MADE IN ITALY Non ci sono solo Davide Brivio e parte del team Suzuki Ecstar di italiano in questo trionfale 2020 per la casa di Hamamatsu, che si è aggiudicata il campionato piloti con Joan Mir e quello team della MotoGP, oltre ad aver vinto nell'EWC con il leggendario SERT - Suzuki Endurance Racing Team. L'azienda giapponese è stata accompagnata nei suoi trionfi dall'equipaggiamento tutto Made in Italy degli impianti frenanti Brembo. La casa bergamasca ha equipaggiato con la sua esperienza sia la Suzuki GSX-RR - rivelatasi la moto più equilibrata e guidabile dell'intero lotto nella classe regina del Motomondiale, portata al successo dalla coppia iberica composta da Joan Mir e Alex Rins, sia la GSX RR-1000 che nell'Endurance è stata guidata dal belga Xavier Simeon, e dai francesi Etienne Masson e Gregg Black. Il tutto reso ancora più prezioso perché avvenuto nell'anno in cui la Suzuki festeggia i 100 anni dalla fondazione.
PINZE ALL'ESORDIO La casa italiana però, sebbene di 41 anni più giovane, ha saputo essere all'altezza della situazione, mettendo a disposizione della Suzuki il più avanzato materiale su entrambi i mezzi. La Suzuki GSX-RR è stata equipaggiata dalle innovative pinze GP4 monoblocco in alluminio ricavate dal pieno con attacco radiale a 4 pistoni, dai dischi in carbonio e dalle pompe freno radiali, tutte naturalmente Brembo, oltre che dai cerchi Marchesini (altro marchio del gruppo Brembo) a 7 razze sia per l’anteriore sia per il posteriore. Introdotta ai test di Valencia, a fine 2019, e in quelli dello scorso febbraio a Sepang, la pinza GP4 era all’esordio nel Mondiale, un esemplare contraddistinto da un design estremo che riprende alcuni degli stilemi recentemente utilizzati anche sulle pinze moto per applicazione stradale e che introduce una soluzione tecnica innovativa: le nuove alette sul corpo esterno della pinza.
Pinza GP4 MotoGP 2020
DETTAGLI TECNICI Questa soluzione - come si è avuto modo di vedere soprattutto nelle infuocate gare estive di Jerez - ha garantito un raffreddamento migliore e più rapido della pinza stessa e, di conseguenza, di tutto l’impianto frenante. È stata contestualmente ridotta la quantità di fluido all’interno dell’impianto frenante, questo ha permesso una maggiore costanza e una diminuzione della spugnosità della leva. Alla proverbiale agilità delle Suzuki GSX-RR nei punti più tortuosi delle piste del campionato hanno contribuito i cerchi in magnesio forgiato Marchesini: assicurando alle moto un risparmio di peso in termini di masse non sospese, faveorendo l’accelerazione e la maneggevolezza nei cambi di direzione, ma anche in entrata curva a freno tirato, una migliore percorrenza anche con angoli di rollio elevati e persino in uscita a gas aperto. Anche grazie all’impianto frenante Brembo, la Suzuki ha interrotto con Joan Mir il duopolio Honda-Yamaha che si protraeva dal 2008.
