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Estetica raffinata e tecnica all’ultimo grido: il commuter urbano da 125 cc vi porta in centro con stile ed… economia d’esercizio
CERTEZZA ASSOLUTA Quelli di Yamaha sono molto sicuri delle qualità dei propri scooter. Il nuovo NMAX 125 è pensato per l’uso cittadino ma le strade del centro di Lisbona, dove è stato organizzato il test del “lancio” stampa, presentano le stesse difficoltà di un fettucciato da Enduro, a causa delle buche e dei rattoppi che letteralmente disseminano il fondo stradale. Dove invece l’asfalto è regolare, l’azione della salsedine proveniente dal vicino Oceano ha reso il fondo molto scivoloso. Un “campo di prova” decisamente ostico per qualsiasi due ruote a motore e non, come mi confermano le guide “local” che accompagnano la truppa di giornalisti italiani. Mi spiace per il “Lisbonesi”, ma dal mio punto di vista è uno scenario perfetto per mettere alla frusta il commuter Yamaha.
CTRL ALT CANC Per lavoro passo dalle prove di moto da 200 CV a quelle degli scooter da città: è mia abitudine quindi “resettare” mentalmente i parametri di valutazione e questa volta vorrei farlo assieme a voi che mi leggete. Dunque, uno scooter cittadino deve essere leggero e agile, per poter svicolare nel traffico essere facilmente spostato nelle manovre di parcheggio e sollevato con poco sforzo sul cavalletto centrale. Per uno scooter come l’NMAX contano parecchio anche la posizione e il comfort di guida, la capacità di carico, tenuta di strada e i sistemi di sicurezza attiva, come l’ABS. Ok, tutto chiaro, parto: è “meglio la pratica che la grammatica”, no?
POCO FOTOGENICO Le immagini non rendono giustizia all’estetica dell’NMAX che dal vivo è più bello che in foto. Il design è moderno ma privo di inutili orpelli e in particolare la porzione anteriore è molto ben disegnata. L’NMAX è un classico esempio di co-progettazione: normalmente gli ingegneri definiscono il lay-out, gli ingombri di massima e attorno a questi volumi si muove il designer. Nel caso dell’NMAX i comparti tecnico e stilistico, che spesso sono “stagni”, hanno lavorato assieme sin dalle prime fasi della progettazione. Alla base di tutto, un’intuizione geniale: i motoristi hanno eliminato i lunghi tubi che, nella configurazione classica, dalla termica del monocilindrico (4 tempi, 4 valvole con comando a singolo albero a camme e bilancieri) portano al radiatore, posto più o meno nel centro dello scudo anteriore.
ANOMALO Il radiatore dell’NMAX è posizionato di fianco al motore, lo si nota nella vista laterale destra, dentro a un “convogliatore” di plastica dotato di griglia parasassi. Una ventola montata sull’estremità destra dell’albero motore e quindi sempre in funzione, aspira l’aria fresca e soffia quella calda verso terra. Un sistema semplice, molto più economico del classico radiatore frontale, che è anche efficiente e molto affidabile, dato che sono state eliminate diverse componenti. Si sa che “quel che non c’è, non si rompe”. Grazie a questa soluzione tecnica, è stato liberato parecchio spazio anteriormente, consentendo al Centro Stile di disegnare lo scooter molto più liberamente.
LA PURA TECNICA Questo paragrafo è riservato agli amanti della tecnica a due ruote, per cui se la cosa vi annoia a morte, saltate a quello successivo… Una caratteristica interessante per un motore di così piccola cilindrata (125 cc ottenuti da alesaggio x corsa di 52,0 x 58,7 mm, configurazione a corsa lunga che esalta la coppia motrice ai medi regimi) è il sistema di comando delle valvole a fasatura variabile: a 6.000 giri un solenoide sposta il bilanciere di aspirazione (dotato di cuscinetti a sfere nelle zone di contatto) da una camma il cui profilo è molto efficiente ai bassi regimi, a un’altra che rende meglio agli alti.
