Bella non solo da vedere, ma anche da guidare. La MT-03 rivela una ciclistica sorprendente per feeling e agilità. Rapporti corti e motore pronto ai bassi la rendono divertente e facile. Prezzo molto interessante, soprattutto se rapportato alla qualità.
COM'È Sono stati oltre 1500 i tester improvvisati che hanno provato la MT-03 nell'area esterna Yamaha all'EICMA, un numero che la dice lunga sull'interesse che questa Yamaha suscita presso il pubblico. La nuova arrivata della famiglia MT ha in effetti tutte le caratteristiche per essere una moto "giusta". Ha un look molto attraente, tanti particolari non banali capaci di attrarre l'attenzione e trasmettea chi la vede e la tocca una qualità ben superiore a quella che ci sipotrebbe aspettare da una moto che costa 6.490 € chiavi in mano, lo stesso prezzo della XT 660 X e circa 1.000 euro in meno della FZ6.
TUTTO ORIGINALE Girandoci attorno si apprezza il lavoro svolto dai tecnici Yamaha. La MT-03 è fatta molto bene, con particolari molto curati e realizzati solo per lei. Se si esclude la parte tecnica (freni e forcella arrivano dalla FZ6, pur con settaggi differenti) c'è poco o nulla di riciclato da altri modelli, il che per una moto entry level non è assolutamente scontato.
TECHNO LOOK L'unica parte verniciata è il serbatoio, tutto il resto del look è composto da particolari tecnici, scarico, forcellone di alluminio, ammortizzatore laterale (che ha il pregio di riempire esteticamente il lato solitamente "sfigato" dei monocilindrici), sella (due piani e due differenti rivestimenti), fondelli dello scarico in acciaio satinato. Dove c'è plastica è di buona fattura e tanti particolari sono in alluminio (come le protezioni sopra al radiatore).
QUALITÀLa qualità è dunque degna del nome Yamaha e la dotazione non presta il fianco a critiche. Di serie troviamo l'immobilizer, l'hazard, e la leva del freno regolabile su 5 posizioni (anche questa non scontata su moto di questo prezzo vedi Pegaso). Non mi piace molto la finitura superficiale del forcellone, un po' troppo porosae che mi fa pensare ad una pulizia un po' laboriosa con l'andar deltempo, ma questo è l'unico appunto che mi sento di muovere.
NON TIRA LA CINGHIA Poco è cambiato rispetto al prototipopresentato a Milano due anni fa, come successo per la "01" anche la"03" è giunta alla produzione con ben poche modifiche rispetto allaconcept. Peccato solo per la scomparsa della trasmissione a cinghia (adesso la trasmissione è a catena), una soluzione che mi è sempre piaciuta per la sua pulizia e silenziosità,ma che in un sondaggio fatto da Yamaha ai tempi del prototipo eral'ultima priorità per il pubblico che evidentemente non l'ha ancoracapita.
CUORE MONO Il cuore è il monocilindrico da 660 cc ad iniezione che già conosciamo, appeso ad un telaio con struttura a diamante debitamente rinforzato per il montaggio dell'ammortizzatore laterale. Rispetto all'unità che equipaggia la XT-X (da cui deriva) cambiano la mappatura della centralina, la cassa filtro e lo scarico (catalizzato Euro 2), elementi sufficienti a mutarne leggermente il carattere. Anche perché per la MT Yamaha ha scelto rapporti più corti (15/47 anziché 15/45) che ne enfatizzano la vivacità. La potenza comunque non varia; la 660 Yamaha è annunciata per 45 cv a 6.000 giri con una coppia di 56,2 Nm a 5250 giri.La moto si presenta corta, alta, ingobbita, proprio come la sorellamaggiore. Ma le misure sono ben più compatte e alla portata di tutti,con un interasse di 1420 mm per un peso di 174,5 kg a secco ed un'altezza sella di 805 mm..
