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Prova

Yamaha YBR 250


Avatar Redazionale, il 19/10/07

17 anni fa - Facile e leggera ma... caruccia

E' comoda, facile e leggera, buona per i neofiti ma non solo. Ce ne sarebbe abbastanza per farne una campionessa di vendite tra le piccole cilindrate, se non fosse per il prezzo un po' salato.


CONTROCORRENTE Scooter, ancora scooter, sempre scooter. La classifica dei best-seller nelle cilindrate medio-basse non cambia. Che si leggano risultati assoluti, per cubatura oppure anche marchio per marchio, il verdetto è sempre lo stesso, le due ruote "scudate", alte o basse che siano, dettano sempre legge. Per chi ama il "fai da te" nelle cambiate o semplicemente vuole intonare una voce fuori dal coro non c'è certo l'imbarazzo della scelta. Qualche proposta interessante, comunque non manca.

IN SORDINA Un esempio è rappresentato dalla Yamaha YBR 250, che ha recitato come comparsa ai Saloni di Colonia e di Milano dello scorso autunno e che ha poi debuttato altrettanto in sordina sul mercato. Per lei niente squilli di trombe e rulli da tamburi. Peccato, perché il ruolo di Cenerentola le va comunque un po' stretto. Certo, i suoi panni sono e restano quelli dell'entry level, della moto senza tanti grilli per la testa, buona soprattutto per i debuttanti e per il commuting cittadino. Tuttavia il suo aspetto è curato e moderno, per nulla dimesso.


CARIOCA La linea è asciutta e ha un taglio filante. Il merito va soprattutto alla forma saettante dei fianchetti e dei convogliatori che abbracciano la testa del motore. Altrettanto gradevole è il codino, molto affusolato e appuntito. Se la veduta d'insieme non delude, la YBR 250 esce a testa alta anche da un esame fatto utilizzando la lente d'ingrandimento. Nonostante il fatto che sia prodotta negli stabilimenti brasiliani, questa Yamaha ha standard qualitativi non troppo lontani dal quelli dei mezzi Made in Japan. Gli assemblaggi hanno un'aria solida è la componentistica è di buona qualità, nonostante il progetto nasca badando soprattutto al sodo.

W LA SEMPLICITA' Tutto è improntato alla massima semplicità. Il telaio è un classico doppia culla in acciaio, che sorregge una forcella con steli da 37 mm e un forcellone a sua volta in acciaio con monoammortizzatore azionato tramite leveraggi progressivi. L'impianto frenante si compone di un disco anteriore da 282 mm e di un tamburo posteriore da 130 mm. 130 (/70 ) è anche la misura del pneumatico posteriore, mentre l'anteriore è un 100/80 ed entrambi sono calzati su cerchi da 17".


MINIMALISTA Il motore è a sua volta basic che più non si può, costruito pensando a mettere al primo posto l'affidabilità e quindi secondo il principio "quello che non c'è, non si può rompere". Si tratta quindi di un monocilindrico raffreddato ad aria, dotato però d'iniezione elettronicanel doveroso rispetto delle norme Euro 3. Abbinato a un cambio a cinque marce, ha una potenza di 21 cv a 7.500 giri, mentre la coppia massima è di 20,5 Nm a 6.500 giri.

TROPPO SALATA Disponibile in tre colori, argento, nero e rosso, la YBR 250 avrebbe insomma quasi tutte le carte in regola per ritagliarsi un suo spazio nel mercato. Il condizionale e il "quasi" sono però doverosi, visto che il prezzo di listino, pari a 4.595 euro, è pericolosamente vicino a quello di alte moto "intelligenti" e più prestanti, oltre che superiore a quello di molti scooter, come l'X-City 250, giusto per restare in casa Yamaha. C'è poco da stupirsi, insomma, che le vendite vadano come si diceva all'inizio...


VESTE TUTTI La YBR è una moto pensata per chi muove i primi passi con le due ruote o per chi, magari appartenendo al gentil sesso, non vuole gestire pesi troppo elevati. Il suo fisico è quindi asciutto, con l'ago della bilancia che si ferma a quota 138 kg. Ciò non toglie però che questa Yamaha calzi bene anche a chi ha un'altezza sopra la media e rinvia da troppo tempo l'inizio della dieta.

VITASNELLA La sella è sistemata a una distanza ragionevolissima da terra, 805 mm, e, complici i fianchi snelli, permette a chiunque di poggiare i piedi a terra in tutta sicurezza. Diversamente, i piedi si possono sistemare comodamente sulle pedane, che sono alla giusta altezza, né arretrate né avanzate. Anche il passeggero ha di che stare allegro: la sua porzione di sella è grande il giusto, non viaggia con le gambre troppo piegate e ha pure una pratica maniglia cui eventualmente aggrapparsi.


CITTADINA MODELLO Il serbatoio ha una capacità di ben 19,2 litri: roba che si sognano anche certe sport-touring e che dovrebbe assicurare un'autonomia da globetrotter. Chiaramente non è però questa la vera indole della YBR, che si trova più a suo agio nei panni della cittadina modello. Sin dai primi metri sa infondere una gran senso di sicurezza anche a chi alla moto dà ancora del lei. Il peso piuma è determinante in tal senso; il manubrio offre comunque un buon braccio di leva per manovrare in ogni condizione. Sgusciare negli spazi stretti è inosmma davvero un gioco da ragazzi, con un impegno psicofisico irrisorio.

MOLLEGGIATA Anche le sospensioni se la cavano benone sulle pavimentazioni dei centri storici. Pavè, sampietrini e tombini sono digeriti a meraviglia, grazie alla taratura abbastanza soffice dell'assetto e alla buona escursione di entrambe le ruote. Queste scelte non impongono comunque grandi rinunce quando si cerca di affrontare il misto con piglio deciso. Il bilanciamento è ottimo e la YBR fila via con un discreta precisione senza ondeggiare troppo. I limiti per una guida sportiveggiante vengono più che altro dai pneumatici, che hanno una spalla poco pronunciata e una mescola che pensa più alla durata che non al grip.


CUORE D'ORO Il motore, dal canto suo, non si tira indietro, neppure se gli si chiede un po' di straordinario. Di birra non ne ha molta ma la sua generosità è comunque tanta. Si avvia pronto, borbotta tranquillo con un filo di voce e non vibra nemmeno se si tortura la manopola del gas. La curva di erogazione è piuttosto regolare e le marce ben scalate permottono di sfruttare bene la progressione in ripresa. Quando poi la lancetta entra nella parte destra del contagiri viene fuori anche un pizzico di grinta che permette di avventurarsi nei sorpassi senza il bisogno di affidarsi all'angelo custode, pure in autostrada. Solo parole buone infine anche per i freni. Sulla carta l'impianto sembra economico ma alla prova dei fatti ferma la YBR in spazi contenuti, con una buona resistenza alla fatica e senza una particolare propensione al bloccaggio.


Pubblicato da Paolo Sardi, 19/10/2007
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