FINALE EVITATO L'anno prossimo, a 42 anni suonati, Valentino Rossi sarà ancora al via della MotoGP, grazie all'accordo trovato con il team Petronas Yamaha. Una storia d'amore che sembra non finire mai, considerando che il pesarese è sbarcato nel motomondiale nel lontano 1996. Eppure, tutto ciò si sarebbe potuto interrompere già 8 anni fa, al termine della disastrosa esperienza in sella alla Ducati. Il Dottore conquistò solo tre podi nel biennio con le moto di Borgo Panigale e sembrava avviato verso il viale del tramonto. Proprio in quel momento, però, è intervenuta la Yamaha, la casa con cui Rossi ha conquistato quattro titoli mondiali prima di approdare proprio alla Ducati.
IL SALVATAGGIO DEL 2012 È stato lo stesso numero 46 a ricordare con gratitudine quel momento, riflettendo sui suoi ricordi della lunga esperienza con il team ufficiale della Yamaha: ''La cosa che ricordo di più è quando ho parlato con Lin Jarvis e mi ha detto che mi avrebbero dato un'altra possibilità di tornare nella squadra ufficiale alla fine del 2012. Per questo sarò sempre grato a lui e a tutta la Yamaha, perché in quel momento ero disperato e probabilmente se non fossi tornato nel team ufficiale avrei anche smesso di correre. Questo è il mio miglior ricordo''.
Lin Jarvis e Valentino Rossi
LA GIOIA PER I SUOI ALLIEVI Rossi nel 2013 è così tornato nel team ufficiale della Yamaha, arrivando a sfiorare il decimo titolo iridato nella controversa stagione 2015, quella dei veleni contro Marc Marquez, il quale fece di tutto per aiutare la vittoria finale di Jorge Lorenzo. Quest'anno, invece, Valentino è salito sul podio in una sola occasione nel GP Andalusia, ma il suo miglior ricordo del 2020 è legato a un altro weekend: ''Ci sono stati dei bei momenti nel 2020, come la prima gara a Misano, in cui sfortunatamente Mir mi ha tolto il podio nell'ultimo giro. Ho fatto una buona gara, Franco Morbidelli ha vinto davanti a Pecco Bagnaia e in Moto2 Luca Marini e Marco Bezzecchi sono arrivati primo e secondo. Quindi, è stato un grande giorno per l'Accademia''. Il tempo passa anche per il Dottore, capace di gioire per i successi dei ragazzi cresciuti nella sua accademia più che dispiacersi per la perdita dell'ennesimo podio di una carriera straordinaria.