Logo MotorBox
MotoGP 2021

L'ultima conferenza stampa MotoGP di Valentino Rossi


Avatar di Simone Valtieri, il 11/11/21

3 anni fa - A Valencia l'ultima conferenza stampa di Rossi da pilota MotoGP

L'ultima conferenza stampa MotoGP di Valentino Rossi
Il campione di Tavullia è ai saluti: il weekend del Gran Premio di Valencia è iniziato con la sua ultima conferenza stampa da pilota MotoGP
Benvenuto nello Speciale VALENCIAMOTOGP 2021, composto da 14 articoli. Seleziona gli articoli di tuo interesse cliccando il sommario VALENCIAMOTOGP 2021 qui sopra, oppure scorri a fondo pagina la panoramica illustrata dell'intero speciale!

L'ULTIMO SPETTACOLO Ci siamo, la fine di un'era è vicina. I titoli di coda scenderanno domenica pomeriggio, e per l'ultimo spettacolo ci sarà il tutto esaurito. Valentino Rossi non avrà alcun tipo di pressione addosso, visto che non lotta più per alcun risultato, e potrà divertirsi, assaporando ogni singolo secondo in pista e fuori, in questo weekend d'addio iniziato con la tradizionale conferenza stampa del giovedì. Ma oggi, di tradizionale, c'è stato ben poco. Il centauro di Tavullia si è presentato puntuale davanti a quella selva di microfoni che tante volte in carriera ha affrontato con persino più naturalezza di quella utilizzata per guidare una moto, ma stavolta è stato tutto diverso. L'emozione era palpabile negli occhi del pilota che, anche non considerando i risultati, ha lasciato il segno più profondo nella storia delle due ruote, cambiando radicalmente il DNA delle corse col suo approccio scanzonato e fantasioso. Di seguito la conferenza stampa compeleta del Dottore, l'ultima e più significativa.

Parlaci delle tue sensazioni
È stata una stagione particolare, specialmente nella seconda parte. Volevo provare a rendere normale la mia ultima gara ma non è possibile, è un momento molto importante per me, anche vedere insieme qua tutti i piloti della MotoGP e tutte le mie moto è una grandissima sensazione, cercherò di dare il massimo, magari che ci sia bel tempo domenica, e alla fine vedremo.

Cosa hai provato guardando le tue moto?
Io ho queste moto a casa, tranne le Honda, ho le Aprilia, le Yamaha... il modello del 2004 ce l'ho nella mia camera da letto, e ogni mattina quando mi sveglio vedo la moto, ma vederle tutte insieme così è commovente, mi fa pensare a tutta la strada fatta, visto il primo modello usato tantissimi anni fa e se pensiamo che anche dopo l'ultima ci sono stati altri dieci anni... è stato un percorso molto, molto lungo.

Cosa ti aspetti da domenica?
Quando ho fatto l'annuncio in Austria ho ricevuto tantissimi messaggi di sostegno, anche da tutti gli altri piloti ma anche quelli del passato, anche dai miei rivali e questo è molto positivo. Ho sempre immaginato questa conferenza stampa, chiaro che Valencia è un posto con un significato non troppo speciale per me per quanto accaduto in passato. La sensazione è comunque strana, ho cercato di affrontare tutto in modo normale, di solito questa è una bella gara per tutti, significa che cominciano le vacanze, che abbiamo tempo libero fino a marzo, ma è chiaro che penso che da lunedì per me sarà tutto diverso. Ho cercato di non pensarci molto, anche perché continuerò a correre con le auto, voglio solo divertirmi e apprezzare il momento, ma chiaro che la mia vita sarà diversa.

Vuoi chiedere le Honda per completare la collezione?
Ho parlato con Alberto (Puig) ho chiesto almeno di avere la 500, anche perché quella è la mia, me la dovevano dare avevo già il posto a casa, ma per qualche giorno la moto non è mai arrivata. Sarei felice se me la dessero, la curerei bene, con la giusta temperatura, avrebbe un bel posto a casa mia.