CILINDRO SPOSTATO Il cilindro è montato “fuori asse” rispetto alla verticale: il pistone spinge su un solo lato del cilindro durante la fase di “scoppio”, aumentando la pressione tra il mantello del pistone e la parete del cilindro e, di conseguenza, l’energia assorbita per attrito. Spostando l’asse verticale del cilindro (siamo nell’ordine del millimetro) si “scarica” il lato più sollecitato, riducendo l’attrito radente durante il funzionamento del motore. La frizione tra pistone e cilindro in alluminio è ridotta al minimo grazie al riporto superficiale DiASil, molto duro per evitare l’ovalizzazione del cilindro dopo molti km e anche decisamente efficiente nello scambio termico tra le due parti in movimento. Il condotto di aspirazione si sdoppia all’interno della testata e ha un andamento molto sinuoso. Il disegno del condotto di aspirazione esalta infatti l’effetto “tumble” della miscela in entrata, ovvero il movimento a spirale della colonna di gas freschi attorno ad un asse orizzontale.
TEMPESTA DI FUOCO L’andamento turbinoso ma guidato della carica fresca favorisce la combustione e la velocità di avanzamento del fronte di fiamma. Infine, particolare cura è stata posta anella riduzione degli assorbimenti e alla dispersione della potenza, riducendo al massimo gli attriti di ogni tipo e addirittura montando componenti elettrici a basso assorbimento (come le frecce a LED), che riducono il “freno elettromagnetico” del generatore.
IN PRATICA Tante parole, un risultato: l’NMAX grazie al suo propulsore denominato “Blue Core” compatto ed efficiente, è uno degli scooter che consuma meno in assoluto, 45,7 i km/l registrati nei test effettuati secondo la normativa WMTC (World Motorcycle Test Cycle). Attenzione però, non si tratta però di un motore bolso, perché Yamaha ha cercato la massima efficienza e quindi anche le prestazioni, piuttosto che semplicemente “strozzare” il propulsore.
COSA HO INDOSSATO
Casco CABERG RIVIERA: questo leggero jet dotato di visiera lunga, è perfetto per l’uso in città, ma anche la tangenziale e brevi tratti di autostrada si affrontano senza problemi, grazie alla buona protezione aerodinamica fornita dalla lunga visiera, sollevabile con una sola mano. La calotta è priva di prese d’aria, e anche per questo il casco è piuttosto silenzioso: è presente solo la slitta di comando del visierino scuro a scomparsa, posizionata al centro della calotta e facilmente raggiungibile con il palmo della mano. La ventilazione è affidata dalla circolazione dell’aria tra il capo e l’imbottitura interna, ben realizzata, correttamente sagomata e confortevole. Una volta fissata la lunghezza del cinturino, la chiusura a cremagliera consente di regolarne esattamente il serraggio ogni volta che si indossa il casco.
Giacca REV’IT GT-R-AIR La ventilazione perfetta rende questa giacca ideale per l’uso durante i mesi più caldi. Il petto le maniche e i fianchi fittamente traforati assicurano la piacevole circolazione dell’aria. Una volta indossata, però, la traforatura molto estesa non è visibile e si ha l’impressione di un tessuto tradizionale. La vestibilità è ottima sul corpo e sulle maniche, dotate di fascette con bottone per la regolazione della larghezza. Le tasche laterali sono chiuse da zip, apribili anche senza togliere i guanti. Gli interni asportabili rendono utilizzabile la giacca anche con un clima piuttosto fresco.
Pantaloni tecnici tipo jeans MOTTOWEAR GALLANTE BLUE La qualità principale di questi jeans tecnici è sicuramente la vestibilità, sia per quel che riguarda il comfort in generale, sia in relazione al corretto posizionamento delle protezioni sul ginocchio. Anche camminando o muovendosi in sella durante la guida, i “paracolpi” non si spostano dalla corretta posizione e ricoprono interamente l’articolazione del ginocchio, protendendosi fino al piatto tibiale. L’interno è ben rifinito, e dotato di una fodera interna che se rende il capo confortevole, in condizioni di caldo estremo rende i jeans un po’ “pesanti”. Sono previste delle protezioni rigide come optional, da posizionarsi nella zona dei fianchi.
Guanti REV’IT FLY corti e aderenti al palmo, sono perfetti per svariati usi, dallo scooter alla naked di grossa cilindrata. Realizzati in pelle, non rilasciano il colore sulle mani anche dopo molte ore di guida con temperature elevate. La sensibilità sui comandi è eccellente, e anche il livello di protezione sembra essere di buon livello, considerando che non si tratta di guantii iper-tecnici, ma destinati al commuting urbano e al turismo, soprattutto estivo.
