PAGELLONE 2020 Mancano ancora tre mesi al via del motomondiale 2021, c'è ancora il tempo rivisitare tutto quanto accaduto nel frenetico 2020 con le nostre pagelle complessive sulla stagione della classe regina. In ognuno dei primi sei giorni festivi di questo inizio gennaio daremo i voti casa per casa ai team e ai piloti, in ordine inverso di classifica costruttori. Si parte dunque con l'Aprilia, e si termina domenica 10 gennaio con la Ducati, passando per Honda, KTM, Suzuki e Yamaha. Buona lettura.
- 2 gennaio - APRILIA
- 3 gennaio - HONDA
- 5 gennaio - KTM
- 6 gennaio - SUZUKI
- 9 gennaio - YAMAHA
- 10 gennaio - DUCATI
- Ducati Team
- Andrea Dovizioso
- Danilo Petrucci
- Pramac Racing
- Jack Miller
- Francesco Bagnaia
- Michele Pirro
- Esponsorama Racing
- Johann Zarco
- Tito Rabat
DUCATI TEAM
Senza Marquez questa era l'occasione d'oro per la Ducati di tornare a vincere un campionato del mondo, e in effetti un titolo è arrivato - quello costruttori - ma in maniera un po' episodica, visto che è stato archiviato grazie alla consistente penalizzazione che ha dovuto scontare la Yamaha. Il vantaggio prestazionale sulla concorrenza è stato quasi inesistente, e nonostante la solita potenza - ormai quasi eguagliata però da Honda e KTM - resta l'enorme tallone d'Achille della percorrenza in curva, un nervo ancora scoperto e che ha penalizzato su alcune piste tutta la pattuglia di Borgo Panigale. Restando al team ufficiale sono arrivate due vittorie (una a testa per Dovizioso e Petrucci) ma che proprio non bastano a bilanciare le delusioni di cui è stata costellata la stagione. Infine una nota di biasimo anche per come sono stati gestiti i piloti (soprattutto il caso Dovizioso), entrambi già demotivati e consci (con modalità diverse) di non essere più nei piani del team da metà stagione in avanti. VOTO 5
Luigi Dall'Igna
ANDREA DOVIZIOSO
Più che per la Ducati, il discorso dell'assenza di Marquez vale per lui. Dopo tre stagioni da vice iridato all'ombra del prodigio spagnolo, questo poteva e doveva essere il suo anno, ma al netto della tanta generosità mostrata, è sembrato mancare quel quid - soprattutto nei momenti topici del campionato - che gli avrebbe consentito di lasciare il team (e, con il senno di poi, la MotoGP) con il titolo iridato in tasca. Nella prima parte del campionato il Dovi è stato anche bravo a metterci una pezza con il podio di Jerez e la vittoria di Spielberg, giunta il giorno dopo l'annuncio dell'addio alla casa di Borgo Panigale. Poi però sono arrivate tante gare da ''vorrei ma non posso'', a partire dal bis di Spielberg dove è sceso dal podio per non riuscire più a salirvi per tutto il resto della stagione. L'incolpevole caduta al via a Barcellona poi, con quell'urlo di rabbia lanciato con le mani protese al cielo, ha rappresentato l'inizio della fine, e oltre ai limiti della moto, sono arrivati anche quelli di uno scoramento nel non trovare un sedile per la stagione successiva. Un addio mesto, che il Dovi non meritava, al termine dell'annata psicologicamente più dura di tutta la sua carriera, con un quarto posto finale che non soddisfa nessuno, lui in primis. VOTO 6
Andrea Dovizioso (Ducati)
DANILO PETRUCCI
Al contrario del Dovi, Petrucci è stato rapido a trovare un posto per la prossima stagione, fatto che gli ha dato un po' di tranquillità, il problema è che - se si eccettua la gara di Le Mans, sulla pista che più ama assieme al Mugello (nel 2020 assente) - per tutto l'arco della stagione non è arrivata neanche una gara soddisfacente. Danilo è sembrato un lontanissimo parente di quello visto nelle passate stagioni, anche se nel 2019 si erano già visti i primi segnali della crisi prestazionale esplosa poi quest'anno. In KTM troverà una realtà in crescita e potrà risorgere con l'ausilio di una moto ufficiale e dello sprint dettato dalla nuova avventura alle porte, ma del 2020 può salvare solo ed esclusivamente la strepitosa affermazione di Le Mans. VOTO 4,5
PRAMAC RACING
Come avvenuto anche altrove (Yamaha, Honda e - in parte - KTM), in Ducati il miglior team è stato un satellite, nella fattispecie il Pramac trascinato nella prima parte di stagione da entrambi i piloti e nella seconda solamente dal bravissimo Jack Miller. Entrambi, sia l'australiano che Bagnaia, il prossimo anno saranno in sella alla Ducati ufficiale, e se ciò è avvenuto è anche grazie al lavoro del team di Francesco Guidotti, che ha saputo valorizzare i due talenti e capitalizzare al massimo un progetto tecnico ancora lacunoso. Nel 2021 Pramac dovrà ripartire da zero con Zarco e Martin, un esperto e un giovane che dovranno proseguire la bella crescita di un team a cui è mancata solo la ciliegina sulla torta della vittoria, per festeggiare una grande annata. VOTO 7,5
