il fatto che Vinales tutti questi miglioramenti e questo ottimismo non l’abbia manifestato in pubblico ha un significato o avete provato cose diverse?
Non saprei rispondere a questa domanda. Io quando faccio i test cerco di capire se una cosa va meglio o peggio, magari senza guardare tanto i tempi, però a me è sembrato un po’ meglio. E siamo stati abbastanza competitivi. Non eravamo male anche col passo, eravamo abbastanza veloci.
La moto vera 2020 è quella che vedremo a gennaio a Sepang?
Sì, le cosa positiva è che c’è una moto 2020 e quindi già questo è buono. Abbiamo fatto già due test e c’è ancora tanto da lavorare, ci sono delle cose che vanno già meglio e altre che ancora non vanno, però abbiamo cominciato a Brno, come fanno gli altri e come facevamo noi quando vincevamo. Quindi questo è positivo, però secondo me si evolverà almeno fino a febbraio dell’anno prossimo per avere il prototipo finale.
Ed è a quella moto lì che leghiamo anche le decisioni sul futuro fino a 50 anni?
Sì, intanto bisognerà fare una terza parte di stagione buona perché ci sono anche sei, sette gare. Si lavora e già certe cose si possono mettere su questo anno. I risultati dell’anno prossimo saranno importanti per capire se avrò ancora la forza e la velocità necessaria per continuare oppure no.
Cosa pensi della vittoria di Leclerc a Monza?
Leclerc è un fenomeno, è uno forte, di quelli veri, è un pilota vero. Si vede dai risultati che ha fatto, perché ha vinto la GP3, e poi al primo anno la GP2. Poi è arrivato in F1 con l’Alfa Romeo che è una macchina da metà classifica ed è andato subito fortissimo. E quindi è salito sulla Ferrari e sta facendo paura. La F1 è bella perché ci sono tantissimi altri piloti forti come Norris, ad esempio, e poi Verstappen, quindi una generazione futura importante. Quello di Monza è stato un weekend indimenticabile.
A questo link il video integrale.