La nuova Royal Enfield Bear 650ve l’ho raccontanta qualche giorno fa proprio sulle pagine del nostro sito, quello che non vi ho detto allora è che sono stato uno dei pochi giornalisti italiani invitati a provarla lì dove tutto nacque, ovvero nei deserti della California. Com’è andata? Ora vi racconto tutto.
LA PROVA
Nuova Royal Enfield Bear 650
MI PIACE Prima di addentrarmi nella prova, lasciatemi dire che questa Bear 650 mi piace un sacco dal punto di vista estetico: sembra robusta e pensata per correre nel deserto – anche se difficilmente qualcuno lo farà per davvero – ma non manca la cura del dettaglio che ultimamente sta contraddistinguendo le ultime nate in Royal Enfield. E poi c’è il giusto mix tra retrò e moderno, il doppio ammortizzatore e lo strumento TFT, il serbatoio a goccia e la forcella a steli rovesciati. Insomma, come in un buon piatto di uno chef stellato, i sapori apparentemente contrastanti si bilanciano bene. Ma torniamo a noi e parliamo un po’ dell’esperienza di guida.
ERGONOMIA Appena salito sulla Bear 650 ho avvertito subito come il baricentro fosse decisamente più alto rispetto a quello della Inteceptor da cui deriva. Merito (o colpa) dell’escursione maggiorata delle sospensioni e della ruota anteriore da 19 pollici. Questo fa sì che anche la seduta sia più distante dal terreno: per il mio metro e settantaquattro nessun problema, ma chi è sotto il metro e sessantacinque potrebbe avere qualche problema nella gestione del peso – non da libellula – della Bear.
MIX DI IDEE Molto bene, invece, la possibilità di regolazione di entrambe le leve al manubrio, una soluzione banale ma spesso sottovalutata. La posizione in sella è stata studiata in maniera specifica per la Bear 650, che nella parte superiore vuole ricordare l’impostazione di guida delle moto da off-road di quegli anni, più attiva, mentre nella parte inferiore – grazie a pedane leggermente più basse e avanzate – punta ad offrire un’esperienza di guida comoda e rilassante. Personalmente avrei visto bene una piega diversa per il manubrio, che così dritto risuta un po’ distante per chi non ha le leve lunghe, ma in generale la sensazione di confort è buona, anche dopo lunghi periodi in sella.
CITTADINA La Bear 650 si rifarà anche alla moto di Eddie Mulder, al deserto e alle corse, ma al giorno d’oggi per quell’uso ci sono moto decisamente più indicate. Molto probabilmente la nuova Bear anziché con sabbia e rocce dovrà vedersela con pavé, rotaie, buche e traffico dell’ora di punta. La città. Quelle californiare come Palm Springs hanno vialoni larghi e incroci grossi come frazioni di piccoli paeselli di provincia, ma nonostante ciò c’è il traffico anche lì. Niente problema di calore quando si rimane in coda, la frizione è ben modulabile e le marce entrano precise e rapide ogni qual volta si chiama in azione il cambio. Il manubrio largo, poi, aiuta ad avere un buon braccio di leva per cambiare alla svelta direzione e, se si dovesse rimanere imbottigliati, l’angolo di sterzo buono aiuta a liberarsi dall’impaccio. E i viaggi? A livello di consumi e di capacità di tenere velocità autostradali nessun problema: a 120 km/h il motore ha ancora forza, e i consumi non sono affatto male (circa 19 km/l), l’aspetto negativo è rappresentato dalla totale assenza di riparo aerodinamico e il plexi optional è più estetico che funzionale. Meglio programmare un itinerario con strade statali più lente e panoramiche.
TRA LE CURVE Usciti dalla città ci siamo diretti verso una delle strade più belle e scorrevoli sulle quali io abbia mai guidato, una serie di curve e contro curve ampie e velocissime… forse troppo per i “soli” 48 CV della Bear, più adatti alle passeggiate che non alla guida sportiva pura, come ho avuto modo di verificare in altri tratti della giornata affrontati con un ritmo di guida più tranquillo. Ho apprezzato molto, invece, la ciclistica. Sul veloce la scrambler di Royal si è dimostrata molto stabile e precisa, solo l’aumento di peso e del diamentro della ruota anterire rispetto alla Interceptor mi ha fatto avvertire un po’ di inerzia di troppo, non un difetto sulle ampie strade a stelle e strisce, potenziale tale sul misto stretto nostrano, a meno di non utilizzare le maniere forti nella guida impegnata a passo spedito. Bene le sospensioni, ben tarate, permettono di affrontare lo sconnesso senza troppi patemi d’animo, offrendo una sensazione di controllo e buon comfort. Non è stato modificato in maniera raficale l’impianto frenante, questo fa sì che la Bear 650 offra un comportamento in frenata simile alle sorelle con motore 650 bicilindrico: la frenata è sicura, l’ABS interviene solo quando è strettamente necessario, ma anche in questo caso è un impianto pensato per una guida rilassata e non prettamente sportiva: per le staccate furibonde bisogna strizzare bene le leve.
ESCURSIONE OFF Ovviamente non poteva mancare un po’ di fuoristrada, leggero e adatto alla Royal Enfield Bear 650. Come dicevo all’inizio dell’articolo, l’antenata avrà fatto anche parte di un mondo racing, ma quel mondo non esiste più. In fuoristrada con la Bear – ma anche con quasi tutte le altre scrambler – ci si va con piglio più tranquillo, quasi alla ricerca dell’evasione dall’ordinario. Così facendo, e schivando gli ostacoli più impegnativi, la Bear 650 ha il suo fascino e buone carattetistiche tecniche. Mi è piaciuto molto il carattero docile e l’erogazione lineare del suo motore, che non mette in difficoltà nemmeno il neofita; le sospensioni non sono certo quelle di una maxi enduro, in pochi millimetri di escursione è difficile fare il miracolo, ma finché non si incontrano buche troppo profonde o sassi piantati offrono tutto sommato una buona direzionalità e un discreto livello di comfort. Bene la possibilità di disinserire l’ABS al posteriore, un’aiuto non da poco per chi ha la giusta malizia a far cambiare di direzione alla moto.
PREZZO E SCHEDA
Nuova Royal Enfield Bear 650, l'ispirazione arriva dalla Royal di Eddie Mulder
La Royal Enfield Bear 650 arriverà nelle concessionarie a febbraio 2025, accompagnata da una gamma di accessori originali per la personalizzazione, con protezioni specifiche per il fuoristrada, ma anche borse laterali per affrontare qualche viaggio. I prezzi varieranno in base alla colorazione scelta: a 7.300 la Petrol Green, a 7.400 c'è la Golden Shadow mentre la replica 249 è proposta a 7.500 euro. Arriverà anche una linea di abbigliamento dedicata, proprio ispirata al mondo Racing di quegli anni.