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E' la moto "seventies" per eccellenza. La Bonneville, in questa nuova versione SE, conquista cerchi in lega entrambi da 17", una posizione in sella leggermente rinnovata, carter satinati e una bellissima colorazione bicolore. Il prezzo? Sono sufficienti 8.800 euro per portarsi a casa l'essenza del vintage a due ruote.
UN CLASSICO DI SUCCESSO Da quando nel 2000 è tornata ad affrontare le strade la "Bonnie" infatti non ha fatto altro che essere apprezzata per il suo stile, per il suo funzionamento "burroso" fino a diventare un successo commerciale. Solo nel 2008 sono state ben 1.325 le nuove Bonneville arrivate sulle nostre strade (ventisettesima moto più venduta in Italia). Un successo che continua anche nel 2009 (731 moto immatricolate fino a maggio) e che si spiega non solo con lo stile e il fascino del marchio, ma anche per il fatto che una moto come questa Triumph è rassicurante, non promette cose che non può mantenere, tiene il valore, ed essendo una classica alla fine… è sempre di moda.
LEGA O RAGGI? Un piccolo particolare… le nuove ruote sono in lega, sette razze dritte ed una lavorazione meccanica che regala ampie zone satinate rendono l'insieme lievemente più moderno. Non saranno pochi coloro che, su una moto come questa, preferiranno il vecchio stile dei cerchi a raggi. Poco male, per loro c'è sempre la T 100 (che però costa di più è ha ancora la ruota anteriore da 19").
STESSO CUORE... Tante novità, quindi, tranne che per il motore. Il bicilindrico frontemarcia che equipaggia la Bonneville non cambia di una virgola rispetto alla precedente versione. 865cc, doppio albero a camme in testa, raffreddamento ad aria, 5 rapporti e iniezione elettronica, tutto per 67 cv 7500 giri e 69 Nm a soli 5.800 giri.
CICLISTICA? NESSUNA SORPRESA Il telaio è il medesimo doppia culla di acciaio che fino ad oggi ha equipaggiato la Bonneville. Forcellone tubolare e nulla di nuovo nemmeno per le sospensioni. Dietro lavora il classico doppio ammortizzatore regolabile solo nel precarico delle molle e all'anteriore una tradizionale forcella con steli da 41 mm. Completano il quadro freni a disco (310/255 mm) e pinze flottanti per frenare gli oltre 200 kg a secco.
COME ERAVAMO Anche la chiave posizionata accanto al faro, il bloccasterzo sul cannotto (con un'altra chiave) e il manettino dello starter (accanto ai carburatori, pardon all'iniezione) obbligano a movimenti appartenenti ad un passato che la Triumph non vuole dimenticare. In questo caso, però, togliendo un po' di praticità a chi la moto la utilizza.
ENGLISH STYLE Sia per la frizione sia per il cambio siamo costretti a convivere con i tipici difettucci che in passato (ma non solo) hanno contraddistinto la produzione inglese. La frizione è morbida, piuttosto precisa ma scostante nel rendimento. Se strapazzata tende a modificare in fretta la progressione dello "stacco". Il cambio è vagamente impreciso. Finché si va piano è tutto ok, ma quando si vuole essere più rapidi negli innesti tende ad impuntarsi e le "sfollate" non sono poi così rare.
SECCA DIETRO... Andare a passo accelerato mette però in luce una risposta delle sospensioni posteriori non particolarmente accomodante. Gli ammortizzatori hanno una risposta molto secca, e se in città questa caratteristica semplicemente disturba il fondoschiena, la situazione diventa più problematica quando ci si trova in curva, in velocità ad affrontare un tratto rappezzato e sconnesso situazione in cui la moto tende a scomporsi un po', sporcando in parte le intenzioni del pilota.
FRENATA ACCOMPAGNATA Anche il reparto freni è figlio della stessa filosofia per nulla "avvelenata", ma in questo caso avrei preferito sicuramente un po' di mordente in più. Il peso a secco di 200 kg dovrebbe imporre una maggiore potenza frenante e anche se dotare la Bonneville di un doppio disco anteriore suonerebbe come un sacrilegio, si può sicuramente migliorare questo aspetto. Detto questo, però, e guardandosi in giro su quanto offre la concorrenza diretta… nessuno fa meglio della Bonneville, per cui…