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Triumph Bonneville SE


Avatar di Alberto Raverdino, il 25/06/09

15 anni fa - E' la moto "seventies" per eccellenza. La Bonneville, in questa nuova versione SE, conquista cerchi in lega entrambi da 17", una posizione in sella leggermente rinnovata, carter satinati e una bellissima colorazione bicolore. Il prezzo? Sono sufficienti 8

E' la moto "seventies" per eccellenza. La Bonneville, in questa nuova versione SE, conquista cerchi in lega entrambi da 17", una posizione in sella leggermente rinnovata, carter satinati e una bellissima colorazione bicolore. Il prezzo? Sono sufficienti 8.800 euro per portarsi a casa l'essenza del vintage a due ruote.

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COM'E' Quando si ha la fortuna di avere un passato glorioso e di aver prodotto modelli dotati di un fascino indelebile, sembra facile riuscire a ricreare la stessa atmosfera di allora e suscitare emozioni vere anche dopo trent'anni. In realtà non si tratta di un'equazione particolarmente scontata. In ballo c'è la volontà di realizzare un modello che sia tecnicamente a passo con i tempi e allo stesso tempo incapace di sbugiardare la propria immagine e l'estrazione rètro. Con queste premesse la Triumph Bonneville, non ha praticamente rivali.

UN CLASSICO DI SUCCESSO Da quando nel 2000 è tornata ad affrontare le strade la "Bonnie" infatti non ha fatto altro che essere apprezzata per il suo stile, per il suo funzionamento "burroso" fino a diventare un successo commerciale. Solo nel 2008 sono state ben 1.325 le nuove Bonneville arrivate sulle nostre strade (ventisettesima moto più venduta in Italia). Un successo che continua anche nel 2009 (731 moto immatricolate fino a maggio) e che si spiega non solo con lo stile e il fascino del marchio, ma anche per il fatto che una moto come questa Triumph è rassicurante, non promette cose che non può mantenere, tiene il valore, ed essendo una classica alla fine… è sempre di moda.


AGGIORNAMENTI Insomma la Bonneville è un buon affare, non solo per chi la compra ma anche per chi la produce, che non a caso non smette mai di evolvere il progetto. Da qualche anno è arrivata l'iniezione elettronica (magistralmente nascosta in finti carburatori) e le ultime novità in ordine di tempo riguardano proprio l'edizione 2009 che festeggia l'arrivo delle nuove ruote in lega da 17 pollici pronte a rimpiazzare l'accoppiata 17/19 della versione precedente cambiando ovviamente parecchio il comportamento di guida (minore effetto giroscopico=maggiore agilità) e contribuendo all'alleggerimento generale della moto di circa 10 kg. Inoltre si abbassa anche la sella Solo 740 mm separano il vostre chiappe dal suolo; in questo modo sarà possibile contare su un appoggio sempre perfetto.

LEGA O RAGGI? Un piccolo particolare… le nuove ruote sono in lega, sette razze dritte ed una lavorazione meccanica che regala ampie zone satinate rendono l'insieme lievemente più moderno. Non saranno pochi coloro che, su una moto come questa, preferiranno il vecchio stile dei cerchi a raggi. Poco male, per loro c'è sempre la T 100 (che però costa di più è ha ancora la ruota anteriore da 19").


SPECIAL EDITION Con questa versione SE in vendita a 8.800 ?, invece, Triumph offre un richiamo diretto agli anni '70, abbandonando anche lo scarico a bottiglia in favore di quello a "megafono" (in realtà silenziosissimo, fin troppo) tipico delle moto di quegli anni. Lo stile è ancora una volta impeccabile, tanto che accade fin troppo spesso che qualcuno, nemmeno troppo distratto, abbia il dubbio di vedere una Bonneville d'epoca perfettamente restaurata piuttosto che una moto appena immatricolata.

STESSO CUORE... Tante novità, quindi, tranne che per il motore. Il bicilindrico frontemarcia che equipaggia la Bonneville non cambia di una virgola rispetto alla precedente versione. 865cc, doppio albero a camme in testa, raffreddamento ad aria, 5 rapporti e iniezione elettronica, tutto per 67 cv 7500 giri e 69 Nm a soli 5.800 giri.


...MA SATINATO L'unico aspetto nuovo che caratterizza la SE (a parte la borsa di cuoio molto chic..) è l'introduzione dei coperchi dei carter ben spazzolati e capaci di regalare un aspetto satinato molto gradevole. In altre versioni abbiamo visto questi particolari verniciati di nero oppure cromati; forse quest'ultima soluzione è quella che meglio si sposa con la Bonneville dei giorni nostri, anche grazie all'accostamento dei cerchi in lega.

CICLISTICA? NESSUNA SORPRESA Il telaio è il medesimo doppia culla di acciaio che fino ad oggi ha equipaggiato la Bonneville. Forcellone tubolare e nulla di nuovo nemmeno per le sospensioni. Dietro lavora il classico doppio ammortizzatore regolabile solo nel precarico delle molle e all'anteriore una tradizionale forcella con steli da 41 mm. Completano il quadro freni a disco (310/255 mm) e pinze flottanti per frenare gli oltre 200 kg a secco.