Francesco Guidotti, team manager Alma Pramac Racing nel 2018
JACK MILLER
La settima piazza nel mondiale non dice tutto della stagione di clolui che è stato, di fatto, il pilota più competitivo di tutta la famiglia Ducati nel 2020. Alla fine Jack paga solo tre punti da Andrea Dovizioso, ma è stato in grado di lottare più volte di lui al vertice, mostrando peraltro cose ammirevoli anche al sabato. A fine campionato l'australiano può contare quattro podi, due in Austria e due nelle gare conclusive di Valencia e Portimao, ma in mezzo sono arrivate anche discrete prestazioni e qualche sfortunato ritiro di troppo. Il prossimo anno sarà l'uomo chiave attorno al quale ruoterà tutto il progetto di rilancio della Ducati, e se le cose stanno così è soprattutto per merito della maturità mostrata nel corso di questa stagione, in cui è passato dall'essere l'arrembante Jack che lottava con i denti nei primi giri per poi perdersi via via durante la gara, a un pilota più completo e concreto, in grado di lottare con chiunque. VOTO 7,5
MotoGP Stiria 2020, Spielberg: Jack Miller, Miguel Oliveira e Pol Espargaro sul podio
FRANCESCO BAGNAIA
Che dire della stagione di questo giovane pilota che ha mostrato a sprazzi un talento purissimo, a livello sicuramente di quello di Franco Morbidelli. I freddi numeri parlano di ben sei ritiri per lui, con in più tre gare saltate per infortunio ma la sua stagione va divisa in due parti. La prima, in cui è stato molto competitivo, al netto della frattura alla tibia che gli ha rovinato l'intera stagione proprio mentre stava per decollare. Al rientro Pecco ha mostrato di avere la stoffa, riuscendo addirittura a fare secondo a Misano, il suo primo podio in MotoGP e convincendo la Ducati a promuoverlo nel team ufficiale. Poi però si è aperta una voragine prestazionale e non solo. Bagnaia è caduto a ripetizione, e da Le Mans in poi non è stato più lui. Siamo sicuri però che nel 2021 potrà ripartire con nuove prospettive, traendo solo insegnamenti positivi dalle tante difficoltà affrontate in questo agrodolce 2020. VOTO 5
Francesco Bagnaia (Ducati)
MICHELE PIRRO
Non c'era il suo Mugello in calendario quest'anno, e non potendo i team schierare alcuna wild card per tutto l'anno, ha potuto correre giusto un paio di gare in sostituzione di Bagnaia con i colori del team Pramac, entrambe a Spielberg. Per lui sono arrivati un bel 12° posto nel primo dei due appuntamenti, e poi un complicato 20° nel secondo, quando tutte le Ducati hanno perso passo rispetto al primo weekend. Tutto sommato ha fatto il suo, sempre preciso in sella, utile nel raccogliere i dati e sempre a traguardo. VOTO 6
MotoGP Valencia 2019, Ricardo Tormo Cheste: Michele Pirro (Ducati)
ESPONSORAMA RACING
Al netto delle difficoltà del team ufficiale, e dello scarsissimo apporto di Tito Rabat alla causa, diamo la sufficienza al team di Ruben Xaus, che ha saputo comunque valorizzare il talento di Johann Zarco mettendolo nelle condizioni di incidere in un buon numero di gare, e concludendo la stagione davanti all'Aprilia nel campionato team. Gli highlights restano il terzo posto del francese a Brno, le buone prove di Le Mans e Teruel e la pole position ottenuta, sempre dal francese, nella gara di casa. Il 2021 sarà un anno molto importante per il team, che si trasformerà in una sorta di junior team con le due Desmosedici GP20 affidate al fratellino di Rossi, Luca Marini e al fresco campione del mondo della classe Moto2, Enea Bastianini VOTO 6
JOHANN ZARCO
Una buona stagione quella che Johann Zarco è riuscito a mettere insieme in questo 2020. Al netto degli errori che restano negli occhi dei tifosi italiani, come quelli di Spielberg (quando ha speronato Morbidelli rischiando di travolgere anche Vinales e Rossi) e di Barcellona (quando ha steso Dovizioso), sono arrivate per lui anche tante domeniche piacevoli, con i già elencati exploit di Brno, Le Mans e Teruel, e un buon numero di risultati nella top ten. Alla fine si è meritato la promozione nel team Pramac, e con a disposizione la stessa moto degli ufficiali Ducati potrà fare bene anche nel 2021. VOTO 6,5
Johann Zarco (Ducati)
TITO RABAT
Siamo onestamente felicissimi che Tito Rabat abbia trovato una sella in Superbike da cui ripartire. Il pilota spagnolo non è certamente un brocco, tutt'altro, ma in MotoGP la sua avventura era arrivata ben oltre la canna del gas. Rischiava di passare alla storia come un pay driver attaccato alla sella con le unghie, mentre ora potrà far vedere il suo valore nelle derivate di serie, dove siamo convinti che farà bene. La sua ultima stagione in MotoGP è stata ben poca cosa: spesso ultimo pilota in pista, è riuscito a racimolare dieci miseri punticini, un insulto al suo grande potenziale. VOTO 4
MotoGP 2020, Reale Avintia Racing, Ducati Desmosedici GP19: Tito Rabat