FUTURO ELETTRICO Oggi si scrive la storia della Ducati. A Modena sono stati tolti i veli alla prima moto completamente elettrica uscita dalla fabbrica di Borgo Panigale, che il prossimo anno sarà fornitore unico del FIM MotoE World Cup, la serie elettrica giunta alla sua terza stagione e fin qui equipaggiata da moto di un'altra casa italiana, la Energica. Il Made in Italy, dunque, continuerà a farla da padrone nel motomondiale grazie anche alla Ducati V21L, un bolide nato dalla strettissima collaborazione tra il reparto R&D di Ducati e Ducati Corse. Con un peso totale di 225kg, il prototipo della casa emiliana sarà equipaggiato da una batteria di 18kw/h da 110kg (quasi metà del peso totale, con all'interno 1.152 celle di forma cilindrica del tipo ''21700''), capace di erogare ben 150 cv e di essere caricata all'80% in meno di 45 minuti. La velocità? Al Mugello i tester Michele Pirro, Alex De Angelis e Chaz Davies l'hanno portata fino a 275 km/h, per fare un paragone con le attuali MotoE c'è un incremento di circa 15 km/h con 3 cavalli in più.
MOMENTO STORICO ''Qualche settimana fa ho avuto la straordinaria possibilità di guidare la Ducati MotoE in pista e mi sono reso immediatamente conto di star vivendo un momento storico'' - ha spiegato il CEO di Ducati, Claudio Domenicali - ''Il mondo sta attraversando un periodo complesso e la sostenibilità ambientale è un elemento che tutti gli individui e tutte le aziende devono considerare una priorità se si vuole preservare il delicato equilibrio del pianeta. Come Ducati abbiamo colto questa necessità e siamo andati alla ricerca di una sfida che ci consentisse di contribuire all’obiettivo comune di riduzione delle emissioni di CO2 e al contempo di tenere fede al nostro DNA legato alle competizioni. Abbiamo accettato con determinazione di sviluppare la più performante moto elettrica da corsa che la tecnologia attuale renda possibile realizzare e di utilizzare questo progetto come un laboratorio in cui costruire il nostro futuro. Il risultato che abbiamo raggiunto è sorprendente. Appena mi sono seduto sulla moto ho realizzato la qualità del lavoro svolto dal team e nel momento in cui sono rientrato nel box ho sentito un grande senso di orgoglio per quello che ancora una volta siamo stati capaci di creare''.
DALLA PISTA ALLA STRADA Il progetto MotoE ha una rilevanza strategica importantissima per la Ducati, poiché consentirà alla casa italiana di sviluppare competenze fondamentali per un futuro della mobilità che si sta rivelando sempre più elettrico. D'altra parte sperimentare soluzioni tecnologiche nel mondo delle competizioni è la cosa che a Borgo Panigale sanno fare meglio, e molta della competenza acquisita in pista sarà poi trasportata sui modelli stradali del futuro. ''Per Ducati avere la possibilità di diventare fornitori della FIM MotoE™ World Cup non è soltanto un’impresa tecnologicamente entusiasmante, è anche la maniera migliore per interpretare le sfide del nuovo millennio'' - ha spiegato Vincenzo De Silvio, R&D Director Ducati - ''Le competizioni rappresentano il terreno ideale sul quale sviluppare nuove tecnologie che poi andranno sulle moto di produzione. Al momento le sfide più importanti in questo campo rimangono relative alla dimensione, al peso, all’autonomia delle batterie e alla disponibilità delle reti di ricarica. L’esperienza di Ducati nella FIM MotoE™ World Cup sarà un supporto fondamentale per l’R&D di prodotto, insieme alla fisiologica evoluzione della tecnologia e della chimica. Far crescere le competenze interne all’Azienda già oggi è fondamentale per farci trovare pronti quando sarà il momento di mettere in produzione la prima Ducati elettrica stradale
DATI TECNICI E ora qualche altro dato, tratto dal comunicato: ''l’inverter, dal peso contenuto di 5 kg, è un’unità derivata da un modello ad alte performance impiegato nelle competizioni automobilistiche per mezzi elettrici, mentre il motore (21 kg di peso e un regime di rotazione massimo di 18.000 giri) è stato sviluppato da un partner seguendo le specifiche tecniche fornite da Ducati. L’intero sistema si basa su una tensione di 800V (a pacco batteria completamente carico) per massimizzare il rendimento del powertrain elettrico e, di conseguenza, le prestazioni e l’autonomia. Una delle soluzioni tecniche più avanzate sperimentate sul prototipo Ducati MotoE riguarda il sistema di raffreddamento. I componenti del prototipo sono raffreddati infatti da un sistema a liquido particolarmente sofisticato ed efficiente con un doppio circuito studiato per rispondere alle differenti esigenze termiche del pacco batteria e del gruppo motore/inverter. Ciò garantisce un’estrema regolarità delle temperature con benefici importanti in termini di costanza delle prestazioni ma anche delle tempistiche di ricarica. Non è infatti necessario attendere che il pacco batteria si raffreddi per poter iniziare il processo: la Ducati MotoE può essere caricata quasi contestualmente al suo ingresso al box e per ricaricarla fino all’80% della sua autonomia sono necessari circa 45 minuti. L’involucro del pacco batteria è realizzato in fibra di carbonio e svolge anche la funzione di parte stressata della ciclistica, analogamente a quanto avviene per il motore della Ducati Panigale V4, con un telaio monoscocca Front Frame in alluminio per la zona anteriore dal peso di 3,7 kg. Il retrotreno è composto da un forcellone in alluminio dal peso di 4,8 kg con geometria molto simile a quella della Ducati Desmosedici impegnata in MotoGP. Il telaietto posteriore, che integra codino e sella pilota, è realizzato in fibra di carbonio. Il comparto sospensioni prevede all’avantreno una forcella pressurizzata Öhlins NPX 25/30 con steli rovesciati dal diametro di 43 mm derivata dal componente in uso sulla Superleggera V4, mentre al retrotreno è presente un ammortizzatore Öhlins TTX36 completamente regolabile. L’ammortizzatore di sterzo è un’unità Öhlins regolabile. L’impianto frenante è fornito da Brembo ed è dimensionato per le richieste specifiche della Ducati MotoE. È composto all’avantreno da da un doppio disco in acciaio da 338.5 mm di diametro dallo spessore maggiorato, il quale presenta alettature sul diametro interno al fine di aumentare la superficie di scambio termico e migliorare il raffreddamento del disco in condizioni di uso estremo su pista. Questo doppio disco in acciaio è accoppiato a due pinze GP4RR M4 32/36 con pompa radiale PR19/18. Al retrotreno la pinza P34 agisce su un’unità a disco singolo da 220 mm di diametro e 5 mm di spessore con una pompa PS13. Per azionare il freno posteriore è possibile utilizzare anche un comando posizionato sul manubrio di sinistra, una feature di cui i team partecipanti al Mondiale potranno scegliere di dotarsi''.
Per chi vuole saperne di più, questo è il link al sito del progetto MotoE all'interno del portale della Ducati, mentre vi consigliamo di guardare tutto l'interessantissimo video messo a disposizione dagli uomini in rosso e che potete trovare in questo articolo.