Non dovremmo mai dimenticarci che Dani Pedrosa non è un pilota qualunque. L'iberico, nato a Sabadell 38 anni fa, è una MotoGP Legend non per caso: ha vinto 54 gare, collezionato 49 pole position e 153 podi, e conquistato tre titoli mondiali consecutivi tra 125 e 250 (2 volte) . Alla sua illustre carriera manca soltanto il titolo della MotoGP, ma non è colpa sua se nella sua stessa decade sono nati piloti come Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e, qualche anno più in là, Marc Marquez. Nel massimo campionato è stato 3 volte secondo, 3 volte terzo e 4 volte quarto, e se corresse ancora oggi... un momento, ma Dani corre ancora oggi! Il pilota, che da qualche stagione fa il tester della KTM, ha contribuito con il suo lavoro a far diventare la moto austriaca una delle più competitive del lotto e poi ha partecipato quest'anno a due GP, nei quali, senza allenamento, ha colto solo risultati nobili: un sesto (sprint) e un settimo (GP) posto a Jerez e due quarti posti a Misano Adriatico, in entrambi i casi lottando con il campione del mondo Pecco Bagnaia e la Ducati per il podio fino all'ultimo giro.
IL CAPOTECNICO A seguito di questa prestazione in tanti si chiedono perché non riservare una sella anche per Danielito, che alla sua veneranda età sembra avere ancora cose da dire! D'altra parte a Misano è andato più forte delle altre quattro KTM in pista, solo che a Mattighofen, con l'approdo di Acosta nel 2024 hanno già sovrabbondanza di piloti. A spezzare una lancia in favore di Dani c'è stato mezzo paddock, a partire dal suo capotecnico Esteban Garcia che ha dichiarato al quotidiano spagnolo AS: ''Non lo farà mai, ma ha il livello di guida per correre un'intera stagione, Jerez e Misano lo dimostrano, il podio è stato alla nostra portata in entrambe le gare''. Sempre Garcia ha spiegato il motivo per cui Dani non si è mostrato troppo aggressivo nei tentativi di sorpasso a un Bagnaia menomato dall'infortunio: ''Dani è un pilota a cui non piace essere famoso per aver sbagliato. Eravamo a Misano per provare del materiale, e finire sotto ai riflettori per aver fatto cadere un pilota non sarebbe stata la cosa migliore da fare, né sarebbe stato bello. Per sorpassare in MotoGP, soprattutto Pecco, che frena molto tardi, bisognava semplicemente appoggiarsi a lui, e non eravamo li per quello''.
L'EX RIVALE Non finisce qui. Nel coro di sostenitori di Pedrosa si riconosce anche la voce del suo vecchio rivale Jorge Lorenzo, che nel fare i complimenti al collega non risparmia una stoccatina alla sua vecchia casa, la Honda, che - in un modo o nell'altro - è stata la responsabile del finale di carriera per entrambi. ''Nelle circostanze che ha affrontato la casa giapponese negli ultimi quattro o cinque anni, compreso l'infortunio di Marquez, sono convinto che oggi andrebbero infinitamente meglio se avessero tenuto Dani come collaudatore'', ha spiegato il maiorchino a DAZN. ''I meriti che ha sono enormi, non ho mai visto un pilota così minuto ottenere così tante vittoie in MotoGP, il che dimostra la tecnica che ha dovuto sviluppare per riuscirci. Dani è un pilota super sensibile che aiuta molto a capire quali parti vanno bene e quali sono sbagliate, lo ha dimostrato in KTM e la Honda ha perso molto con la sua partenza''.