Per cosa vorrai essere ricordato?
Direi che la cosa più positiva della mia carriera è che tante persone hanno iniziato a seguire la MotoGP con me, lo sport è diventato più famoso non solo in Italia, anche nel resto del mondo. Aver visto che durante la mia carriera sono diventato qualcosa di diverso, una specie di icona, questo è stato un grandissimo piacere. Chiaro che per un pilota è più importante ciò che accade in pista, ma secondo me questa è stata la cosa migliore della mia carriera.

Cosa dire dei piloti qui presenti?
È un piacere avere qui tutti i piloti, i miei rivali, quelli che hanno corso con me e contro di me per tantissimi anni, è un bellissimo segno, sono molto felice e sono certo che rimarremo insieme, che avremmo un ottimo rapporto anche in futuro, questa è la cosa migliore.

Ci saranno tribune piene di giallo anche senza di te?
Penso che tutto continuerà anche nei prossimi anni, è chiaro che non sarà più lo stesso ma ci saranno molte persone con i cappellini gialli, una bellissima sensazione per me, è importante anche per la MotoGP e per il nostro sport. Il prossimo anno andrò ad alcune di queste corse con il nostro team, vogliamo sempre sostenere i piloti dell'Academy. Certo sarà diverso, non so neanche quello che potrò pensare, venire a delle gare senza poter correre, non so se mi divertirò o meno, dovrò sperimentare, lo sapremo l'anno prossimo.

14/11/21 la somma della data fa 46. Hai convinto Dio?
L'abbiamo scopeto 3-4 mesi fa e ci siamo detti, beh, non è stato facile convincere Dio... Nel corso della mia carriera sono successe molte cose che riguardano i numeri con esiti positivi, magari è un caso. Quando abbiamo visto che la somma faceva 46 abbiamo riso.

VEDI ANCHE



Hai qualche rimorso?
Sicuramente ho combattuto molto per vincere il decimo titolo, sono stato in grado di correre a un gran livello anche dopo, anche se l'ultimo vinto è del 2009, una vita fa. Mi sarebbe piaciuto vincere un altro titolo, come per esempio quello del 2010, sarebbe stato importante, simbolico, sarebbe stato come chiudere il cerchio, ma la vita va così, non posso reclamare nulla, ho avuto una bella carriera, e anche il numero 9 rientra spesso nei miei numeri: 89 vittorie, 199 podi, la maledizione del nove un po', era meglio non averla. Quel podio nel 2020 a Jerez era il 199° mi sono detto, mah... forse è l'ultimo, in quanto volevo cercare di arrivare a 200 ma va bene, è andata così. Non posso lamentarmi, ho lottato molte stagioni al vertice, quando si guida una MotoGP è sempre un enorme piacere e divertimento.

Hai capito meglio cosa hai fatto?
In questi ultimi mesi ho capito meglio quanto ho fatto, prima dell'Austria vivevo le mie stagioni dall'interno, come se fossi in un tunnel, in una dimensione chiusa, vale per tutti quelli che corrono in MotoGP, ed è difficile fare un passo indietro e capire cosa è accaduto intorno, perché siamo sempre estremamente concentrati sulla guida e sul lavoro. Ma è anche bello poter vedere un po' il tutto anche dall'esterno

Avrai ancora il tuo sticker Rossifumi anche sulle auto?
Ahah, si l'ho avuto sulla moto i primi anni, ero molto tifoso dei piloti giapponesi all'inizio della mia carriera, non so se metterò lo sticker in auto, ma perché no.

Anni fa dicevi che la tua sarebbe stata una storia infinita, che sogno hai adesso?
Non voglio cambiare, a volte nel corso degli anni ho pensato di essere alla fine della mia carriera, soprattutto dopo il 2012, pensavo di avere forse la velocità e la forza per proseguire ancora e lottare per vincere, poi ho corso per altri dieci anni, quindi questa storia infinita è un bel concetto, anche se poi finisce. Per quanto riguarda i sogni: avere una bella vita, divertirmi, diventerò papà, voglio rimanere comunque sulle piste ma non ho un sogno particolare, il mio sogno era di diventare un campione del mondo della MotoGP, ed è andata così.