LA MOLLA NEL FIANCO La MT ha tutto per piacere, è una moto che fa scena, ma che non utilizza scelte fini a se stesse. Come il vistoso ammortizzatore laterale (molla rossa per la moto bianca, gialla per la moto nera e blu). Lascelta è dettata non solo da motivazioni meramente estetiche ma anchedalla volontà dei progettisti di spostare quanto più possibile le masseverso l'avantreno (distribuzione dei pesi 51% anteriore 49% posteriore) e in quest'ottica è stato costruito anche il telaio con il motore montato molto avanti e un forcellone piuttosto lungo. Il motore monocilindrico ha aiutato non poco in questo senso, anche il serbatoio è corto così che il pilota si avvicina alla ruota anteriore.Il vuoto lasciato dall'ammortizzatore, è stato riempito dal collettoredi scarico, molto lineare, che sfocia nel grosso silenziatore sottosella che simula il doppio scarico.
PROTOTIPO DI SERIE Per mantenere poi un aspetto vagamente da prototipo Yamaha ha scelto il minimalismoper il faro e per la strumentazione, davvero piccoli, anche se neldisplay della MT c'è spazio per tutte le informazioni necessarie alpilota (compreso l'azzeramento automatico del parziale all'entrata in riserva segnalata dalla spia)
FATELA VOSTRA Senza dubbio una moto molto interessante percontenuti estetici. Il carattere c'è, e visto l'interesse dimostratodal pubblico all'Eicma c'è da pensare che questa sarà davvero un bruttocliente per le concorrenti dirette. Come per la 01 anche per la MT-03 gli accessori abbondano. Da segnalare senza dubbio il codino monoposto e il bellissimo doppio scarico Akrapovic omologato,oltre ai due convogliatori d'aria un Texalium (un nuovo materialeproposto da Yamaha) che, oltre a dare alla MT un'aria vagamente offroad, coprono anche maggiormente il radiatore.
COME VALa guardi: è una naked. La guidi: è una motard, direi che nel caso della MT-03 il termine crossover utilizzato da Yamaha calza a pennello. La monocilindrica di Iwata, infatti, si pone proprio a metà tra le due categorie ed è zeppa di contaminazioni, da una parte e dall'altra. In sella l'impostazione è proprio quella delle moto da traverso, con quel manubrio così largo hai subito la sensazione di controllo totale del mezzo. Leguance applicate ai lati del serbatoio e il serbatoio stesso fanno sìche la zona di passaggio delle gambe sia un po' "ciccia", soprattutto considerando che siamo a bordo di una monocilindrica. C' è anche una ragione però, in questo modo nessuna parte delle gambe passa vicino né allo scarico né all'ammortizzatore.Una bella posizione, con ampio spazio tra la sella (dall'imbottituratendente al rigido ma senza esagerare) e le pedane e un ottimoinserimento nel posto di guida.
SUBITO AMICA Il feeling con questa moto è assolutamente immediato, chi non è avvezzo alla guida con cambio e frizione non farà alcuna fatica ad imparare con la MT-03, che si rivela subito leggera, facilissima e intuitiva. Però la moto è in grado di soddisfare anche chi è già più esperto, soprattutto grazie alla ciclistica che si è rivelata decisamente superiore alle mie aspettative,mostrando con i fatti che non occorre avere mille regolazioni osospensioni da superbike per ottenere un buon assetto da una moto.
BELLA GUIDA La prima impressione che avevo avuto durante laminiprova dell'Eicma trova piena conferma appena ci troviamo a guidaresu una splendida strada costiera spagnola nei pressi di Girona. La MT non è solo moto da esporre al bar, ma sa il fatto suo anche quando c'è da guidare. In questi giorni fa un freddo cane anche in Spagna e l'asfalto è praticamente ghiacciato, ma nonostante tutto la Yamaha trasmette molta sicurezza e comunica moltissimo ciò che accade nell'interfaccia pneumatico/asfalto. Così ti fidi molto di lei da subito e non ci vuole molto perché il ritmo si alzi a livelli che di turistico hanno ben poco.
