Il DG Ducati, Luigi Dall'Igna e il DS Aprilia Massimo Rivola hanno commentato la sentenza emessa dalla Corte d'Appello FIM
TEMPO DI ARGENTINA Già archiviata la positiva sentenza FIM per la Ducati è già tempo di pensare all'Argentina, il secondo weekend dell'anno che comincerà oggi con la conferenza stampa dei piloti e proseguirà in pista - come sempre - dal venerdì alla domenica. Andrea Dovizioso arriva a Termas del Rio Hondo con la leadership del campionato in tasca, ma sul tracciato sudamericano sarà dura battere la Honda, e anche le altre concorrenti, Suzuki e Yamaha in prima fila, sembrano agguerrite. Così Luigi Dall'Igna, direttore generale di Ducati, dopo aver commentato la sentenza della Corte d'Appello, ci ha tenuto subito a riportare il focus sulla pista.
NEL GIUSTO "Eravamo convinti di essere nel pieno rispetto delle regole e avevamo piena fiducia nella Corte d'Appello FIM" - ha spiegato Dall'Igna - "Possiamo solo dirci pienamente soddisfatti di questa decisione che non fa altro che confermare la piena regolarità del nostro lavoro. Ora ci concentriamo solo sul prossimo GP in Argentina." Gli fa eco Claudio Domenicali, CEO di Ducati Motor via Twitter: "La Ducati è orgogliosa della sua genuinità ingegneristica e della propria abilità di innovare. Molte persone hanno dichiarato la scorsa settimana che stavamo imbrogliando, speriamo che adesso tacciano e cerchino di batterci in pista."
DOVIZIOSO Il campione forlivese, protagonista della bellissima vittoria in Qatar su Marquez, non ha invece commentato la sentenza, guardando già all'Argentina: “Abbiamo iniziato il campionato nella miglior maniera”, dice Andrea Dovizioso - “La nostra base è buona e stiamo lavorando bene. A Losail abbiamo messo in gioco i nostri punti di forza, soprattutto in quanto a velocità di punta e accelerazione ma dobbiamo migliorare il passo per curva su un tracciato dove, teoricamente la nostra moto soffre un po’, sarà un bel banco di prova”.
ATTACCO ALLA FIM Della vicenda ha parlato invece il grande accusatore Massimo Rivola, direttore sportivo dell'Aprilia, dalle colonne della Gazzetta dello Sport: "Con la protesta volevamo soprattutto lanciare un campanello d'allarme, non far penalizzare Dovizioso e la Ducati" - spiega il dirigente ex Ferrari - "La speranza di cambiare qualcosa da subito c'era, anche se bassa. Però credo sia fondamentale migliorare il processo a livello di controllo regolamentare, [...] Dire che la Ducati ha imbrogliato non è la giusta conclusione. Si sono mossi in maniera giusta sfruttando le lacune, sono stati bravissimi ad andare al limite, il punto debole non è la Ducati ma chi fa le regole."