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Prova

Triumph Bonneville T 100


Avatar Redazionale, il 20/05/05

19 anni fa - Senza tempo ma con qualche cc in più.

La cilindrata aumenta sì e no di un bicchiere, ma è sufficiente a cambiare il carattere alla resuscitata Bonnie. Il serbatoio bicolore e altri dettagli la rendono più preziosa.

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COM'E' Lo stile cambia poco rispetto alla Bonneville Black, rimasta l'unica disponibile con il motore 800cc, se non per alcuni dettagli che rendono la Bonnie T100 più luccicante e dotata. Ma la vera differenza sta sotto il serbatoio con un bicilindrico più potente.

BICOLORE

Di serie la T100 ha il serbatoio bicolore, piacevole reminiscenza degli anni d'oro della vecchia inglesina, quando scorrazzava sui lungomare à la page alla fine degli anni 60. Due sono le colorazioni disponibili, bianca con disegno rosso-arancio Tangerine e nera con disegno bianco Opal White. Tutti i filetti sono, of course, realizzati a mano da abili artigiani inglesi. Al bicolore si aggiunge un altro dettaglio d'antan, le meravigliose guancette nere su cui appoggiare le ginocchia e stringere il serbatoio.

 


A TUTTO CROMO

Il lavoro di impreziosimento continua anche nelle parti basse, con tutti i carter del motore cromati e ben luccicanti. Cromato è anche il tappo del serbatoio: d'accordo lo stile, ma uno straccio di serratura con i tempi che corrono forse sarebbe meglio averla. Come per la sella, apribile da chiunque e quindi inutilizzabile per riporre anche soltanto i documenti. La dotazione di serie si arricchisce invece del contagiri, montato su una piastra in alluminio spazzolato accanto al tachimetro.

SUPERQUADRO

La vera novità della Bonneville T100 non sta nei dettagli estetici, quanto nel cuore bicilindrico. La cilindrata aumenta fino a 865cc, incremento ottenuto allargando l'alesaggio fino a 90 mm e mantenendo uguale la corsa di 68 mm, fino a ottenere un motore ancora più superquadro. Il risultato dell'operazione sono 63/64 bei cavalli con 68 Nm di coppia massima a 6000 giri.

 


TUTTO HA UN PREZZO

Motore nuovo e dettagli preziosi costano cari: la Bonneville T100 costa 8.900 euro, 1.200 euro in più rispetto alla Bonneville 800cc Black.

COME VA

Duecento e non li dimostra. Pur superando la fatidica soglia di cinque chilogrammi, la Bonneville sembra sempre pesare la metà, pronta per la prova costume. Effetto della sella bassa (775 millimetri da terra) e del profilo smilzo che trasmettono una sensazione di leggerezza. La posizione di guida, poi, è confortevole, né alta né bassa, con la giusta inclinazione del manubrio e delle manopole. La sella è un po' duretta, ma comunque confortevole.

LIBELLULA

La sensazione di leggerezza che la Bonneville trasmette da ferma e in manovra, continua anche in marcia. La Bonnie T100 è facile da guidare, adatta anche a motociclisti alle prime armi e alle motocicliste più smaliziate. Facile non significa che la Bonneville sia una moto da passeggiata, adatta soltanto allo struscio in passerella o alla sostituzione elegante dello scooter cittadino. La Bonnie piega fino alle pedane e si lascia guidare tra curve e controcurve con grande precisione e divertimento. I comandi rispondono bene anche quando il gioco si fa duro, con un cambio che con sbaglia un colpo, la frizione adatta anche a mani femminili e freni adeguati al peso della Bonneville.

 


T-REX

Il nuovo motore, poi, contraddice le leggi dell'ingegneria. Da buon superquadro dovrebbe essere predisposto all'erogazione sportiva della potenza, infischiandosi di offrire una spinta corposa ai bassi regimi. Il motore della T100, invece, gira molto bene anche ai bassi regimi, offrendo tutta la spinta necessaria alla guida brillante senza sentire il bisogno di tirare le marce. Rispetto alla Bonneville 800, si viaggia forse alla stessa andatura, ma in souplesse, senza strizzare il motore e lavorare troppo con il cambio.

IL BICCHIERE DELLA STAFFA

La differenza di prezzo tra le due Bonneville è considerevole ma, forse, ne può valere la pena. Sono due moto altrettanto facili e piacevoli, poco impegnative per tutti anche se si ha fretta, ma la T100 ha un effetto placebo più marcato sui depressi.

Pubblicato da Stefano Cordara, 20/05/2005
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