Scarpe GAERNE VOYAGER Si tratta di calzature dalla struttura ben sostenuta che impediscono alla caviglia, entro certi limiti, movimenti che potrebbero risultare dannosi all’articolazione, e sono dotate di protezioni sul lato interno all’altezza del malleolo. La chiusura con zip esterna è molto comoda da azionare anche con i guanti, mentre le stringhe assicurano l’aderenza al collo del piede. La suola piatta consente di azionare i comandi a pedale senza intralci e la tomaia è resistente all’acqua. Il look, piuttosto “minimal”, non incontra i gusti di tutti. La lunga “linguetta” sotto alle stringhe è imbottita in modo da assorbire gli impatti con il pietrisco durante la marcia.
COLPA DELLA “BENZA” Il serbatoio del carburante (6,6 litri, che garantiscono minimo 250 km di autonomia) è posizionato nel tunnel centrale, protetto dalla gabbia di tubi d’acciaio del telaio a doppia culla chiusa. Si abbassa così il baricentro, ma il tunnel diventa molto “invasivo” sui lati, dove lascia appena lo spazio per un piede numero 42. La sella è comoda e correttamente distanziata dal manubrio (anche i più alti non toccano con le ginocchia quando lo sterzo è ruotato del tutto), che mi stupisce per quanto ruoti attorno all’asse di sterzo: non vorrei esagerare ma siamo nell’ordine dei 50° di rotazione, il che aiuta moltissimo quando si parcheggia in un fazzoletto di spazio, magari tra gli alberi dei controviali di città.
CALDO SUBITO L’avviamento è pronto, e il tempo di riscaldamento lo è in modo particolare, grazie al circuito del refrigerante dotato di by-pass: quando il motore è freddo, il liquido viene dirottato in un circuito più corto che esclude il radiatore, in modo da raggiungere la temperatura di esercizio prima possibile. Non ci si pensa, ma i motori degli scooter sono i più sollecitati termicamente: la trasmissione con cambio automatico di tipo CVT impedisce di “partire piano”. Lo scooterista scrupoloso a freddo viaggia diligentemente a 50 km/h, pensando di non stressare il motore, ma quest’ultimo è mantenuto sempre e comunque nell’intorno del regime di coppia massima: l’NMAX eroga 11,7 Nm a 7.250 giri (la potenza massima è di 12,2 CV a 7.500 giri) quindi anche andando piano, il motore gira “a palla”.
SCATTO FELINO Il mio NMAX è già bello caldo, provo ad “aprire tutto” partendo da fermo: l’accelerazione è buona, il 4 valvole è brillante nel prendere giri e muove i 127 kg in ordine di marcia con facilità, toccando in breve tempo i 100 (o poco più) km/h di velocità massima. Negli stop-and-go tipici della marcia nel traffico, l’NMAX mostra tutte le sue qualità: la maneggevolezza del telaio aiuta ad affrontare con scioltezza le rotonde e, abbinata al grande angolo di sterzata, viene in aiuto anche quando sgattaiolo tra le auto ferme al semaforo, che infilo senza pensarci troppo grazie alla ridotta sezione frontale (altro effetto benefico del radiatore posteriore).
COMODO? ABBASTANZA… Le buche e il pavé mettono al lavoro le sospensioni che svolgono piuttosto bene il loro lavoro se non sfruttate fino al limite. Nelle buche profonde la forcella arriva a fondo corsa un po’ troppo spesso (per evitarlo sarebbe bastato un cm di escursione in più, facile da aggiungere dato che il perno ruota anteriore è arretrato rispetto all’asse forcella) e la cosa infastidisce un po’, dato che si avverte il colpo secco acciaio-su acciaio. I doppi ammortizzatori posteriori funzionano in maniera accettabile, solo un po’ secchi nello smorzamento a causa della corsa utile molto piccola. Buona la frenata, assistita dall’ABS a doppio canale. L’anteriore ha una risposta (avvertibile dalla pulsazione della leva al manubrio) abbastanza rapida ed evita il bloccaggio anche sul brecciolino (ho provato), mentre il posteriore è nettamente più lento nell’apri-chiudi della pinza. La decelerazione massima si ottiene agendo su entrambi i comandi ed è molto più che accettabile.
GOOD SENSATIONS La sensazione di qualità generale è ottima, i particolari un po’ economici come gli ammortizzatori posteriori non si notano più di tanto, mentre trovo furba la protezione del silenziatore in plastica che si prolunga fin oltre il terminale: impossibile scottarsi e in più non si vede il corpo del silenziatore, poco rifinito in quanto nascosto, appunto. Molto belli gli strumenti, visibili anche con il sole alle spalle e dalla lettura intuitiva. La sella, una volta sollevata, mostra un serie di punti di fissaggio tipo “cucitrice” da ufficio, ma mi sembra robusta e sotto di essa c’è una vasca portaoggetti in grado di contenere un casco integrale e altri oggetti, anche grazie alla forma regolare, priva di sottosquadri che limitano la capacità di carico a parità di volume complessivo.
