La prima edizione di Campioni in Piazza la Ducati l'ha organizzata nel 2007 per celebrare il successo di Casey Stoner, quando ''Pecco'' Bagnaia aveva appena dieci anni, e si cimentava nel suo secondo anno di minimoto. Stavolta la festa è tutta per lui, e per il suo collega Alvaro Bautista, vincitore del titolo Superbike, anch'esso in sella - ovviamente - a una Ducati. Una doppietta che non c'era mai stata per la casa italiana, e che in pochi nella storia erano riusciti a realizzare. Quanto basta per festeggiare con i tifosi in piazza Maggiore a Bologna, con la alle 21 di un piovosissimo giovedì sera, con lo sfondo di una Torre della Garisenda illuminata di rosso.
PRESENTAZIONE SULLA NEVE Nella conferenza stampa che ha preceduto l'evento, ospiti del meraviglioso palazzo Re Enzo, hanno parlato tutti i big della casa di Borgo Panigale, a una manciata di km da Bologna, in primis gli artefici dietro le quinte - ma neanche tanto - del doppio successo, Claudio Domenicali e Gigi Dall'Igna, amministratore delegato del gruppo, il primo, e general manager il secondo, annunciando tra l'altro che con il ritorno di Wrooom, il prossimo 22-24 gennaio a Madonna di Campiglio saranno presentati - per la prima volta insieme - i team Lenovo Ducati per la MotoGP e Aruba.it Racing per la Superbike, alla presenza anche degli altri due piloti, Enea Bastianini - a Bologna per la prima volta in felpa rossa Ducati - e Michael Ruben Rinaldi, scortati dall'immancabile Michele Pirro, affidabile e fidato tester della casa italiana.
CONNUBIO PERFETTO Qual è stato il segreto della super stagione di Ducati, campione del mondo piloti, team e costruttori sia in MotoGP sia in Superbike, ce lo spiega subito Domenicali, che ai microfoni della stampa presente nell'ariosa sala conferenze, racconta: ''Ducati Corse è il connubio perfetto tra ingegno e passione. Il nostro successo deriva da gente come Gigi e da come ha interpretato la MotoGP, il 90% delle innovazioni portate in pista negli ultimi anni sono targate Ducati Corse'', rivendica con orgoglio l'ad. ''Ci piace pensare che qui a Bologna ci sia una fabbrica fatta di persone che hanno una competenza in grado di portare questi risultati qua. Sarà difficile batterci perché facciamo le cose in modo molto, molto dedicato, Ducati Corse è un'entità totalmente autonoma all'interno dell'azienda, che crede moltissimo nelle corse e mette le risorse nella miglior condizione di poter operare. Il nostro segreto è tutto qua, in questo equilibrio bellissimo tra efficienza scientifica e capacità di gestire la squadra''.
Bautista-Bagnaia pronti per la festa Ducati a Bologna il 15 dicembre 2022
ANNO D'ORO Non appena coinvolto sul palco, Dall'Igna ha snocciolato subito una serie di numeri impresisonati, quelli di una stagione irripetibile. O forse no. Quelli di un anno cominciato subito bene in Superbike, ma non in MotoGP, dove si sono sudate le proverbiali sette camicie per trionfare: ''Un anno d'oro'' - lo ha definito l'ingegnere barbuto - ''Frutto di lavoro, perseveranza e voglia di non mollare mai: 32 podi in MotoGP, 38 in Superbike, 70 podi complessivi con 9 piloti diversi'', e ancora: ''12 vittorie MotoGP e 16 in SBK, 16 pole in MotoGP con 7 piloti diversi. è stato raggiunto il traguardo dei 1000 podi in Superbike, siamo sul podio da 26 gare consecutive in MotoGP e Pecco ha fatto anche la rimonta record, recuperando 91 punti di svantaggio. Ecco, magari quest'ultimo record preferiamo non batterlo e che resti tale''. Scherza Gigi.
CHI NON RISICA... ''Il mio sogno era vincere il mondiale, ma mi vedrete ancora qui'' - ha rassicurato tutti Dall'Igna - ''E quando non mi vedrete più qua è perché sarò a passeggiare per le montagne e a sciare, niente F1 o altri team. Questo era l'obbiettivo principale, l'unico campionato che mi mancava, pensavo di vincerlo un po' prima onestamente ma, come dice Claudio, la MotoGP è un ambiente difficile, c'è voluta tanta perseveranza e alla fine siamo riusciti a realizzare questo sogno. Ma non è merito mio, questi ragazzi il risultato che hanno ottenuto lo avrebbero ottenuto anche senza di me, il merito è del team'', aggiunge con modestia il manager veneto, prima di chiosare. ''Abbiamo cambiato il passo, siamo diventati i migliori dal punto di vista tecnico e sportivo, anche grazie alla gestione dei team satelliti e della crescita dei piloti giovani, per poi portarli nel team ufficiale, su questo siamo stati più veloci e lungimiranti, e questo prima o dopo paga. Chiaro che abbiamo innovato e rischiato di più, e quando lo fai prima o poi i risultati arrivano''.