Pecco Bagnaia e Jorge Martin si sono laureati campioni del mondo nel weekend, due piloti dal grande talento che proseguono la tradizione vincente di Italia e Spagna.
MOTOGP 2025 Provate a chiudere gli occhi e a immaginare chi si contenderà all'ultima curva il mondiale della classe MotoGP del 2025. Quel giorno Marquez avrà 32 anni, sarà sicuramente ancora in palla, e magari starà ritoccando record su record, dopo aver raggiunto e infranto quelli di Valentino prima, e di Agostini poi. Rossi avrà con ogni probabilità un suo team VR46 in MotoGP, e assisterà alle gare dal muretto, con i pugni che si stringeranno a ogni staccata, e il sedere che oscillerà a ogni curva dei suoi piloti, tanta sarà la voglia di essere ancora in sella. I vari Lorenzo, Dovizioso, Iannone, Zarco potrebbero aver già smesso o essere a fine carriera, e i grandi piloti risponderanno al nome di Vinales, Crutchlow, Rins, ma anche di... Morbidelli, Bagnaia, Bezzecchi, Martin e Mir, talenti assoluti, cristallini, tutti.
ANTIPASTO FUTURO Domenica scorsa, e durante tutta questa stagione, abbiamo assistito a un antipasto di quanto vedremo in futuro su questi schermi, soprattutto nel campionato di Moto3. Marco Bezzecchi, figlio dell'Academy di Valentino, alla seconda stagione completa in Moto3 si è giocato il titolo fino alla penultima gara con un altro notevole talento, quello dello spagnolo Jorge Martin. Nonostante i rispettivi cinque "zeri" in classifica, alcuni frutto di immaturità, altri della sfortuna più assoluta, nessun altro è stato in grado di impensierire la loro leadership, ed emergere così in un campionato competitivo e strategico come la Moto3, significa essere già di un'altra categoria. Il prossimo anni entrambi, lo spagnolo recordman delle pole stagionali nella classe leggera (è a una pole dal primato assoluto di tale Marc Marquez) e l'italiano riccioluto e aggressivo, si giocheranno il titolo di Rookie of the year della classe Moto2, e forse qualcosa di più.
MOTO2 2019 Di più perché dalla classe di mezzo se ne andranno molti protagonisti di quest'anno, e resteranno a darsi battaglia per l'iride i due fratelli d'arte Alex Marquez e Luca Marini (domenica alla prima vittoria in carriera, a Sepang), nonché Brad Binder e Lorenzo Baldassarri. A loro si aggiungeranno uno-due outisder, e perché no, ci potrebbe essere già spazio per qualche guizzo di "Bez" e "Martinator". Avanzeranno invece in MotoGP il fresco campione del mondo Francesco "Pecco" Bagnaia (ci torneremo fra poco), che correrà per la Ducati della Pramac Racing al fianco di Jack Miller; il runner-up di quest'anno Miguel Oliveira sarà invece pilota del nuovo team satellite KTM Tech3, al fianco del malese Hafizh Syarhin. E approderanno in serie A anche il francese Fabio Quartararo, che raggiungerà in Yamaha il campione 2017 Franco Morbidelli, e Joan Mir, spagnolo al primo anno di Moto2, Rookie of the Year (come Bagnaia nel 2017) e già chiamato tra i grandi sulla Suzuki che fino alla domenica di Valencia sarà di Andrea Iannone.
SPAGNA VS ITALIA. Tanti piloti spagnoli e tanti italiani, con pochi altri sprazzi di colore differenti dal verde-bianco-rosso o dal giallo-rosso. La novità è che però, se negli ultimi dieci anni la penisola iberica ha prodotto mediamente più talenti di quella italica, nelle ultime due stagioni sembra esserci stata un'inversione di tendenza. Basta guardare alle classifiche del mondiale, con quattro piloti italiani (Di Giannantonio, Bastianini e Dalla Porta oltre a Bezzecchi) ormai praticamente certi di concludere il mondiale Moto3 alle spalle dell'iridato Martin, mentre in Moto 2 vi sono tre italiani nei primi sette in classifica contro 2 spagnoli, con ben 11 vittorie a 0 per i centauri del Belpaese quando manca solo l'epilogo valenciano.
PECCO, PRIMA GIOIA A quest'ultimo dato contribuiscono per la maggior parte gli otto successi stagionali di un pilota brillante come Francesco Bagnaia: veloce, intelligente, razionale ma anche aggressivo quando serve. "Pecco", com'è universalmente conosciuto, è il primo iridato ufficiale del team VR46, un progetto nato a Tavullia per far crescere i talenti italiani sotto l'ala del campionissimo Rossi, e che sta dando tanti frutti. Il torinese - capace nel 2016 di arrivare quarto nel mondiale Moto3 con la Mahindra del team Aspar, e per questo opzionato dal team di Valentino per la successiva annata in Moto2 - ha prenotato il suo titolo a marzo, in Qatar, puntellandolo poi con i successi ad Austin, Le Mans, Assen, Spielberg, Misano, Buriram e Motegi e piegando la resistenza di un pilota tenace come Miguel Oliveira. Entrambi hanno visto la bandiera a scacchi in tutte le gare disputate, ma solo uno è stato in grado di mettere tra se e il rivale 32 punti in più, utili a festeggiare il titolo iridato con un round d'anticipo: ovviamente Bagnaia.
BACK TO THE FUTURE Torniamo dunque al 2025. Da una parte ci saranno il "vecchio", Marquez, Vinales, Rins, Mir e Martin a difendere, fortissimi, i colori della Spagna, dall'altra i nostri Morbidelli, Bagnaia, Bezzecchi a portare alto il tricolore, assieme a chissà quale altro talentino, magari sepmpre "made in VR46", come quel Celestino Vietti che da tre gare sostituisce Bulega in Moto3 e che è già stato capace di giungere a podio, secondo a Phillip Island alla seconda gara in carriera, e di affacciarsi nel gruppo di testa anche in Malesia, dove non aveva mai corso, salvo scivolare via alla curva 15 per un errore. O chissà quale altro tra i tantissimi talenti azzurri, da Marini a Baldassarri, da Di Giannantonio a Bastianini, a Arbolino e Foggia, farà loro compagnia. Insomma, anche nel 2025 tutti gli indizi portano a pensare che sarà ancora una lotta tra le due nazioni che hanno monopolizzato la storia recente del motomondiale, Spagna e Italia. Quartararo, Zarco, Crutchlow, Oliveira e Binder permettendo.