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Prova

Yamaha Xmax


Avatar Redazionale, il 12/05/05

19 anni fa - Un piccolo "max" con voglie da grande

Una X al posto della T, cilindrata dimezzata ma la stessa ricetta vincente: unire tanta praticità ad una guida facile e persino divertente. L'Xmax arriva a sorpresa ad ingrassare il segmento dei duemmezzo con tante buone carte da giocare. Bel design, bella guida e sotto la sella un vano gigantesco.


COM'È Prendete un Tmax, uniteci un pizzico di Versity, miscelate con sapeinza del nero e aggiungete un paio di elementi tipicamente Yamaha. Agitate per bene et voilà, ecco pronto lo scooter che non c'era. Classe 250, nome Xmax, obbiettivo: divertimento di guida anche nel commuting urbano. Devo dire che in Yamaha sono stati bravi, stavolta, l'Xmax non se lo aspettava proprio nessuno, e anche quando in redazione è arrivato l'invito per la presentazione stampa, sono volate le scommesse su come potesse essere.

MAX O NON MAX? Un piccolo Tmax? Ovviamente il nome porterebbe a pensare così e non ci andiamo troppo lontano, anche se, in realtà, l'Xmax è qualcosa di differente. Yamaha ne sforna un altro dei suoi dunque, uno scooter che non sostitiusce il Majesty ma che, anzi, gli dà manforte nel segmento piuttosto affollato dei duemmezzo automatici. Non lo sostituisce perché sostanzialmente è uno scooter diverso, e non ci vuole molto per capirlo. Bollati i maxi tradizionali come "un classico che ci sarà sempre ma che ormai ha dato quel che doveva dare", Yamaha sposta l'attenzione verso un mezzo in grado di stuzzicare maggiormente le voglie pruriginose di chi si sposta a due ruote, moto o scooter che sia. Ecco il perché del ripetersi quasi ossessivo del termine "divertimento" durante la presentazione stampa; l'Xmax vuole essere uno scooter in cui la praticità non va a scapito di una guida agile, brillante e attiva.


LINEAMENTI INCONFONDIBILI

A guardarlo capisci subito che è uno scooter Yamaha, parecchie le similitudini con il pluridecorato Tmax, ma c'è anche qualche richiamo al Versity. Alcuni elementi come le fiancate, le maniglie del passeggero o il parabrezza a sviluppo decisamente verticale ricordano molto da vicino il 300 col nasone. In molti altri particolari, invece, l'Xmax si avvicina molto al fratellone bicilindrico, vedi doppio faro, taglio "basso" della fiancata e tunnel centrale color alluminio.

PRATICAMENTE SPORTIVO

Sportività senza dimenticare la praticità, vediamo come. La sportività la ritroviamo in un peso non altissimo per la categoria (164 kg a secco) ma soprattutto in una distribuzione dei pesi studiata ad hoc per assicurare una guida vicina a quella delle moto. La ricetta è semplice: il motore è dietro? E noi spostiamo in avanti tutto il resto. Così la batteria si sposta davanti nella zona dello scudo mentre il serbatoio (da 12,5 litri) e il radiatore (inclinato proprio come sul Tmax) si portano nella zona centrale del tunnel in posizione non solo avanzata ma anche abbassata, a tutto vantaggio dell'abbassamento del baricentro.

PESO AVANTI

Il risultato è una distribuzione dei pesi di 42 % all'anteriore e 58 % al posteriore, non proprio motociclistica, ovviamente, ma comunque più caricata sull'avantreno rispetto alla concorrenza e naturalmente ai fratellastri Majesty e Versity (tanto per restare in casa Yamaha il Tmax ha una distribuzione dei pesi di 47%-53%). Le ruote sono da 15 pollici davanti e 14 dietro, con cerchi neri calzati generosamente da pneumatici a spalla larga (120/70 e 140/70), in pratica una via di mezzo tra un ruota alta e un ruota bassa.

INTEGRALE? NO GRAZIE

Degno di nota, poi, l'impianto frenante con un disco anteriore da ben 267 mm (lo stesso del Majesty 400) frenato da una pinza a doppio pistoncino parallelo, la stessa che morde il disco posteriore da 240 mm; niente frenata integrale, come da filosofia Yamaha ad ogni leva è associato il suo disco.

