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Prova su strada

Triumph Thruxton


Avatar di Marco Rocca, il 20/04/14

10 anni fa - E' perfetta per chi è sensibile al richiamo dell'Ace Cafè

Bella, tutta cromata, con due sigarette al posto degli scarichi. È la Triumph Thruxton, vessillo delle cafè racer, simbolo di una stirpe immortale di moto. Per molte cose, è lei la vera cafè racer

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GIACCA E OCCHIALONI Guidare la Thruxton è un po’ come fare un salto nel passato, negli anni in cui per sentirsi motociclisti bastavano i jeans, una giacca di pelle e un paio di occhiali, nulla più. Anni in cui si modificavano le moto in maniera radicale, togliendo il superfluo per andare più forte su strada e sfoggiarle, poi, orgogliosi al bar. Vernici scintillanti, cromo, cerchi a raggi e semimanubri bassi. Seguendo questa filosofia è nata la Triumph Thruxton, che riprende il nome dal famoso circuito nella contea dell'Hampshire dove nel 1969 la Casa inglese vinse una gara endurance con tre moto sul podio. Oggi come allora la Thruxton è la cafè racer per eccellenza: semimanubri, motore bicilindrico parallelo, pedane più arretrate rispetto alla sorella Bonneville da cui deriva e scarichi scintillanti a doppio cono che emettono scoppiettii in rilascio.

COME LEI NESSUNA La posizione in sella è da sportiva d’antan, con le braccia tese sul serbatoio lungo e stretto e le gambe raccolte dietro. Uno stile di guida che sa tanto di corse Anni 60, vista anche la sella con codone monoposto (asportabile) che trovo affascinante. Così come il bicilindrico parallelo da 70 cv che a freddo zoppica un po' al minimo, costringendomi ad agire sul comando dell’aria per alzare i giri. E allora ascolto il motore che inizia a battere con più regolarità mentre mi allaccio il casco, infilo gli occhialoni, assaporando quel rituale ormai antico.

GUIDA D’ANTAN Giù la prima e la Thruxton si muove con grande dolcezza. Come le sportive di un tempo, va guidata di corpo. Non curva al solo pensiero come le moderne naked ma ha bisogno di essere accompagnata portando bene fuori il busto per impostare la traiettoria. Così la guida diventa redditizia e divertente, condita da un sound che fa battere forte il cuore. L’appoggio all’anteriore c’è e dà sicurezza anche nei curvoni veloci e il cambio con innesti corti è preciso quando iniziano le curve. Insomma la Thruxton non va strapazzata, al contrario va guidata in modo fluido e rotondo visto anche l’interasse lungo. Basta farci la mano per imparare ad apprezzare una guida davvero coinvolgete. E non importa se i freni, anzi il freno anteriore da 320 mm con pinza a due pistoncini fa quel che può per tenermi in strada, non importa se sulla bilancia ballano 205 chilogrammi a secco, la Thruxton è così, prendere o lasciare e io me ne sono innamorato.

BELLA SPINTA Quando si tratta di dare gas la cafè racer inglese non si tira indietro, anzi. Il motore sfodera una buona coppia già nella parte bassa del contagiri per poi allungare con una discreta cattiveria sino a quota 7.000 giri indicati. L’erogazione è fluida e la buona coppia in basso consente di tenere anche marce alte in città per poi, volendo e potendo, allungare sino alla soglia dei 210 di tachimetro. Insomma possono bastare 70 cv per divertirsi? La risposta è senza ombra di dubbio sì… E poi è così dannatamente bella ferma sul cavalletto.

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Foto di Andrea Schiavina


Pubblicato da Marco Rocca, 20/04/2014
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