OTTO VOLANTE DUCATI Prima di poter parlare di piloti, occorreva avere chiaro almeno il parco team e il weekend del Gran Premio di Catalunya è arrivato in soccorso almeno in tal senso. Sebbene manchi ancora l'ufficialità, sia dal box Aprilia - per voce di Massimo Rivola - che da quello Ducati - con protagonista Davide Tardozzi - sono arrivate conferme circa l'impiego di quattro team Ducati nel prossimo campionato, e dunque otto moto come peraltro già avvenuto in passato. A pagarne lo scotto sarà Aprilia, che aveva intenzione di schierare il suo team satellite, ma senza riuscire a trovare l'accordo con la Gresini Racing che ha preferito riporre la propria fiducia nella Desmosedici di Borgo Panigale. E così, non potendoci essere più di 24 moto in griglia, saranno due i nuovi team nel 2022, entrambi con Ducati: VR46 e Gresini, a meno di clamorosi accordi dell'ultimo minuto della scuderia di Valentino con la Yamaha.
DOVI INDECISO Stando così le cose, è facile ipotizzare gli scenari futuri, almeno in chiave Ducati. Alle spalle del team ufficiale e del Pramac Racing (proprio ieri ha annunciato il rinnovo per tre anni con la casa italiana), che confermano in toto entrambe le coppie di piloti per il 2022 (Miller-Bagnaia e Zarco-Martin) c'è spazio per l'inserimento di Marco Bezzecchi al fianco di Luca Marini nell'Academy del Dottore e per la coppia Bastianini-Di Giannantonio alla corte di Gresini Racing. L'Aprilia resta con il cerino in mano e con un solo sedile disponibile (Aleix Espargarò confermatissimo) da affidare a uno tra Andrea Dovizioso (la scelta numero uno del team di Noale, ma Andrea è titubante nel rimettersi in gioco), Joe Roberts e Danilo Petrucci. Già... lo stesso Petrucci che in KTM ha appena cominciato a far intravvedere il suo valore, ma che nella casa tedesca sembra già al capolinea della sua esperienza. Al Mugello telaio e benzina ''miracolosa'' era a disposizione esclusivamente dei due Factory Oliveira e Binder, così come a Barcellona. Quando - per citare il buon Danilo ''bastava portare due fustini in più''.
KTM, HONDA E SUZUKI E invece in KTM i due ufficiali sono stati confermati, ed è stato annunciato ieri l'ingaggio di Remy Gardner dal team Ajo della serie cadetta al Tech3, al posto di uno tra Lecuona e Petrucci. Anche ammesso che sia lo spagnolo a far posto al giovane australiano, c'è sempre Raul Fernandez che è in predicato di salire anch'esso di categoria, sempre che continui a far vedere le cose incredibili fin qui mostrate nel suo anno da rookie in Moto2. Come l'Aprilia, anche la Suzuki non potrà iscrivere un team satellite (progetto peraltro arenatosi con la partenza di Brivio a fine 2020) ma a differenza della casa italiana i suoi due piloti ci sono e sono i confermati Mir e Rins, già sotto contratto. Lato Honda, infine, non dovrebbe cambiare nulla con i due fratelli Marquez che divideranno ancora il box con Pol Espargaro e Taka Nakagami.
E ROSSI? Resta la Yamaha. Nonostante i risultati sin qui deludenti, non è in discussione il posto di Maverick Vinales nel team ufficiale, al fianco del lanciatissimo Fabio Quartararo. Se Petronas firmasse l'accordo di rinnovo con la Yamaha è probabile che i privilegi della moto ''semi-ufficiale'' possano passare da Valentino Rossi a Franco Morbidelli, con il Dottore che potrebbe essere costretto a lasciare libero il posto ai più giovani. Per Valentino infatti, nello scenario fin qui descritto, l'unica possibilità di essere al via nel 2022 sarà quello di essere riconfermato dalla casa giapponese, ma visti gli scarsissimi risultati di questo avvio di stagione, e stando anche a quanto sempre affermato da Valentino (Continuerò se sarò ancora competitivo), è sempre più difficile che questo accada. Per il suo posto non sono ancora stati fatti nomi, ma la casa del Diapason ha tante frecce nella sua faretra: potrebbe opzionare un giovane della Moto2 come Dixon, Vierge, Roberts o Ogura, oppure pescare in Superbike, dove può già contare sul talento cristallino di Garrett Gerloff e Toprak Razgatlioglu.