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Dopo la prova in strada, è giunto il momento della pista: ho portato la "mia" Yamaha MT-07 kittata al circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, nel pavese. Il responso? Molto positivo, anche se…
MANCAVA SOLO LA PISTA Per oltre sei mesi la Yamaha MT-07 è stata una habitué del parcheggio della redazione. Con lei ho macinato chilometri su chilometri, su passi di montagna come nel traffico milanese, e devo essere sincero: mi ha sempre soddisfatto. L’ho modificata laddove serviva, con quei due o tre upgrade che, a mio modo di vedere, erano ciò che realmente le mancava: parlo dell’impianto frenante Brembo (Pompa RCS e pastiglie sinterizzate), dei pneumatici sportivi (Michelin Pilot Power 3) e di un bel kit sospensioni (monoammortizzatore completo e molle progressive per la forcella, tutto firmato HyperPro). E, prima di restituirla, ho voluto strafare: l’ho portata all’autodromo Tazio Nuvolari di Cervesina, per metterla realmente alla frusta senza remore. Per capire se, insomma, con qualche piccola accortezza, ci si possa divertire in sicurezza anche con una moto così economica.
PERCHÉ IL TAZIO Già che ci siamo, vale la pena spendere due parole sul nuovo circuito Tazio Nuvolari di Cervesina. Per tutti i milanesi è come il cacio sui maccheroni: Google Maps dice che dalla Madonnina del Duomo a Cervesina ci sono poco più di 70 km e la pista è comoda da raggiungere da buona parte del Nord Italia. E poi è un tracciato gustoso: il rettilineo principale è abbastanza lungo (720 metri) da poterci scatenare a dovere anche un’odierna sportiva classe 1000. La pista, poi, si snoda tra curvoni veloci, dove serveno pelo e perizia, e un bel misto stretto in cui serve un po’ di mestiere. Davvero divertente, fateci un salto!
PRIMI GIRI I primi giri in sella alla Yamaha MT-07 sono di apprendistato. E anche in pista la piccola MT conferma le sue qualità di moto facile e valida: il motore ha un bello spunto fuori dalle curve lente, pur rimanendo dolce e progressivo. L’allungo non è il suo forte, inutile tirare al limitatore tutte le marce: è molto più redditizio cambiare un migliaio di giri prima della zona rossa. La sella bassa e il manubrio alto aiutano chi è di primo pelo ad appoggiare il fatidico ginocchio a terra (tra l’altro le pedane non grattano, perché quelle di Lightech che ho montato sono rialzate), la frenata è potente e modulabile, il peso è inesistente. In poche parole, la piccola di Iwata ce la mette tutta per mettervi a proprio agio fin dal primo cordolo. Non è poca cosa.
GOMMA CALDA, SI SPINGE Ok, che per andare a passeggio la Yamaha MT-07 vada bene l’ho capito. Ma ora le gomme e il mio polso sono belli caldi per provare a spingere un po’. E tutto sommato mi trovo bene: la piccola MT è sempre sincera e fedele, anche quando si scompone lo fa lentamente e avvisandomi con largo anticipo. Certo, i limiti non sono alti.
UPGRADE CHE AIUTANO Gli upgrade meccanici sono però serviti tutti. A cominciare dalla pompa freno Brembo RCS: in fondo al rettilineo non ho raggiunto velocità siderali (poco meno di 200 km/h), ma potevo comunque tardare la frenata, sicuro di una risposta decisa dei freni. Se avete in mente più di un paio di uscite all’anno, comunque, consiglio caldamente di montare anche i tubi freni aeronautici in treccia.
SUSPENSIONS Altra chicca che viene incontro nella guida tra i cordoli è il kit di sospensioni HyperPro. In particolare il mono, ultraregolabile ma soprattutto in grado di gestire la potenza quando si comincia a dare gas con convinzione in uscita di curva. La MT-07 ora non si corica sul posteriore perchè il mono, ben tarato, fa lavorare bene la gomma, mantenendo l’avantreno saldo sulla linea impostata. D’altra parte, la forcella ora sostiene a dovere, anche sul veloce. Solo se si entra in curva con i freni in mano, l'avantreno va un po' alle corde. Ma lo capisco: per un uso così sportivo la scelta di molle a rigidezza costante e magari di un bel kit di pompanti avrebbe fatto più la differenza.
PER COMINCIARE Dopo una giornata di test al Tazio Nuvolari, la Yamaha MT-07 sembra provata. E ci sta anche: nonostante le accortezze meccaniche, il suo principale scopo non è certo quello di farvi andare il più forte possibile in pista. Ma questo non importa. Quello che conta, semmai, è che chi la acquisterà avrà per le mani un’ottima moto da strada che, con qualche piccolo ritocco, sa districarsi bene anche tra i cordoli, soprattutto senza impegnare il pilota come farebbe una sportiva con i semimanubri.
IN QUESTO SERVIZIO
Casco PREMIER DRAGON CARBON EVO T CARBON
Tuta ARLEN NESS RACING LS1
Guanti ARLEN NESS PRO
Stivali TCX RS2 EVO
Pista Tazio Nuvolari, Cervesina
Foto Andrea Schiavina