Triumph: la Street Scrambler cattura gli sguardi e si guida bene, non solo su asfalto
ARRIVA LA SCRAMBLER Il virus del fuoristrada (leggero) ha contagiato anche la famiglia Bonneville: una delle ultime nate, oltre alla Street Cup, è la Triumph Street Scrambler. Moto che affonda le sue radici nel passato, quando si usava tutti i giorni e, volendo, ci si correva sulle dune.
MODA CHE TORNA Oggi, quella moda lì sta tornando prepotentemente. Con tanta attenzione al look, perché qui l'abito fa il monaco. E allora ecco splendidi scarichi laterali che corrono lungo tutta la fiancata, cerchi rigorosamente a raggi, manubrio alto. E una sella morbida, generosa: sul parafango posteriore si può scegliere se montare la porzioncina di sella per il passeggero oppure il portapacchi, entrambi consegnati insieme alla moto.
FIGATA Posso dirlo? Sul cavalletto, la Triumph Street Scrambler è davvero figa. Forse, la più riuscita della famiglia. Il motore scuro e il radiatore dell'acqua ben nascosto dietro la ruota anteriore snelliscono l'insieme e non c'è un dettaglio che non sia curato: dal nuovo telaietto che sostiene il fanale con finitura nera opaca ai soffietti che ricoprono gli steli forcella, dalle pedane offroad con gommini rimovibili allo stiloso paramotore, l'occhio indugia molto volentieri su ogni particolare.
COPPIA PIU' IN BASSO Tecnicamente, la Street Scrambler è una Street Twin con poche e mirate modifiche. Il motore, il solito bicilindrico parallelo da 900 cc High Torque, esprime 55 cavalli a 6.000 giri ma, soprattutto, 80 Nm a 2.850 giri, cioè 380 giri più in basso rispetto alla Street Twin. E il 28% in più rispetto alla vecchia Scrambler.
QUOTE DIVERSE A cambiare sono anche le quote: la ruota anteriore da 19” (18” sulle sorelle) della Street Scrambler ha portato un angolo del cannotto di 25,6° (24,3° sulla Street Cup) e un'avancorsa pari a 109 mm (98,7 mm sulla Cup). Non mancano pneumatici dedicati, i Metzeler Tourance mentre le sospensioni KYB, pur conservando la stessa escursione di quelle della Cup (120 mm), hanno una taratura specifica, più morbida.
ABS OFF Succose news anche dal punto di vista della dotazione elettronica: oltre al comando gas ride-by-wire la Street Scrambler conquista l'ABS escludibile su entrambe le ruote. Ogni volta che si spegne e riaccende la moto, il sistema si riattiva. A frenare i 206 kg (a secco) della Street Scrambler ci pensano due dischi, uno anteriore da 310 mm di diametro e uno dietro da 255 mm, sempre con pinza Nissin. Della partita, come sulle altre Bonnie, anche il controllo di trazione (disinseribile) e una presa USB sotto la sella.
QUI PREZZI E ora i prezzi: la Triumph Street Scrambler parte da una base di 10.800 euro (Jet Black). Se invece vi lasciate sedurre dall'iconico Matte Khaki Green, dovrete sborsare 10.925 euro, che diventano 11.000 per la verniciatura bicolore Korosi Red/Frozen Silver. E poi, naturalmente, una lunga lista di oltre 150 accessori: dagli ammortizzatori posteriori Fox alla griglia protezione faro, dalla sellona piatta agli scarichi Vance&Hines, dalle manopole riscaldate al cavalletto centrale, c'è davvero l'imbarazzo della scelta.
SELLA ALTA Sono proprio curioso di sapere se, su strada, la Triumph Street Scrambler è bella come da ferma. Se l'altezza della sella si alza rispetto alla Cup (792 mm contro 780) toccare terra non è un grosso problema anche per chi all'anagrafe non fa Shaquille O'Neal.
GOOD VIBRATIONS Certo non è una moto leggera, questa Scrambler: nelle manovre da fermo, i 206 kg a secco hanno il loro peso. Ma il manubrio, più largo e alto rispetto alla Street Twin, migliora un po' le cose. Al minimo, il manovellismo a 270° fa il suo lavoro: la voce della Street Scrambler è ricca, articolata, molto british. Cominciamo con il piede giusto.
