Sua Maestà si dimezza. Dopo il successo quasi tutto italiano del Majesty 250, Yamaha ci riprova proponendo il Majesty 125. Non una versione con motore dalla cilindrata ridotta, ma uno scooter tutto nuovo dallo stile avveniristico.
COM’È Un frontale da calabrone, con due fari anteriori che sembrano gli occhi di un insetto e una coda affilata decorata con luci simili a palline di gelato inconfondibili nel traffico. La lunghezza dell’interasse (1480mm tra il centro della ruota anteriore e quello della ruota posteriore) caratterizza poi lo stile personale e riuscito offerto nei soliti colori Yamaha: sabbia, rosso e blu metallizzato.
LA SELLA ha i due posti su due livelli differenti, con un accenno di schienalino (non regolabile come per la versione 250) per il pilota e nasconde un vano decisamente grande: 32 litri, per ospitare due caschi (un integrale e un jet), la borsa della spesa o la cartella per il lavoro. L’immenso scudo anteriore non ospita invece un bauletto ma un microscopico vanetto chiuso a chiave dove riporre la scatola di caramelle preferite.
PRATICO Di serie è previsto un parabrezzino, sostituibile da uno più grande per una protezione totale. Per completare l’aspetto hi-tech, le manopole montano finti contrappesi (sono in plastica) alle estremità. Al serbatoio da 10 litri si accede senza sollevare la sella ma aprendo uno sportellino di tipo automobilistico posto sulla fiancata sinistra, rendendo l’operazione di rifornimento più facile e pulita.
IL MOTORE è a quattro tempi, raffreddato a liquido, capace di erogare ben 12 cavalli e 11Nm di coppia massima a 7.500 giri. Il freno anteriore è a disco (220mm) e il posteriore a tamburo (130mm). La forcella idraulica all’anteriore ha 90mm di corsa e il forcellone in alluminio è dotato di doppio ammortizzatore con precarico della molla regolabile al posteriore (corsa 90mm). I cerchi in alluminio hanno diametro 12 pollici con pneumatici 120/70 anteriore e 130/70 posteriore. Il Majesty 125 pesa 128 chilogrammi e dalla fine di maggio è in vendita al prezzo indicativo di 6.500.000 lire.
COME VA Sul Majesty 125 si sta comodi: gli angoli a cui sono costretti le gambe e le braccia garantiscono ore in sella senza conseguenze. Per le gambe è stata seguita la formula indovinata del fratello maggiore: si possono tenere in avanti come su una custom, oppure piegate come su un normale scooter a seconda delle preferenze personali e del tipo di strada affrontato. Alla Easy Rider su lunghi tratti e più raccolti nel rally cittadino. Se lo spazio per i piedi abbonda in lunghezza, scarseggia invece in larghezza a causa del tunnel centrale piuttosto ingombrante che costringe, nella posizione raccolta, la scarpa a non appoggiare completamente sulla pedana.
BEN PROTETTI Ottima è la protezione per le gambe, con una aerodinamica dello scudo studiata attentamente: lo scudo si protende infatti all’indietro con due baffi nella parte alta offrendo la massima protezione (ma forse anche un pericolo per le ginocchia in caso di incidente). La sella è molto confortevole e mantiene la schiena nella posizione corretta, così come anche il passeggero trova una buona sistemazione. Alta 780 mm da terra è abbastanza larga e spingendo le gambe verso l’esterno potrebbe creare qualche problema a chi ha le gambe corte nell’appoggiare i piedi.
MOTORE EDUCATO Ben sistemati in sella è il momento di avviare il motore che parte silenzioso e quasi senza vibrazioni. Così rotondo nel funzionamento che può capitare di dover dare gas per capire se è acceso o spento. E se si dà gas, tira fuori i suoi 12 cavalli quasi senza darne l’impressione, se non quando cade lo sguardo sul tachimetro e ci si accorge che si stanno sfiorando i 100 km/h. Fino a 80/90 km/h si arriva in un attimo senza accorgersene, mentre si ha bisogno di un lancio più lungo per superare la tacca dei 110 km/h. Ottime prestazioni, considerando anche che i consumi sono davvero ridotti, nell’ordine dei 25/30 km/litro andando sempre al massimo come se si stesse perdendo l’aereo.
SI INFILA OVUNQUE Alla massima velocità il parabrezzino in dotazione offre una ottima protezione al busto e il Majesty 125 è anche molto stabile, preciso e sicuro nelle curve, grazie al passo lungo. La lunghezza non gioca invece a favore nello slalom cittadino, anche se i tecnici Yamaha hanno ottenuto un buon compromesso: non è agile come un Booster, ma si svicola comunque facilmente tra le auto. Anche nei passaggi stretti, poi, il Majesty non ha problemi e si infila dappertutto grazie alla larghezza complessiva e all’altezza del manubrio e degli specchi che evitano di incastrarsi tra i retrovisori della auto in colonna.
COMFORT Le sospensioni sono confortevoli anche se un po’ rigide mentre non siamo rimasti impressionati dal grande disco anteriore, dal comando duro e non molto modulabile. Nel complesso, un gran bello scooter, con le carte in regola (stile, comfort, prestazioni e consumi) per calzare come un guanto sulle esigenze dei 30/40enni scooteristi cittadini.