COLORS In fatto di rifiniture non è possibile non tenere conto della nuova colorazione disponibile. Se per la versione nera non c'è molto da commentare, la bicolore appare davvero ben riuscita. Rispetto alle differenti scelte cromatiche in cui la "baffatura" del serbatoio segue disegni diversi, questa linea regala senza dubbi un carattere più definito, preciso e coerente con questa moto.


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COME VA Casco Jet, sole in faccia, giubbotto di pelle e il piacere di percorrere una strada senza fretta. La Bonneville sa farsi amare così. Fin da subito appare chiaro che particolari pretese velocistiche non sono consentite, eppure non importa, il bello qua è farsi "cullare" dal motore e lasciare che la moto scorra pacifica tra una curva e l'altra ritrovando sensazioni che in un mondo che si muove sempre più accelerato si sono un po' perdute.

COME ERAVAMO Anche la chiave posizionata accanto al faro, il bloccasterzo sul cannotto (con un'altra chiave) e il manettino dello starter (accanto ai carburatori, pardon all'iniezione) obbligano a movimenti appartenenti ad un passato che la Triumph non vuole dimenticare. In questo caso, però, togliendo un po' di praticità a chi la moto la utilizza.


PIATTA Fin dallo stacco di frizione ci si rende conto di quanto bene vada questo twin, caratterizzato da un'erogazione molto lineare, pulita. Dopo i 5.000 giri viene già voglia di inserire un rapporto in più e lasciarsi spingere da una coppia non particolarmente elevata ma sicuramente distribuita alla perfezione. Solo nelle marce alte, quarta e quinta (non c'è la sesta), dove cioè il rapporto è un po' più lunghino, si rimpiange un po' di spinta in più, ma per il resto questo della Bonnie è un motore molto godibile.

ENGLISH STYLE Sia per la frizione sia per il cambio siamo costretti a convivere con i tipici difettucci che in passato (ma non solo) hanno contraddistinto la produzione inglese. La frizione è morbida, piuttosto precisa ma scostante nel rendimento. Se strapazzata tende a modificare in fretta la progressione dello "stacco". Il cambio è vagamente impreciso. Finché si va piano è tutto ok, ma quando si vuole essere più rapidi negli innesti tende ad impuntarsi e le "sfollate" non sono poi così rare.


FERRO DA STIRO La Bonneville era e continua ad essere una moto estremamente "piatta". Grazie ad un baricentro molto basso, ed una distribuzione dei pesi non certo sbilanciata sull'asse anteriore, la guida è assolutamente piacevole quando a gas costante si va a raccordare curve a medio raggio. In questi frangenti la Bonneville esprime tutta se stessa, tanto che è facile prenderci la mano e farla scorrere sempre più forte.

SECCA DIETRO... Andare a passo accelerato mette però in luce una risposta delle sospensioni posteriori non particolarmente accomodante. Gli ammortizzatori hanno una risposta molto secca, e se in città questa caratteristica semplicemente disturba il fondoschiena, la situazione diventa più problematica quando ci si trova in curva, in velocità ad affrontare un tratto rappezzato e sconnesso situazione in cui la moto tende a scomporsi un po', sporcando in parte le intenzioni del pilota.


...MORBIDA DAVANTI Per contro la forcella offre una taratura piuttosto morbida, nulla di grave considerato lo spirito tranquillo della Bonneville, ma sicuramente un limite per chi volesse poter contare su una maggiore consistenza dell'avantreno. Insomma, tutto ci fa intendere che l'equipaggiamento ciclistico deve suonare come un campanello di allarme che ci ricorda l'estrazione "pacifica" di quest'oggetto. Legittimo direi.

FRENATA ACCOMPAGNATA Anche il reparto freni è figlio della stessa filosofia per nulla "avvelenata", ma in questo caso avrei preferito sicuramente un po' di mordente in più. Il peso a secco di 200 kg dovrebbe imporre una maggiore potenza frenante e anche se dotare la Bonneville di un doppio disco anteriore suonerebbe come un sacrilegio, si può sicuramente migliorare questo aspetto. Detto questo, però, e guardandosi in giro su quanto offre la concorrenza diretta… nessuno fa meglio della Bonneville, per cui…


A SPASSO FISCHIETTANDO Del resto la Bonneville è così, una moto capace di farsi apprezzare a 360° a partire dal tragitto casa/lavoro (non a caso se ne vedono un sacco in città) per finire con la tranquilla gita della domenica alla ricerca di qualche bel panorama o della trattoria più tipica e nascosta. È una moto capace di regalare quel velo di soddisfazione che identifica chi non ha bisogno di fare lo spaccone a suon di cavalli. La Bonnie appaga l'ego del motociclista in modo diverso, con lei per stare bene è sufficiente macinare un po' di chilometri. Vi ritroverete con un mezzo sorriso dentro al casco; perché tutto scorre...

Pubblicato da Alberto Raverdino, 25/06/2009
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