OK IL PREZZO E’ GIUSTO Un’ultima annotazione: l’NMAX 125 è un ottimo esempio di sfruttamento delle risorse. Mi spiego: dato un certo budget, i progettisti hanno utilizzato fino in fondo le risorse disponibili, in maniera intelligente ed efficiente. Certo, alcuni dettagli sono migliorabili, ma lo sapevano anche i tecnici al momento della loro adozione. Però il prezzo finale sarebbe lievitato inevitabilmente, mentre i 2.890 euro f.c. richiesti da Yamaha non sono molti. In cambio, portate in garage un veicolo perfetto per gli spostamenti in centro e per le passeggiata delle domenica, limitate solo dall’anacronistica legge italiana che proibisce l’’uso delle autostrade da parte di moto e scooter di 125 cc.
COSA HO INDOSSATO
Casco CABERG RIVIERA: questo leggero jet dotato di visiera lunga, è perfetto per l’uso in città, ma anche la tangenziale e brevi tratti di autostrada si affrontano senza problemi, grazie alla buona protezione aerodinamica fornita dalla lunga visiera, sollevabile con una sola mano. La calotta è priva di prese d’aria, e anche per questo il casco è piuttosto silenzioso: è presente solo la slitta di comando del visierino scuro a scomparsa, posizionata al centro della calotta e facilmente raggiungibile con il palmo della mano. La ventilazione è affidata dalla circolazione dell’aria tra il capo e l’imbottitura interna, ben realizzata, correttamente sagomata e confortevole. Una volta fissata la lunghezza del cinturino, la chiusura a cremagliera consente di regolarne esattamente il serraggio ogni volta che si indossa il casco.
Giacca REV’IT GT-R-AIR La ventilazione perfetta rende questa giacca ideale per l’uso durante i mesi più caldi. Il petto le maniche e i fianchi fittamente traforati assicurano la piacevole circolazione dell’aria. Una volta indossata, però, la traforatura molto estesa non è visibile e si ha l’impressione di un tessuto tradizionale. La vestibilità è ottima sul corpo e sulle maniche, dotate di fascette con bottone per la regolazione della larghezza. Le tasche laterali sono chiuse da zip, apribili anche senza togliere i guanti. Gli interni asportabili rendono utilizzabile la giacca anche con un clima piuttosto fresco.
Pantaloni tecnici tipo jeans MOTTOWEAR GALLANTE BLUE La qualità principale di questi jeans tecnici è sicuramente la vestibilità, sia per quel che riguarda il comfort in generale, sia in relazione al corretto posizionamento delle protezioni sul ginocchio. Anche camminando o muovendosi in sella durante la guida, i “paracolpi” non si spostano dalla corretta posizione e ricoprono interamente l’articolazione del ginocchio, protendendosi fino al piatto tibiale. L’interno è ben rifinito, e dotato di una fodera interna che se rende il capo confortevole, in condizioni di caldo estremo rende i jeans un po’ “pesanti”. Sono previste delle protezioni rigide come optional, da posizionarsi nella zona dei fianchi.
Guanti REV’IT FLY corti e aderenti al palmo, sono perfetti per svariati usi, dallo scooter alla naked di grossa cilindrata. Realizzati in pelle, non rilasciano il colore sulle mani anche dopo molte ore di guida con temperature elevate. La sensibilità sui comandi è eccellente, e anche il livello di protezione sembra essere di buon livello, considerando che non si tratta di guantii iper-tecnici, ma destinati al commuting urbano e al turismo, soprattutto estivo.
Scarpe GAERNE VOYAGER Si tratta di calzature dalla struttura ben sostenuta che impediscono alla caviglia, entro certi limiti, movimenti che potrebbero risultare dannosi all’articolazione, e sono dotate di protezioni sul lato interno all’altezza del malleolo. La chiusura con zip esterna è molto comoda da azionare anche con i guanti, mentre le stringhe assicurano l’aderenza al collo del piede. La suola piatta consente di azionare i comandi a pedale senza intralci e la tomaia è resistente all’acqua. Il look, piuttosto “minimal”, non incontra i gusti di tutti. La lunga “linguetta” sotto alle stringhe è imbottita in modo da assorbire gli impatti con il pietrisco durante la marcia.