Qual è stato il tuo rivale preferito e quello che invece hai sofferto o ti ha deluso?
La rivalità negli sport ad alto livello, soprattutto in MotoGP, non è una cosa che apprezzi molto, ma al contempo è fantastica perché consente a tutti di dare il massimo e andare oltre i propri limiti, ci spinge a trovare qualcosa dentro che non si pensava neanche di avere. Ho avuto enormi rivalità nella mia carriera, nella prima parte l'ho apprezzata perché vincevo di più, nella seconda ho perso, cito Biaggi, due italiani che spaccavano il tifo, ma poi anche con Stoner, Lorenzo, Marquez e con tutti i piloti degli ultimi anni, mi sono sempre divertito, è una cosa che a posteriori la ricordi come una cosa positiva.

Di cosa sei più orgoglioso della tua carriera?
I risultati chiaramente sono stati molto soddisfacenti, come dicevo prima, il fatto che la MotoGP è diventata più grande grazie a me, questa è stata la mia prima passione sempre e ho dato il mio contributo per migliorare il mio sport, e avvicinare tantissimi giovani o anziani, questa è stata una bellissima sensazione.

Non ti abbiamo mai visto piangere, pensi che succederà dopo la gara?
Non so sinceramente cosa accadrà dopo la gara di domenica. Spero di fare una bella gara e di arrivare fino alla fine, non posso fare previsioni. In genere quelli sono momenti in cui sono contento e sorrido, non piango molto, non so perché, è il mio carattere, spero onestamente di non piangere...

Come cambierà l'Academy senza di te nel truck?
Sono d'accordo con mio fratello Luca, negli ultimi anni siamo stati molto vicini a tantissimi piloti, ai nostri amici dell'Academy e la sera abbiamo sempre fatto festa insieme, è stato divertente. A volte abbiamo visto le prove, a volte cose divertenti, è sempre stato un momento molto bello. Quest'atmosfera è sempre molto particolare e tutti sono diversi dal punto di vista del carattere, e stare insieme e parlare del weekend di gara è sempre stato un bel momento. Io di sicuro verrò a delle gare, spero di portare anche il mio motorhome, non so se potrò farlo, e magari potremmo organizzare degli incontri del genere anche in futuro.

Sei disorientato in questo momento?
Sono abbastanza triste sotto un certo punto di vista, ma il momento più brutto l'ho già passato, è stato il momento in cui ho deciso di smettere. Quindi mi trovo a pensare a cosa farò il prossimo anno e diciamo che verso giugno, lì è stata dura, se fossi stato più competitivo avrei probabilmente continuato, invece ho dovuto smettere diciamo, e quello è stato un periodo abbastanza difficole, però adesso mi sento bene. Cerco di stare concentrato sulle gare perché comunque devo correre e non è facile cercare di dare il massimo, ma per il resto sto abbastanza bene.

Sei sempre stato il peter pan dello sport, qual è il tuo pensiero positivo?
Sono stato fisicamente fortunato a livello di DNA, anche se ormai sono grande fisicamente sto bene e mi sento giovane. Il carattere... mi è sempre piaciuto guidare e correre in moto, l'ho scoperto da bambino, fare a gara con gli altri su tutto, soprattutto con le moto, e stare con il mio team e lavorare per cercare di fare meglio. Poi la domenica quando le cose ti vengono che guidi bene e vai forte è una goduria senza pari. Il mio pensiero positivo è stato quello, essermi sempre divertito. Poi da lunedì non penso cambierà tanto, magari lo sentirò di più al prossimo marzo, però farò delle altre cose, però penso e spero che non cambierà tanto. Anche perché già non è che mi svegli proprio tanto veloce, se perdo ancora un po' di tempo sono rovinato...


Pubblicato da Simone Valtieri, 11/11/2021
Tags
ValenciaMotoGP 2021