COMPLIMENTI ALL'ASSETTO La MT-03 è invitante, sicura, con un telaio che trasmette grande solidità e sospensioni a cui non mi sento di muovere alcun appunto.Il setting della forcella è ottimo, (più rigoroso di quello della FZ6)sia in percorrenza di curva, sia in frenata dove l'affondamento è moltoben controllato. Lo stesso dicasi per l'ammortizzatore, tutto èimpostato tendenzialmente sul rigido e il lavoro per centralizzare lemasse e spostare i pesi verso l'avantreno influenza positivamente laguida.
NAKEDMOTARD? Il manubrio così largo invoglia a guidarla con il gomito alto in perfetto stile motard, quasi quasi vien anche voglia di tirar fuori la gambetta, di sicuro vien voglia di entrare impostando una glisse ad ogni curva.Altrimenti te ne puoi stare comodamente in sella muovendo solo il bustoper condurla all'interno delle curve veloci dove la sua grande agilitànon ha alcun influsso negativo sulla stabilità. In entrambe le situazioni la MT-03 offre un rigore ciclistico davvero entusiasmante e grandissima sicurezza arriva soprattutto dall'avantreno, mai fatuo o leggero.
TOBOGA Il percorso su cui si è svolto il test è una strada costiera dove inpochi chilometri si contano 320 curve, tante da farsi venire il mal ditesta, in questo scenario la MT si muove come un gattino nella bambagia mostrando il meglio di sé. Agile, ma assolutamente mai nervosa sgattaiola tra le curve come niente fosse piegando fino a che i distanziali delle pedane iniziano a scrivere sull'asfalto. Facile, perché tieni da subito un buon ritmo e non ha mai reazioni scomposte, anche nella correzione dell'ultimo secondo (cosa che su strada avviene molto spesso) la moto dà risposte istantanee. Freni-imposti-acceleri, e così via una curva dietro l'altra divertendoti senza alcuno stress, perché la potenza non spaventa nessuno e la moto la usi tutta.
MONOKODO Il motore ci mette del suo, va dato atto a Yamaha di essere riuscita a riproporre in piccolo la filosofia della MT-01 (il famoso Kodo ovvero la pulsazione profonda secondo la scuola giapponese). Ilmono della MT-03 pulsa, è vivo proprio come il fratellone bicilindricoe dagli scarichi esce un bel rumore con qualche scoppiettio in rilascioche aumenta la coreografia.
RAPPORTI CORTI Pulsazioni da non confondersi con levibrazioni che sono davvero limitate, avvertibili ma senza mai esserefastidiose solo agli alti regimi in particolare in rilascio. La nuova mappatura e i rapporti corti (a 5.000 giri si viaggia a 115 indicati, a 7.000 si è a 160) hanno un po' mutato il carattere del mono Yamaha rispetto all'XT. In perfetta sintonia con la filosofia MT anche la "03" dà il meglio di sé ai bassi e medi regimi,da 2.500 riprende senza recalcitrare, da 3.000 inizia a pompare almeglio e da lì in poi si dispone di una bella spinta, molto godibilequando di gioca solo con il gas sui percorsi tortuosi. Ci si può spingere anche fino a 7.000 (zona rossa 7.500 e in quinta i giri si prendono tutti a 171 orari indicati) ma non serve, la cambiata ideale è a 6.000 giri o giù di li.
NE VOGLIO SEI Un motore che fa il suo dovere, anche se con una ciclistica così invogliante e precisa alla fine vorresti ancora qualcosa in più a livello di potenza e allungo, o anche un cambio a sei marce così da avere rapporti più ravvicinati e godere ancor più del tiro in uscita di curva. Certo con più potenza la MT-03 magari non sarebbe altrettanto equilibrata,mentre adesso è un giochino molto, molto divertente e godibile in ognisituazione. Potrete provarlo voi stessi, perché la moto sarà disponibile a partire da metà dicembre e da gennaio tutti i concessionari Yamaha avranno a disposizione una demo bike da far provare al pubblico.