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Prova

Yamaha XMax 250 2010


Avatar Redazionale, il 06/11/09

15 anni fa - Qualità da primo della classe, e la bella guida di sempre. Così l'Xmax si appresta ad affrontare la concorrenza. La nuova versione è ancora più agile, versatile e rifinita. Foto: Alex Photo

Qualità da primo della classe, e la bella guida di sempre. Così l'Xmax si appresta ad affrontare la concorrenza. La nuova versione è ancora più agile, versatile e rifinita. Foto: Alex Photo


COM'È "Andare a metter mano su un mezzo di grande successo è sempre un problema, soprattutto quando lo vuoi migliorare" Le parole di Fabrizio Corsi responsabile sviluppo prodotto di Yamaha Motor Italia rivelano una grande verità. Soprattutto quando il prodotto è molto apprezzato come l'XMaxlo scooter che, cinque anni fa, Yamaha battezzò "il primo ruote alte sportivo".

QUOTA 50.000 Uno scooter che, anche "a ruota" del successo del Tmax, è stata apprezzata da oltre 51.000 italiani in cinque anni (sono stati 7.685 gli XMax venduti nel 2009 fino ad oggi). Cinque anni di commercializzazione non sono pochi, anche per uno scooter si tratta di una carriera piuttosto lunga, per questo motivo e anche per rintuzzare gli attacchi di una concorrenza che si è fatta più aggressiva, Yamaha ha deciso di rivedere il progetto XMax, senza però stravolgerne la filosofia, la qualità e le linee generali che tanto sono piaciute al pubblico. Anzi, se possibile, Yamaha ha calcato ancor più la mano sul livello qualitativo, come a voler sottolineare il livello "premium" del suo scooter e volersi staccare ancor più dai concorrenti più aggressivi.


NUOVO MA SEMPRE LUI Così, l'XMax cambia completamente, pur mantenendo un forte legame stilistico con la serie attuale. Le linee si fanno più decise e caratterizzate da un nuovo cupolino - dal quale spariscono le frecce (ora integrate ai lati dello scudo frontale) - e una parte centrale più morbida. Come già detto, poi, il nuovo allestimento sottolinea l'ottimo livello di finitura tipico dei prodotti di Iwata.

ATTENTI AL DETTAGLIOPlastiche di grande qualità e spessore, finiture eccellenti e chicche come la placca in alluminio dietro la sella, le cuciture della sella stessa o la protezione (sostituibile) sotto il blocchetto d'accensione per evitare che il portachiavi rovini la plastica del retroscudo, mostrano una attenzione al dettaglio davvero incredibile, degna di scooter di categoria superiore. Quello che conta, comunque, è che l'XMax 2010 è subito riconoscibile come un XMax, sebbene anche uno sguardo poco esperto possa accorgersi facilmente della novità.


DESIGN E FUNZIONE In un certo senso il nuovo design avvicina l'XMax ancora di più al Tmax. Lo scudo anteriore si fa più verticalee lo sguardo diventa ancora più corrucciato, con un effetto che regala allo scooter uno stile più sportivo che in precedenza. Inoltre è aumentata la funzionalità, perché il nuovo scudo non solo protegge meglio ma offre la possibilità di variare la posizione di guida allungando i piedi in avanti, cosa prima impossibile a causa del retroscudo verticale.

VEDO ROSSO Anche dal punto di vista della praticità - vera arma totale per scooter di questa categoria - il nuovo XMax cresce rispetto al passato grazie all'enorme vano celato (confermato nella capacità) sotto la sella, anch'essa ridisegnata ma sempre a 785 mm da terra, a cui fa da contorno un nuovo vano nel retroscudo, che raddoppia il suo volume. Tutta nuova, poi, la strumentazione, che da sola riesce a fare la differenza rispetto al modello venduto finora: è dotata di contagiri e ha una piacevole illuminazione rossa.

COPIA CARBONE
Che il legame fra vecchio e nuovo modello sia stretto, però, lo si deduce dando uno sguardo alle schede tecniche, che riportano valori fotocopiati. L'interasse rimane invariato (1.545 mm), così come identiche sono le misure delle ruote (15" davanti e 14" dietro) e dei freni, a disco singolo da 267 mm all'avantreno e da 240 mm al posteriore, senza frenata integrale come d'abitudine per gli scooter Yamaha.


CICLISTICA TUTTA NUOVA Tuttavia, se le misure vitali non cambiano a cambiare è tutto il resto; il nuovotelaio è più rigido ed è stato studiato per migliorare la tenuta di strada e il feeling di guida, e anche il comparto sospensioni è stato rinnovato completamente: forcella e ammortizzatori sono marchiati Kayaba e hanno migliorato la qualità e tarature.


