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Reduce dall'incidente in pista con Maverick Vinales a Le Mans, Francesco Bagnaia ha provato a spiegare al sito della MotoGP il motivo per cui sono aumentati gli incidenti nella classe regina. D'altra parte, solo nelle prime cinque gare del mondiale abbiamo visto gli infortuni gravi di Pol Espargaro, Enea Bastianini, Marc Marquez e Miguel Oliveira, nel quadro di un raddoppio degli eventi dovuto all'introduzione delle gare sprint del sabato. Il pilota della Ducati ha affermato: ''Da due anni cerca di vincere al primo giro anche chi non ha il potenziale per farlo, provando a superare sei piloti tutti insieme. Non va bene così, siamo tutti al nostro limite e ognuno è in pista per raggiungere l'obiettivo massimo, ma se già io freno al limite, è sbagliato cercare di fare qualcosa di più. Gli incidenti capitano di più nelle prime fasi di gara perché c'è troppa agitazione, bisognerebbe ragionare su come migliorare la situazione perché così com'è oggi, non è sicuro''.
Maverick Vinales (Aprilia) e Francesco Bagnaia (Ducati) e le ''botte'' dopo la caduta
GRIGLIA TROPPO OMOGENEA Il tutto in un contesto in cui la competitività è elevatissima. ''Ormai chiunque può vincere una gara, Fernandez è arrivato quarto, è sì un campione del mondo ma è al debutto in MotoGP. Non esiste più quel gap tra moto ufficiali e clienti che c'era in passato. I fantastici quattro (Rossi, Stoner, Lorenzo e Pedrosa) erano i piloti più forti in griglia, ma avevano anche il supporto di una moto ufficiale, e gli altri, anche volendo, non potevano stargli davanti perché gli mancava anche il potenziale tecnico. Il livello attuale è estremo, e il passo gara a Le Mans non è stato sicuramente velocissimo, escludendo Bezzecchi. Questo ha tenuto il gruppo unito. A mio avviso bisognerebbe tornare ad avere un po' di divario tra moto ufficiali e clienti, o trovare una soluzione per evitare certi incidenti''.
Herve Poncharal, team principal del team Red Bull KTM Tech3
ENORME SCIOCCHEZZA Quanto affermato dall'italiano è stato interpretato come un invito a limitare i team indipendenti in griglia, non tanto nel numero, quanto nell'efficacia. A rispondergli molto piccato è stato subito Hervé Poncharal, storico team principal del team Tech3, guarda caso lo stesso per cui corre Augusto Fernandez, autore dell'exploit quarto posto citato da Bagnaia. Il manager francese intervistato da PaddockGP ha affermato: ''Limitare le prestazioni delle moto dei team satelliti è un'enorme sciocchezza. Bagnaia mi ha stupito. Ho rispetto e ammirazione per lui, e di solito è equilibrato nei suoi commenti, ma lui come ogni altro pilota arriva da Moto3 e Moto2, e in MotoGP ha esordito in un team satellite. Era felice di avere una moto ad altre prestazioni quando correva per Pramac. A suon di progressi l'hanno chiamato nel team ufficiale. Per lo sport è fantastico il lavoro che Fim, Dorna e Costruttori hanno portato avanti per avere questa griglia così alta nei valori. Non siamo qui solo per riempire la griglia, ma anche per fare bene, vincendo gare e lottando per il titolo''.
LA CONTROREPLICA Affidandosi a Motorsport.com, Pecco ha subito replicato alle parole di Poncharal: ''Sono stufo di venire travisato ogni volta. Mi è stato chiesto di parlare di sicurezza e delle ragioni dell'aumento degli incidenti e ho semplicemente cercato di fare un'analogia dicendo che prima non succedeva. Credo che anni fa ci fossero meno contatti perché c'era molta differenza tra i primi piloti e gli altri. Ora è tutto molto più compatto. Io stesso sono arrivato in MotoGP con un team satellite (Pramac), come posso suggerire di creare differenze tra le moto ufficiali e quelle satellite? L'aumento delle cadute è dovuto al grande equilibrio di questo campionato, siamo tutti più vicini e freniamo tutti al limite. Anche quando si parte dalle retrovie e si sa di non avere il passo, si cerca di guadagnare più posizioni possibili grazie alla partenza, sfruttando al meglio le gomme nuove. Ecco perché ci sono tanti incidenti''.