PETRUX DELLE SABBIE Ospite dell'evento di Nolan Group per la presentazione del casco di Casey Stoner - insieme ad Alex Rins, Aaron Canet e Federico Caricasulo - Danilo Petrucci è stato letteralmente bersagliato di domande dai presenti circa la sua prossima pazza e meravigliosa avventura nella Dakar. A metà tra il timoroso e l'emozionato, Petrux è stato molto loquace e chiaro nello spiegare cosa andrà a fare nel deserto (la prossima edizione si svolgerà in Arabia Saudita da 2 al 14 gennaio 2022). Tra caravan e bussole, escursioni termiche e statura (che stavolta, però, sarà un vantaggio rispetto alla zavorra che si porta appresso con la MotoGP), il ragazzo ternano non ha lesinato commenti.
La conferenza stampa Nolan a Misano Adriatico con Casey Stoner, Alex Rins, Danilo Petrucci, Aaron Canet, Federico Caricasulo
SENZA PRESSIONI ''Rispetto agli altri piloti come Alex, Aaron e Federico, io fino a 16 anni non avevo mai toccato una moto da pista'' - ha esordito Petrucci nel rispondere ai tre colleghi presenti, i quali erano stati prodighi di complimenti (ma anche di dubbi) circa l'avventura alle porte - ''Io ho fatto sempre cross, fin da bambino, ho più esperienza con le 'fuoristrada' che con le moto da pista, quindi per me è quasi naturale questa scelta. La differenza principale sta nella navigazione. Ci vuole esperienza e quello che mi manca è conoscere il deserto, quello è veramente complicato, però non ho la pressione di fare risultato, almeno per adesso, andrò per capire se, nel giro di due o tre anni, posso essere competitivo e per vedere quanto bisogna rischiare per essere veloci. Se capisco che è una cosa che si può fare continuerò, altrimenti no''.
Dakar 2021, Sam Sunderland (KTM)
CAMPER E TENDE ''In questa gara ci sono veramente dei pazzi che la fanno senza assistenza, hanno la moto, la tenda e basta'' - ha proseguito Danilo, passando al lato più pericoloso e affascinante della sfida - ''Ci sono concorrenti che hanno 70 anni, quindi non è un’impresa sovraumana a livello di fisico, quello che è sovraumano è la velocità a cui vanno, per quello bisogna tanto rischiare. Poi orientarsi con i gradi della bussola è una cosa complicata, non sei in pista che curvi a destra o a sinistra e basta: qui, a seconda di come sei orientato, ti danno un’indicazione sulla bussola e te devi capire dove andare. Quindi ci sto un po’ prendendo la mano, la settimana prossima comincio ad andare con la moto vera a fare i test a Dubai, solitamente noi facciamo 2-3 giorni di test in MotoGP, lì si fanno 1-2 settimane, devo abituarmi a tempi un po’ più lunghi e, soprattutto, ho la fortuna di farla almeno con un team ufficiale, e dunque con un camper. Solo noi e Honda, gli altri fanno tutto in tenda''.
Qatar 2021, Danilo Petrucci (Red Bull KTM Tech3)
TEMPERATURE ESTREME Un altro aspetto poco noto, che spaventa tanto Danilo, è quello delle temperature, ma anche delle tempistiche di gara: ''Tutti pensano che sia molto caldo, in realtà è freddo, soprattutto le mattine che parti alle 3-4 di notte per andare a fare la prova speciale e il trasferimento. Non so se me l’hanno detto solo per spaventarmi, ma mi hanno riferito che non ci si sveglia mai più tardi delle 3:30 di notte...'' - ha spiegato ridacchiando il ternano - ''L'anno scorso c'è stata una tappa in cui sono partiti alle 4 di notte con -6 gradi e poi alle 4 di pomeriggio c’erano 46 gradi!''. Tutto questo, però, passa in secondo piano di fronte a una filosofica verità: ''È un’esperienza che ti cambia la vita. Anche semplicemente non avere telefono e connessione per tanti giorni, sono tutte cose... avevo parlato con Casey (Stoner) tempo fa e gli ho chiesto perché ha smesso, e lui mi ha risposto che gli piaceva andare in moto, ma che quello era diventato solo il 5% della sua vita. Qui invece è il contrario, stai tutto il giorno sopra la moto, è molto, molto divertente. Anche ieri siamo stati a Barcellona, e dare gas sopra la moto non pensando alla benzina, alle gomme, correre da matti così da molto più gusto''.
Qatar 2021, Danilo Petrucci (Red Bull KTM Tech3)
IL FISICO (STAVOLTA) AIUTA ''Non posso dire di aver mai fatto gare di MotoGP facili'' - ha poi continuato Petrucci - ''Sono 45 minuti in cui dai tutto, ma spesso hai già dato tutto dopo mezz’ora, il problema è fare l’ultimo quarto d’ora. Alla Dakar io non so effettivamente quali saranno l’intensità e il ritmo, però ho la fortuna che non devo fare risultato, quindi, quando comincerò ad avere difficoltà, potrò anche un po’ mollare. E poi ci sono tante cose che si portano appresso da mangiare e da bere, quasi 4 litri di Camel Bag, tra cui un litro di acqua, uno di bevanda energetica e poi da mangiare. Però ci sono anche problemi tecnici, non puoi fermarti troppe volte a fare pipì o altro, e quindi devi stare attento a cosa mangi o bevi, perciò sarà molto diverso. E poi devi essere molto forte, ho un fisico proprio adatto per quello, io dall’anno scorso ho cominciato un po’ a soffrire la mia stazza in MotoGP, invece qua è un aiuto. L’intensità è più bassa ma la devi tenere per 6-7 ore''. Che il ragazzone ternano abbia finalmente (ri)trovato la moto adatta a lui? Ce lo auguriamo, in bocca al lupo Petrux!