ECCO, NEVICA “Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto 'sto freddo?” Insomma, è vero che siamo a metà gennaio ma, nei dintorni di Siviglia, in Andalusia, mi aspetto quantomeno un clima tiepido. E invece, quando salgo in moto ci sono 5 gradi e, lungo la – meravigliosa – strada verso il photo shooting, inizia pure a nevicare...
CHE FRIO! Nonostante il meteo da Dolomiti e il freddo assassino (non so più quanti strati ho sotto la giacca) non faccio fatica ad accorgermi che la posizione di guida, grazie al nuovo manubrio e alle pedane lievemente avanzate, è proprio azzeccata. E la sella di serie, morbida, non causa indolenzimenti nemmeno dopo una giornata passata in sella.
PROTEZIONE ZERO La gamba destra sfiora lo scarico, è vero, ma – forse a causa anche del clima – non ho accusato calore eccessivo sul polpaccio. La protezione aerodinamica? Sopra i 110 km/h occorre tenersi con forza al manubrio. Bello l'unico strumento circolare, ben leggibile e con un display prodigo d'informazioni (autonomia, marcia inserita, consumo medio e istantaneo...)
UN BEL 19" Arriva il momento delle curve e, guarda un po', questa Scrambler con il 19” diventa ancor più interessante. Non è un fuscello, d'accordo, ma con lei entri in sintonia velocemente, come se la conoscessi da sempre. Ecco come funzionano le cose: entri un po' lento, sfrutti la grande stabilità in percorrenza e ti godi l'erogazione pulita e ricca non appena la piega sta finendo.
SUPER-COPPIA Se la Street Twin era già godibile da questo punto di vista, la Scrambler lo è ancora di più. Non esci dalle curve a fionda, ma quando riprendi in mano il gas il bicilindrico non si fa mai trovare impreparato. Guidi tondo e sorridi sotto i baffi (nel mio caso anche sotto la barba). Merito anche di un cambio preciso e di una frizione morbida. Rimane il comando del gas non precisissimo nei primi gradi di rotazione, ma si tratta di quisquilie.
NON SALTELLA Le sospensioni, pur avendo la stessa escursione (120 mm), scorrono di più rispetto a quelle della Street Twin e della Cup, soprattutto i due ammortizzatori posteriori. Un poco più dura la forcella, ma non in maniera tale da compromettere il gusto di guida. Sull'asfalto butterato non si saltella e questo, specie in curva, è un bene.
RITMO SCRAMBLER Meno rosea la situazione sui freni: finché si viaggia a ritmi da Scrambler, tutto bene. Anche per quanto riguarda la modulabilità. Se invece si comincia a spingere, forzando gli ingressi in curva, allora si desidererebbe più potenza e mordente, specie davanti.
OFFROAD Come vedete dalle immagini, la prova ha previsto un breve tratto di fuoristrada scorrevole: qui il baricentro basso e la linearità dell'erogazione – nonché la coppia ai bassi regimi – facilitano la guida anche per chi non è un dakariano. Se invece siete esperti, ABS e TC disinseribili vi permettono di giocare. Guidando in piedi lo stivale destro tende a scappare dalla pedana, causa interferenza del polpaccio con la tabella portanumero. Basta togliere i gommini e il difetto scompare. Sempre che abbiate voglia di sporcare il bel serbatoio fra sterrati e guadi...
CIAMBELLA COL BUCO Una moto riuscita, la Street Scrambler. Forse la ciambella con il buco più riuscito delle Street. Per l'estetica, certo, ma anche per una guida più rotonda, un motore ancora più coppioso in basso e un sound da leccarsi i baffi. Certo il prezzo si alza ma, con un pacchetto così, avete una moto molto equilibrata, ricca di fascino e capace perfino di raggiungere quella spiaggettà là, in fondo allo sterrato.
