IL FATTORE ENEA All'inizio dell'anno non c'era neanche partita: Jack Miller, Jorge Martin (favoritissimo della vigilia) e Johann Zarco, avrebbero dovuto giocarsi, nel corso della stagione 2022, la sella al fianco di Francesco detto ''Pecco'' Bagnaia da Torino per il 2023. Dopo sette gare tutto è cambiato, ma proprio tutto. Enea Bastianini ha ribaltato il tavolo vincendone addirittura tre con una Ducati in versione 2022 già matura, mentre tutti e quattro i piloti dotati della Ducati Desmosedici GP23 hanno faticato a prenderci confidenza, trovando poi più o meno la quadra. Al netto di questi risultati, e del fatto che Enea Bastianini è l'unico ducatista al momento in lotta per il titolo mondiale, è impossibile non pensare quantomeno a un trattamento da ''ufficiale'' per lui la prossima stagione.
MotoGP: il podio del GP delle Americhe 2022 a Austin con Bastianini e Miller (Ducati) e Rins (Suzuki)
GRATTACAPO ROSSO Il supermanager Ducati, Gigi Dall'Igna, lo sa, ma alle schizofreniche voci del paddock e della stampa che si sono rincorse da inizio anno ha dato il giusto peso e non di più, ponendosi tutti gli interrogativi che una circostanza delicata come questa richiede. Comunque, per fare un rapido riassunto: Inizialmente sono scomparsi dai radar Zarco e Miller e nonostante un discreto inizio distagione, non se n'è più parlato. Bagnaia, che era persino già stato messo in discussione a inizio anno, è tornato presto intoccabile, e dunque si è spinto sulla sfida Martin-Bastianini per la sella accanto a Pecco, che nonostante continui talvolta a commettere errori resta pilota con il potenziale maggiore tra tutti quelli gestiti dalla Ducati. Ora la situazione di radiopaddock, alimentata da quello che sembra ilprobabile passaggio di Miller a KTM, è quella di dare per certo Enea come compagno di Pecco la prossima stagione, e le voci si sono fatte così grandi che nel dopogara di Le Mans - quando i due si sono affrontati in pista, e vuoi per un errore, vuoi per una casualità, Bagnaia è caduto sprecando punti iridati e lasciando vincere il più centrato Bastianini - i protagonisti ne hanno anche parlato apertamente ai microfoni della stampa.
MotoGP Francia 2022, Le Mans: Enea Bastianini (Ducati), sullo sfondo la caduta di Bagnaia
LE PAROLE DEI DUE Bagnaia aveva inizialmente detto di preferire Miller al suo fianco, e la doppietta in qualifica a Le Mans è stato un ottimo esempio capitato a fagiolo per dimostrare la sua tesi. Bastianini ha poi affermato nel dopogara: ''Percentuale di me in Ducati ufficiale? Non lo so, la decisione non è mia e non so niente, ma forse sul piano del merito credo di potermi guadagnare quel posto''. Infine, di nuovo Bagnaia, amareggiato per la caduta, ha aggiunto sul tema: ''Sono in squadra con Jack dal 2018 e ci conosciamo bene, è ovvio che se dovessi scegliere io lui sarebbe la mia prima scelta, ma non avrei problemi chiunque arrivasse, ho sempre avuto buoni rapporti con tutti i miei compagni di squadra, inoltre credo che Bastianini abbia dimostrato di meritare quelposto''. Quando i cronisti di Sky gli hanno poi riferito il commento di Enea sulla gara, ossia che ''Bestia'' è convinto di aver innervosito Pecco, lui ha risposto: ''Incominciamo bene... (ridendo). Può pensare ciò che vuole, ma la realtà è che lui era molto veloce e io ho commesso un errore di valutazione, ho provato a ripassarlo subito per fare come con Marquez ad Aragon, ma poi sono andato lungo e mi sono detto di non avere fretta che avevo tempo, e così ho rallentato in quella curva e sono caduto. Non è stata questione di pressione, in ogni caso, meglio che abbia vinto lui che un altro''.
LA DOMANDA Disegnato il quadro complessivo, veniamo alla domanda finale. Ma funzionerebbe una coppia Bastianini-Bagnaia in Ducati? Se c'è una cosa che non si può imputare alla casa di Borgo Panigale è la voglia di puntare forte sugli italiani, e dunque nel momento in cui ne hai due a disposizione con questo potenziale, impossibile non pensare a loro, anche se sul mercato si sono liberati due nomi di peso come Joan Mir (che però pare prenotato dalla Honda) e Alex Rins, e se si ha a disposizione un prospetto dal potenziale dirompente (se smettesse di cadere...) come Jorge Martin. Ma quello che ha dimostrato Bastianini è che si può vincere (per ora qualche gara, non ancora un mondiale), anche con un team satellite, e che se sei un ottimo pilota, e il team è quello giusto come il Gresini Racing, allora nulla è precluso. D'altra parte anche Fabio Quartararo ha fatto vedere cose mirabili quando era in Petronas, sebbene - va ricordato - mai nessuno nella storia della MotoGP ha trionfato con un team non ufficiale.
PICCHI E NO A maggior ragione, se Enea riuscisse nell'incredibile impresa, sarebbe impensabile non vederlo in rosso il prossimo anno, anche se è ancora molto presto per parlare di titolo. Il ragazzo di Rimini ha mostrato dei picchi di classe e concretezza infiniti quando si è trovato a suo agio con la moto, vincendo in Qatar, ad Austin e a Le Mans, ma li ha anche atlernati con prestazioni del tutto normali come quelle di Mandalika, Tarmas e Jerez, senza contare la caduta di Portimao. Al netto di queste prestazioni ondivaghe, va sottolineato anche che la forza di Bastianini sta anche nell'affiatamento con il team di Nadia Gresini, che per lui è come una famiglia, e con il suo capotecnico Alberto ''Pigiamino'' Giribuola, che lo ha recentemente paragonato a Marc Marquez.
LA RISPOSTA Fatte tutte queste premesse, il problema di una coppia Bagnaia-Bastianini sarebbe la rivalità intrinseca che andrebbe a innescarsi tra due piloti italiani, entrambi molto forti, che hanno però un tratto distintivo comune: hanno dimostrato di dare il massimo solo se perfettamente a loro agio con l'ambiente circostante, in pratica se sentono la fiducia riposta in loro e con a fianco un compagno amichevole o poco ingombrante, come Miller e Di Giannantonio in questo momento sono. Senza contare che Martin prima o poi smetterà di cadere, e se restasse in Pramac potrebbe mettere ancora più pressione nella pentola Ducati. La risposta più scontata, dunque, alla domanda se ha senso mettere questi due galli nel pollaio rosso, sarebbe no. Eppure la strada per diventare campioni è costellata di sfide come questa. In Honda, per esempio, non si stanno ponendo certo problemi a mettere Mir e Marquez insieme, così come in passato è successo con Rossi e Lorenzo in Yamaha. Magari sorgono muri nei box ed emergono malumori, ma alla fine chi ha la stoffa del campione emerge, sempre. Per questo, contro ogni logica, la risposta è sì, perché diciamolo molto chiaramente, entrambi lo meritano, e poi chi è che non ha voglia di scoprire di che stoffa sono fatti questi due meravigliosi piloti?