ANOMALIA STATISTICA Lo scorso anno la Yamaha è stato il costruttore che ha riportato il maggior numero di successi nel Mondiale MotoGP, e per distacco: ben 7 su 14 gare disputate complessivamente, il 50% tondo tondo. Eppure, nonostante un bottino così concreto, non è riuscita a conquistare il titolo costruttori, né team, né tantomeno quello piloti. Andiamo a vedere caso per caso cos'è successo, e come questo potrebber ripercuotersi anche sul mondiale 2021. Sul mondiale costruttori il discorso è presto fatto: ha pesato tantissimo la penalità di 50 punti ricevuta per il caso valvole utilizzate a Jerez, senza la quale la casa di Iwata avrebbe preceduto la Ducati di 33 punti, invece di finirle alle spalle di 17.
Valentino Rossi e Fabio Quartararo (Yamaha), Francesco Bagnaia (Ducati)
MONDIALE PER TEAM Per quanto riguarda il mondiale per team, invece, anche senza le penalità il titolo non sarebbe stato appannaggio della casa dei tre diapason. I punti persi sono stati, infatti, 20 per il team ufficiale Monster Energy e 37 per quello satellite Petronas, e facendo due conti la squadra ufficiale di Rossi e Vinales avrebbe fatto solo un piccolo passettino in avanti, da sesto a quinto scavalcando il team Pramac, mentre il team Petronas di Morbidelli e Quartararo sarebbe rimasto comunque in seconda posizione dietro alla Suzuki. La considerazione primaria da fare, è che nonostante le 6 vittorie a 2, i punti di ritardo sarebbero stati ingenti anche senza la penalità: ben 25 contro i 62 incassati ufficialmente. Ma come mai? E come mai il team Factory di Rossi e Vinales ha raccolto invece solamente 178 punti, performando peggio della scuderia satellite?
Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e Valentino Rossi (Yamaha)
MEGLIO LA VECCHIA MOTO All'ultima questione è facile rispondere: Valentino Rossi, dopo un buon avvio di stagione, è incappato in una serie di sei gare senza punti, tra cadute, assenze per Covid e guasti tecnici, sufficienti a spiegare il gap di 70 punti circa a fine anno tra i due team. C'è però anche un altro fatto, ed è il più importante: i due piloti del team factory correvano entrambi con la M1 in versione 2020, così come Fabio Quartararo del team Petronas. L'unico a correre con la moto del 2019 era Franco Morbidelli il quale, tirate le somme, è stato il migliore del poker di piloti della Yamaha a fine anno. In effetti il progetto 2020 ha palesato delle lacune importanti soprattutto nella gestione delle gomme, e questa è stata la grana più grande dei progettisti giapponesi nel mettere in piedi la moto in configurazione 2021.
Yamaha YZR-M1 2021
GRANA PROGETTUALE Quest'anno, come l'anno scorso, saranno i due piloti ufficiali - Vinales e Quartararo, che ha preso il posto di Rossi - ad avere la moto aggiornata, ma ce l'avrà anche lo stesso Valentino, mentre Morbidelli passerà a una versione riveduta e corretta - si augura egli stesso - della moto 2020. Ma la nuova M1, presentata ieri mattina, è stata sviluppata a partire dalla 2020 o dalla 2019? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il team directore ''Maio'' Meregalli, a margine del lancio di ieri. ''Volevamo una moto che fosse più facile da guidare in ogni condizione. Lo scorso anno abbiamo sofferto la mancanza di grip ed è stato difficile adattare il setup a ogni pista. Per questo motivo abbiamo cercato di realizzare una moto più bilanciata per il 2021, che sia frutto dell'unione delle caratteristiche della M1 2020 e di quella usata da Morbidelli. E devo dire che non ricordo l'ultima volta che Yamaha ha preparato così tante novità''.
Valentino Rossi (Yamaha)
AGGIORNAMENTI E le novità - per scendere nel dettaglio - riguarderanno praticamente tutto il pacchetto: telaio, forcellone, appendici aerodinamiche e scarico. Per capire se gli aggiornamenti funzioneranno, però, occorrerà aspettare i test che tra tre settimane circa si svolgeranno sulla pista di Losail (dal 3 al 12 marzo), in Qatar, dove a fine mese venturo scatterà il mondiale. In quell'occasione le incognite saranno tante: in primis la moto sarà affidata nei primissimi giorni di shakedown al nuovo collaudatore Cal Crutchlow, che dovrà riprendere confidenza con una M1 che non guida dal 2013. Il britannico dovrà provare tanti pezzi e, ad aiutarlo nel lavoro saranno, nei giorni seguenti, soprattutto Vinales e Quartararo.
MotoGP Catalunya 2020, Franco Morbidelli (Yamaha) e Joan Mir (Suzuki)
IL CASO MORBIDO A Rossi le novità dovrebbero arrivare a ruota, mentre a questo punto ci domandiamo: cosa accadrà a Morbidelli? Il migliore dei quattro nel 2020 avrà a che fare con la problematica M1 titolare della scorsa stagione, seppure con qualche modifica per renderla più simile alla ''sua'' 2019, ma stando così le cose è possibile - speriamo non probabile - che se la M1 2021 dovesse andare forte, Frankie potrebbe ritrovarsi tra le mani il mezzo nettamente peggiore dei quattro messi a disposizione dal team, e non lo meriterebbe, soprattutto dopo aver salvato baracca e burattini nel corso dell'ultimo campionato, restando l'unico pilota in lizza per il mondiale fino alla fine, e vedendosi sfuggire il titolo solo per mera sfortuna, perdendo per strada punti soprattutto a causa di guasti e incidenti non dovuti alla sua responsabilità.