IN QUESTO SERVIZIO
CASCO BELL MOTO 3 Un Marchio che ha fatto anche la storia dei caschi, Bell (li usava Steve Mc Queen!). Così, se nell’era delle special altri produttori si buttano sul rétro e si ispirano ai caschi di una volta, Bell guarda nei suoi vecchi cataloghi e, con il Bell Moto 3, riprende un modello lanciato nel 1970. La forma della calotta in fibre composite è (quasi) uguale all’originale (in tre misure con quattro misure di calotte) ma nella mentoniera le feritoie diventano otto e mostrano una griglia in acciaio inox, l’imbottitura è moderna, antimicrobica, antibatterica, staccabile e lavabile. Ed è anche comoda, avvolge bene pur senza essere pesante o fastidioso. Il frontino si aggancia con cinque bottoni automatici ma il Bell Moto 3 non concede spazio alle sirene della modernità e la sua calotta non si apre in alettonate bocche di ventilazione, rimanendo fedele a se stesso. Non ha la visiera, non ha prese d’aria, non ha il visierino da sole a scomparsa, ma è maledettamente fiko…
Taglie: XS-XXL
Prezzo: 384 euro
MASCHERA SNOB CAFE' Il nome, in questo caso, dice tutto: guardare la lente a dorata a specchio per conferma. Ma questa maschera Snob non è solo apparenza: la schiuma a doppia densità aderisce bene al viso, gli spifferi non arrivano agli occhi. E i profili in silicone dell'elastico - ben dimensionato - aderiscono bene alla calotta del casco. Roba da Milano-Cortina in un giro di Rolex...
Prezzo: 140 euro
GIACCA IXON MOTORS Un bel chiodo in pelle bovina, con inserti trapuntati su spalle e gomiti e fregi color bianco-crema. L'aspetto è vintage, la tecnologia no: dotato di imbottitura invernale completa estraibile (tiene caldo per davvero) ha due zip per la ventilazione sul petto, per l'utilizzo nella mezza stagione e inserti elasticizzati sui fianchi. Non ingessa troppo alla guida, non sembra di aver addosso un'armatura medioevale e si può indossare comodamente anche quando la moto rimane in garage. Nella norma le protezioni, presenti su gomiti e spalle, ma non manca l'inserto per il paraschiena. E la connessione con zip per i pantaloni. Quattro le tasche (più due nell'imbottitura) di cui una impermeabile.
Prezzo: 349,90 euro
Taglie: S-4XL
GUANTI IXON PRO 70'S HP Un guanto in morbida pelle di capra, comodissimo e molto caldo. Oltretutto, l'esterno è impermeabile e traspirante. Certificati CE, questi guanti dal sapore classico hanno il polsino piuttosto corto, con regolazione a bottoni, ma vanno d'amore e d'accordo con la giacca Motors. Morbide, inoltre, le protezioni sulle nocche. Anche dopo diverse ore di guida, non fanno male: sembra quasi di non indossarli.
Prezzo: 79,90 euro
Taglie: S-3XL
JEANS MOTTO WEAR CITY X Il segreto dei Motto Wear City X è il Kevlar, materiale resistente alle abrasioni ma allo stesso tempo confortevole, che riveste la zona delle ginocchia, le anche e il fondoschiena. In corrispondenza delle rotule c'è poi uno strato aggiuntivo di cotone nella parte interna, per un migliore resistenza termica al vento e al freddo. Il capitolo sicurezza prevede anche protezioni SAS-TEC omologate CE sulle ginocchia, che trovano posto in apposite tasche di cotone e, grazie al velcro, sono rimovibili e regolabili. In opzione, esistono protezioni CE KNOX in corrispondenza delle anche, pure loro fissate con il sistema del velcro. I jeans Motto Wear si possono tranquillamente lavare in lavatrice: basta rimuovere le protezioni e usare un programma delicato.
SCARPONCINI STYLMARTIN WAVE Pelle pieno fiore, profilo... alto e cura quasi maniacale nei dettagli: lo scarponcino Stylmartin Wave fa la sua bella figura dovunque, sia durante lo struscio in centro sia in moto. Purché sia vintage o café racer, si capisce. Impermeabili e traspiranti, hanno suola in gomma antiscivolo e antiolio e protezioni in PU in corrispondenza dei malleoli. Nella confezione non mancano due tipi di lacci diversi mentre la tomaia è solo in testa di moro. Il piede sta comodo, anche se la caviglia - a causa della forma - è un poco costretta. Ma non fa mai male, nemmeno dopo 300 km in moto.
Taglie: 39-47
PARASCHIENA ALPINESTARS NUCLEON KR-1 Leggero e traspirante, questo paraschiena aderisce bene alle vertebre e, una volta indossato, sembra quasi di non averlo. Oltretutto, grazie al meccanismo di regolazione sulla parte bassa si adatta senza problemi a fisici diversi. Disponibile in cinque taglie, ha una protezione omologate CE di livello 2.