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MotoGP 2016

Andrea Dovizioso: cosa manca alla Ducati dopo i test di Barcellona


Avatar di Federico  Maffioli, il 22/06/16

8 anni fa - Intervista ad Andrea Dovizioso, Ducati MotoGP

MotoGP2016, Dovizioso: ci manca tanto ma lavoriamo alla moto per l'anno prossimo. Andrea Iannone? Un pilota molto forte, però...

Dopo la prima gara in Qatar sembrava che la Ducati potesse tornare ad essere tra le favorite per la lotta al Titolo 2016 della MotoGP. Ma dopo l’introduzione del nuovo pneumatico posteriore con carcassa più rigida, introdotto da Michelin dopo l’episodio di Scott Redding alla seconda gara in Argentina, sono cominciati i problemi. Con la situazione attuale che vede Andrea Dovizioso, nono in classifica generale, riconfermato per i prossimi due anni, e Andrea Iannone, decimo e prossimo al passaggio in Suzuki per il 2017. Abbiamo incontrato Andrea Dovizioso e ci ha raccontato cosa manchi ancora alla Ducati, su cosa stanno lavorando, come arriveranno in Olanda e l’atmosfera che si respira nel Team.

Ciao Andrea, cominciamo dagli ultimi test che avete fatto a Barcellona Lunedì dopo la gara. Avete lavorato molto sulla moto e Michelin vi ha anche fatto provare due nuove soluzioni di pneumatici posteriori e uno per l’anteriore.

Sì, ma a livello di gomme noi abbiamo lavorato poco perché volevamo fare un lavoro nostro più incentrato sul setup. Quindi abbiamo solo provato quello che avevano scelto gli altri a fine giornata. La posteriore che abbiamo provato sembra interessante, prestazionalmente va bene, è buona e durava di più di quelle di Barcellona, però non abbiamo fatto un long-run, quindi non abbiamo la certezza che per noi sia davvero competitiva. Per quanto riguarda la moto, abbiamo fatto delle prove di setup per cercare di eliminare un po’ la vibrazione sul davanti, perché a Barcellona avevamo necessità di usare gomme dure e, con gomme dure, quando spingevi si creava questa vibrazione anomala. Adesso è un po’ migliorata, ma ancora abbiamo bisogno di ben altro. Posso dire comunque che i test fatti così servono sempre.

Quindi vi siete focalizzati sull’assetto. Magari cercando di trovare delle regolazioni che facciano lavorare bene gli pneumatici e riescano a dare più trazione. Ma è solo questo che vi manca?

No, credo che abbiamo bisogno di cose più grosse, ma non è facile durante la stagione fare cambiamenti importanti per capire e sistemare quello di cui abbiamo bisogno, c’è poco tempo. Nei test riesci a fare un buon lavoro se hai già certe cose a posto e devi provare solo a sistemarle. Se però devi fare modifiche tanto diverse, farlo durante la stagione è molto difficile. La nuova carcassa della gomma posteriore introdotta alla seconda gara in Argentina ha cambiato tantissimo, ha condizionato tante cose e sicuramente adesso stiamo facendo un po’ fatica, è stato un cambiamento improvviso che ci ha subito penalizzato ad inizio stagione. Però devo dire che non è solo quello, perché in certe piste anche quest’anno sono venuti fuori limiti che pensavamo di aver già superato. Quindi, la realtà è che dobbiamo lavorare su questi aspetti, ma non è facile farlo durante la stagione. L’importante è fare certe prove per capire come sviluppare la moto per il prossimo Anno. E’ la cosa più importante. Possiamo ancora fare bene, ma quando ci mancano certi aspetti poi facciamo fatica a stare davanti in gara.

In Qatar il pacchetto Michelin era buono per voi, poi in corso d’opera sono cambiate le cose. Come è davvero la fotografia dell’attuale situazione? Come arrivate in Olanda?

Ci mancano certe cose, come ho detto prima. E vale in generale, quando ti mancano, mancano in tutte le piste, in alcune posso essere meno evidenti, ma non cambia molto la situazione. Quando sei in MotoGP e gli avversati sono Honda, Yamaha e Suzuki con i piloti che hanno, se non sei a posto su tutto non ci stai lì davanti. Per questo ti dico che da una gara all’altra, se ancora stai lavorando sulla moto, non è che all’improvviso puoi stare davanti a giocarti la vittoria. Ci mancano certi aspetti e la conferma è che quando siamo arrivati in certe gare europee quest’anno sono venuti fuori gli stessi problemi dell’anno scorso. Di conseguenza dobbiamo migliorare quegli aspetti della moto.

Parli di aspetti da migliorare, ma quali sono?

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Sicuramente dobbiamo migliorare il grip dietro, questo è un aspetto molto importante. Poi dobbiamo far sì che la moto giri un pochettino di più, sia più rapida nell’ingresso curva. Queste cose condizionano tutto il weekend, quindi è questo che ci manca, non è solo una questione di setup. Se ti mancano queste cose, come ti dicevo, non è che lasci Barcellona, arrivi ad Assen e ti ritrovi davanti. E’ molto difficile.

Il fattore più discriminate in Olanda quale potrebbe essere?

Secondo me in Olanda potremmo fare meglio di Barcellona, perché c’è più grip di base, saremo più vicini come prestazioni e in più la temperatura sarà più fredda, questo è positivo per noi. Però sta di fatto che non riusciamo a far girare bene la moto in curva come dovremmo, di conseguenza nelle curve da raccordare rapidamente, secondo me, farò un po’ più di fatica. Poi, mai dire mai, ma come dicevo se ti manca quel qualcosa…

Parliamo dell’atmosfera che si respira nel team Ducati. Sei stato riconfermato per i prossimi due anni con il tuo compagno di squadra che andrà in Suzuki. Il fatto che, da questo punto di vista, i giochi siano fatti ha rilassato la situazione? Oppure è cambiato poco?

Da una parte, sapere con certezza del nostro futuro è una cosa che aiuta molto e rilassa. Poi, però, avendo uno come Iannone nel box, posso dire che rilassato non potrei mai esserlo, perché comunque è un soggetto particolare e si comporta in modi particolari… Sono contento che quest’anno siano venute fuori certe realtà e se ne siano accorti anche tutti gli altri…

Ok, Andrea Iannone ha fatto degli errori, però, se dovessi giudicarlo solo come pilota, come lo valuti?

Su questo non posso che dire che sia un gran campione, è un pilota molto forte. Questo non lo puoi certo negare!

Come lo vedi l’anno prossimo, cosa pensi del pacchetto Iannone-Suzuki?

E’ una domanda difficile. Sai fino a quando non provi una moto certi dettagli non potrai mai capirli. Secondo me la base è buona. Essendo la base buona, lui è uno veloce e secondo me può far bene. Poi, tra il far bene e stare davvero lì davanti c’è sempre una bella differenza, una grossa differenza. Quello dipende da tanti fattori, dallo stile di guida, dal livello della moto, dal team e dal rapporto che si crea. Fare pronostici su queste cose non avrebbe senso.


Pubblicato da Federico Maffioli, 22/06/2016
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