MOTORE RIVISTO

Il motore è lo stesso duemmezzo raffreddato a liquido che da tempo muove il Majesty, rivisto però a livello di trasmissione e alimentazione e con la parte termica e l'imbiellaggio derivati dal motore del Versity. A questo punto c'è da chiedersi perché non utilizzare direttamente il motore da 264 cc, vista l'indole sportiva del mezzo qualche cc in più non avrebbe certo guastato, ma, come vedremo nella prova dinamica, 249 cc sull'Xmax bastano e avanzano.

IL PIÙ VELOCE

In Yamaha hanno giudicato più che sufficienti i 20,1 cv a 7.500 giri del 250 (coppia 20,8 Nm a 6250 giri) che porterebbero l'Xmax alla più alta velocità massima effettiva della categoria: 125 orari. E siamo alla voce praticità, se siete come San Tommaso non avete che da andare da un concessionario Yamaha (lo scooter arriverà a giugno) e provare ad aprire la sella.

UN CANYON SOTTO LA SELLA

Uno spazio gigantesco si aprirà sotto i vostri occhi, ben 47 litri a disposizione capienza avvicinata solo dai maxi poltrona non certo da mezzi con ruote alte, e il bello è che sono perfettamente sfruttabili dal primo all'ultimo. Se volete divertirvi a provare portatevi due caschi integrali (più altre frattaglie), o un casco e una borsa da palestra, vedrete che ci sta tutto, con la sella che si chiude perfettamente. Il merito è proprio dello spostamento degli organi accessori nella parte centrale, così che si è liberato un gran spazio.

SELLA BASSA

Tutto questo nonostante la sella resti a soli 785 mm da terra e tra pilota e passeggero ci sia uno sbalzo minimo. Lo scooter, come tradizione Yamaha, appare ben fatto e ottimamente rifinito, dietro lo scudo spunta un altro cassettino, piuttosto profondo e chiuso a chiave, l'immobilizer è di serie, ma il vano sottosella non è illuminato ed è privo della presa di corrente. C'è però tanta attenzione in altri dettagli che traspare ad esempio dai due piccoli "slider" ai fianchi dello scudo che dovrebbero preservare la carrozzeria in caso di una scivolata, nelle maniglie del passeggero montate su silent bloc, o nello scudo perfettamente raccordato al manubrio a formare un bell'impatto frontale. Costa 4290 € franco concessionario.

COME VA

Le buone sensazioni visive sono confermate dalla prova dinamica, l'Xmax si propone come un mezzo divertente in ogni situazione. La posizione di guida è una ottima via di mezzo tra un ruota alta e un ruota bassa. Non stai spaparanzato, ma nemmeno sei issato sul trespolo. Si sta seduti piuttosto in basso, le ginocchia abbastanza angolate e il manubrio un po' in alto, ma la sensazione alla fine è proprio quella di essere ben inserito nel mezzo.

LARGO IN MEZZO

Si nota subito il consistente ingombro del tunnel centrale, soprattutto nella zona posteriore che, quando si guida attivamente costringe i piedi un pò troppo all'esterno. Ma nel complesso la posizione di guida è azzeccata, anche se chi è abituato ai vari maxi comodosi dovrà abituarsi al fatto che non ci sono molte possibilità di movimento per i piedi. In compenso, si gode di una protezione aerodinamica molto valida, lo scudo è ben più vicino alle gambe rispetto al Versity, pertanto si hanno meno vortici ad infastidire le estremità di chi guida, mentre il parabrezza ripara bene spalle e parte del casco. Prova comfort passata senza affanno, dunque, anche sul fronte vibrazioni niente da dire, c'è solo una piccola risonanza a livello di pedana attorno ai 120 orari, ma siamo davvero al pelo nell'uovo.

ANTERIORE AL SICURO

La prova dinamica conferma l'ottimo lavoro fatto dai tecnici Yamaha: l'Xmax rivela l'attitudine alla bella guida con una ciclistica davvero a punto. Non è uno scooter iper maneggevole, alla grande reattività (che però spesso negli scooter sfocia nel nervosismo) preferisce la stabilità e il conforto di un avantreno veloce sì ma sempre ben presente tra le mani di chi guida, cosa rara tra gli automatici. Una volta fatta l'abitudine ad una certa inerzia dell'anteriore, dovuta più che altro alla gomma larga, si scopre un mezzo che si muove in assoluta scioltezza non solo in città, ma soprattutto sui percorsi guidati.