MOTORI CONOSCIUTI
Il motore, invece, non subisce alcuna modifica. In termini di performance, quindi, tutto resta confermato: 15,6 kW (21,2 cv) a 7.500 giri/min e 21,3 Nm a 6.500 giri/min.

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250 FOREVER C'è da chiedersi perché Yamaha (dopo aver praticamente aperto la strada con il Versity 300) non sia anche lei salita sul treno dei motori "300" adesso tanto in voga. La risposta degli uomini di Iwata è stata lapidaria. Un 300 "finto" (ovvero di cilindrata non piena come quasi tutti i motori in circolazione a parte il nuovo Kymco) non avrebbe alcun vantaggio rispetto a questo 250. Fra le buone notizie, infine, è da segnalare che l'XMax (perlomeno il 250) non farà pagare il dazio delle novità introdotte, mantenendo il prezzo invariato rispetto al modello '09: 4.690 euro.


COME VA L'XMax accoglie il pilota a bordo facendo subito un'ottima impressione. La sensazione di qualità percepita è davvero notevole e il nuovo cruscotto offre un colpo d'occhio di ben altro livello rispetto al precedente. Per Yamaha questo è uno scooter sportivo e il messaggio arriva forte e chiaro da una sella con una imbottitura piuttosto rigida che si fa sentire soprattutto se si siede in punta, quando la superficie d'appoggio non è massima. Va detto anche però che gli scooter in prova avevano pochi chilometri all'attivo e con l'andare del tempo un minimo di "ammorbidimento" è da mettere in conto.


GUIDA ATTIVA Il nuovo XMax conferma la posizione di guida del precedente, una posizione piuttosto attiva, che dà una buona sensazione di controllo del mezzo. In più, volendo, ora c'è anche la possibilità di allungare le gambe, il che è positivo quando ci si vuole rilassare un po' in un tragitto un po' più lungo.


LARGO IN MEZZO Nonostante in Yamaha abbiano lavorato per dare un po' più di spazio trasversale ai piedi, il tunnel centrale resta comunque molto largo e l'appoggio sulla pedana un po' stretto. In compenso, si gode di una protezione aerodinamica molto valida, lo scudo è piuttosto vicino alle gambe, pertanto non ci sono vortici a infastidire le gambe, mentre il parabrezza ripara bene spalle e parte del casco (volendo ce n'è anche uno più alto tra gli optional). Anche sul fronte vibrazioni niente da dire, l'XMax corre sul velluto, è silenzioso e non vibra per niente.

ANTERIORE AL SICURO La prova su strada conferma i miglioramenti dinamici portati dalla nuova ciclistica. Nonostante le misure siano identiche, la maggiore rigidezza del telaio e le sospensioni riviste rendono lo scooter più guidabile e apparentemente più maneggevole che in passato. Si guidava bene prima l'XMax e si guida bene anche ora, confermando anche la ottima stabilità in velocità che lo ha sempre contraddistinto.


BELLE SOSPENSIONI Il bilanciamento dinamico quindi è di sicuro uno dei punti di forza dell'XMax che fa sfoggio di una forcella davvero ottima per taratura e scorrevolezza. Gli ammortizzatori (comunque regolabili), invece, viaggiano piuttosto sul rigido rimandando qualche colpo ma è anche vero che fanno sì che lo scooter non sia "dondolone" quando si guida in modo brillante. Oltretutto anche l'angolo di piega non è affatto male. Nella guida a solo, quando si arriva al cavalletto è perché si sta esagerando.

DUEMMEZZO Una guida molto piacevole dunque, per di più supportata da un motore che non sarà all'ultima moda ma funziona alla grande. Il monocilindrico Yamaha lavora in perfetta sintonia con una frizione "burrosa" e un variatore rapportato alla perfezione. Così l'XMax offre uno spunto davvero invidiabile. Ma anche una volta in movimento il transitorio dai 40 ai 100 all'ora è attraversato con piglio deciso. Ecco perché non c'è stato bisogno di montare un motore più grosso, lo scooter è brillante già così. Marketing a parte non serve niente di più…


NORMALE È MEGLIO Il comparto freni si conferma di gran qualità. Yamaha continua a dimostrare con i fatti che un buon impianto tradizionale può valere più di cento sistemi ausiliari. La potenza c'è, basta tirare, e l'attacco "pastoso" consente al pilota di modulare alla perfezione entrambi i comandi e gestire al meglio anche l'eventuale "panic stop". Il bloccaggio del posteriore su strada asciutta avviene solo se provocato volontariamente e utilizzando entrambi i comandi assieme si ottengono frenate decise, non mi dispiacerebbe comunque una versione con ABS ormai una cosa che giudico irrinunciabile per uno scooter. Da segnalare comunque che il posteriore "autonomo" serve molto per gestire la percorrenza di curva senza che ci siano "invasioni" della frenata sull'anteriore che possano disturbare la guida.



Pubblicato da Stefano Cordara, 06/11/2009
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