Kenny Roberts Jr
SUCCESSI D'ANNATA Come detto, Suzuki ha conquistato nel 2020 anche il titolo Team, infrangendo anche in questo caso il duopolio dei team ufficiali Honda e Yamaha. Per Suzuki questo è il settimo titolo Piloti nella classe regina ma solo il primo della sua storia in MotoGP. L’ultimo Mondiale vinto dalla casa di Hamamatsu risaliva infatti al 2000, quando c’era ancora la classe 500. A imporsi fu Kenny Roberts Jr. con la RGV 500 grazie a quattro vittorie e a 9 podi, con un solo ritiro nelle 16 gare stagionali. Naturalmente anche quella Suzuki impiegava i dischi in carbonio e le pinze monoblocco radiali Brembo. Per dirla meglio, fu proprio Suzuki la prima Casa della classe 500 a impiegare le pinze radiali, a fine 1998, sulle moto di Nobuatsu Aoki e Kenny Roberts Jr. E quest’ultimo, al GP Malesia 1999, divenne il primo pilota a vincere un GP della classe regina, servendosi delle pinze radiali, all’epoca realizzate solo da Brembo. Montate per prima dall'Aprilia in 250 nel 1998, che monopolizzò quell'annata, delle pinze radiali si innamorò anche Suzuki, anticipando di qualche mese l’Aprilia. D’altra parte il grande passo in avanti che assicurarono fu subito evidente, con migliori prestazioni e più modulabilità. Guarda caso, il loro impiego coincise con lo sbocciare di Kenny Roberts Jr, che già nel 1999 conquistò 4 vittorie laureandosi vicecampione del mondo mentre l’anno successivo sbaragliò la concorrenza. Quel successo aprì gli occhi agli altri piloti e in poco tempo anche gli altri team, a partire da Honda (nell’agosto del 1999) e Yamaha (due mesi dopo), iniziarono a fare la corte a Brembo per ottenere la fornitura delle innovative pinze ad attacco radiali.
Mondiale EWC Suzuki 2020
PRIMI NELL'ENDURANCE Come ha ricordato lo stesso Davide Brivio, Team Manager di Suzuki Ecstar, il 2020 di Suzuki sarà ricordato anche per la conquista del campionato EWC 2019-20. Nel mondiale Endurance Suzuki ha raccolto lo scettro da Kawasaki, conquistando il suo 15° mondiale con il mitico SERT. Questa è però la prima volta che la Casa di Hamamatsu conquista l’EWC utilizzando i freni Brembo, preferiti a quelli giapponesi. Xavier Simeon, Etienne Masson e Gregg Black, i tre piloti che si sono alternati alla guida della GSX R-1000, si sono serviti della pinza Endurance24 dotata di pastiglie Z03, dei dischi T-Drive da 328 mm di diametro e 7,1 mm di spessore e della pompa radiale GP 19x18. Tutti naturalmente made in Brembo. Creata attraverso il software di ottimizzazione topologica, la pinza Brembo Endurance 24 si distingue dalle pinze usate in Superbike per pistoni di diametro differenziato e ridotto: questa soluzione permette ai tre piloti che si danno il cambio di trovare il feeling in frenata fin dall’uscita dai box, senza bisogno di adattamenti o compromessi. Il design della pinza è funzionale al cambio ruota, operazione che nelle gare Endurance viene effettuata all’incirca ogni 50 minuti, in concomitanza con il rifornimento: la pinza monta dei ritegni che trattengono le pastiglie evitando che fuoriescano durante il cambio ruota.
UN PO' DI STORIA Ogni azienda che compete nel Motorsport cerca continuamente nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere e Brembo non sfugge a questa regola. L’esordio della casa italiana in Formula 1 avvenuto nel 1975 è stato da subito al top, vincendo all'esordio uno dei titoli più iconici della leggendaria Scuderia Ferrari. Nel Motomondiale invece il primo a credere in Brembo è stato Roberto Gallina che nel 1976, appeso il casco al chiodo, creò il proprio team per correre in 500. Il primo anno la partecipazione fu episodica ma già nel 1977 arrivarono le prime soddisfazioni, con il 2° posto di Virginio Ferrari al GP Italia dietro a Barry Sheene. La prima vittoria di Brembo arrivò nel GP della Germania Ovest del 1978, sempre con Ferrari, un cognome che evidentemente porta bene alla casa bergamasca. Quella moto usava pinze Brembo a 2 pistoni da 38 mm, pompa assiale Brembo da 15,87 e un paio di dischi anteriori, anch’essi Brembo, ma in ghisa da 280 mm. La collaborazione proseguì con reciproca soddisfazione e nel 1981, sempre con le Suzuki RG 500, il Team Gallina conquistò il titolo Piloti con Marco Lucchinelli. La stagione seguente Lucky abbandonò il team italiano per passare in Honda ma il Mondiale fu ancora vinto dal Team Gallina, sempre con le Suzuki e gli impianti frenanti Brembo, con Franco Uncini in sella.