BELLE SOSPENSIONI

Bilanciato e rassicurante l'Xmax si muove svelto e sincero con sospensioni tarate ottimamente. Giustamente morbide filtrano sempre a dovere tutto quello che incontrano, ma non fanno mai mancare il sostegno quando la guida si fa spigliata. Soprattutto la forcella, sempre a punto in tutte le situazioni è l'artefice di un ottimo anteriore che passa imperturbabile anche sulle sconnessioni dell'asfalto incontrate in piena piega. Dietro l'Xmax non è da meno: l'inerzia del motore "oscillante" si sente davvero poco e gli ammortizzatori lavorano ben controllati manifestando qualche limite di idraulica solo si incontra qualche buca in successione ad andatura molto elevata. in tutti i casi, comunque la stabilità è di livello assoluto.

PIEGATORE

La guida attiva promessa, dunque non è un'utopia con questo scooter, anche perché una volta in curva l'Xmax non fa una piega anzi (scusate il gioco di parole) di pieghe ne fa fin troppe, perché il pilota è invogliato a guidare in modo brillante confortato dall'ottimo appoggio offerto dalle Michelin di serie. Ci si fa facilmente prendere la mano fino ad arrivare a grattare il cavalletto da entrambi i lati, limite peraltro molto elevato che si raggiunge proprio quando si esagera. L'equilibrio dinamico non viene disturbato più di tanto nemmeno dal passeggero anche se occorre fare i conti con un certo innalzamento del baricentro (il dislivello è minimo ma c'è), e con una tendenza al rimbalzo degli ammortizzatori posteriori più evidente, sicuramente ovviabile con l'aumento di qualche click del precarico.

DUEMMEZZO AL GEROVITAL

Una guida molto piacevole dunque, per di più supportata da un motore decisamente rinvigorito dagli ultimi interventi. La trasmissione assolutamente a punto è accordata alla perfezione con la curva di erogazione del motore così l'Xmax offre uno spunto davvero invidiabile. Ma anche una volta in movimento il transitorio dai 40 ai 100 all'ora è attraversato con piglio deciso e con una vivacità che pareva sconosciuta al duemmezzo Yamaha.

MEGLIO DEL 300

Ecco perché non c'è stato bisogno di montare un motore più grosso, lo scooter è brillante già così, al punto che in una garetta improvvisata con il Versity in dotazione al fotografo l'Xmax ha avuto facilmente la meglio sia in accelerazione sia in velocità massima, dove non è assolutamente raro vedere la lancetta di un tachimetro decisamente ottimista sfondare il limite dei 160 all'ora. In ogni caso la promessa della velocità massima della categoria pare facilmente mantenuta. Tra l'altro avrei preferito una grafica più pulita per la strumentazione, le troppe tacche creano un pò di confusione rendendo un po' difficile la lettura.

NORMALE È MEGLIO

Ottimo come sempre il comparto freni. Yamaha continua a dimostrare con i fatti che un buon impianto tradizionale può valere più di cento sistemi ausiliari. La frenata è potente con un attacco piacevolmente pastoso, che consente al pilota di modulare alla perfezione i comandi sia davanti sia dietro. Il bloccaggio del posteriore su strada asciutta avviene solo se provocato volontariamente ed utilizzando entrambi i comandi assieme si ottengono frenate decise.

CORRETTORE DI LINEA

Tra l'altro la scelta di un impianto tradizionale su un mezzo dalla bella guida come l'Xmax è del tutto positiva, perché nei percorsi guidati si può sfruttare appieno il freno dietro per correggere le traiettorie, proprio come sulle moto, senza che lo scooter si rialzi improvvisamente. Cosa utilissima, visto che gli scooter sono privi di freno motore e le curve si fanno sempre con il freno in mano. Agile divertente, utile. L'Xmax alla fine tiene fede ad un nome che certo, marketing a parte, non è stato scelto a caso. Come il fratellone bicilindrico riesce nell'intento di coniugare tanta praticità con un look molto gradevole e una guida piacevole e divertente. La ricetta, pur con ingredienti meno sofisticati, alla fine è la stessa.

Pubblicato da Stefano Cordara, 12/05/2005
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