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Prova su strada

Suzuki SV 1000S


Avatar Redazionale, il 24/03/03

21 anni fa -

Che sia la volta buona? Forse sì, il potentissimo bicilindrico Suzuki pare aver trovato finalmente degna compagnia nella ciclistica della SV 1000 S. Divertente anche in pista, è una sportiva non estrema ma efficace. Peccato per le vibrazioni.

COM’È  Visto il successo che sta accompagnando la serie SV (azzeccato mix di prestazioni, look e prezzo) non si capiva come mai la Suzuki non volesse replicare in grande, allargando la gamma delle sue naked bicilindriche. In fondo il motore c’era già, il burrascoso bicilindrico a V di Hamamatsu da sempre riceve lodi per le sue prestazioni e ha già dimostrato sul campo tutto il suo valore. Purtroppo finora lo ha fatto sempre su moto della concorrenza. Perché (V-Strom a parte) Suzuki non è mai riuscita a cucirgli addosso la ciclistica giusta.

BUONA LA TERZA?

Ora però dovrebbe essere la volta buona. Il traliccio di alluminio della nuova SV 1000 S, oltre ad offrire un notevole colpo d’occhio, pare proprio l’ossatura giusta per contenere l’irruenza del bicilindrico giapponese da 996 cc. In realtà, come già accade per la 650, anche la 1000 si adegua alla moda imperante della pressofusione. Infatti, il telaio non è un vero traliccio, ma un'unica struttura pressofusa che ne simula l’andamento.

TANTO ALLUMINIO

Di alluminio anche il forcellone, formato da due bracci realizzati anch’essi per pressofusione, che muove un monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e nell’idraulica in estensione e compressione. La forcella a steli tradizionali da ben 46 mm è anch’essa regolabile in tutte le direzioni, a conferma dello spirito sportivo che anima la SV. Conferma che viene anche dall’impianto frenante, che adotta due dischi flottanti da 310 mm all’avantreno frenati da pinze Tokiko a quattro pistoncini, accoppiati al canonico disco da 220 mm al posteriore.

S COME SPORT La "S" è la più sportiva delle due SV ed è anche la prima ad arrivare sul mercato

(per la nuda occorrerà attendere ancora un po’). Forme slanciate ed equilibrate, muscoli bene in vista, qualche spigolo di troppo. C’è tanta cura del dettaglio nella nuova SV, dimostrazione di quanto Suzuki conta su questo modello con il quale si possono attrarre un bel po’ di potenziali clienti. Perché in fondo con la SV ci si può fare un po’ di tutto, dal viaggio, alla sparata sul passo montano e perché no anche in pista. Più che una sportiva tout court si può, infatti, considerare una sport-touring un po’ più velleitaria di altre. Vestita con un puntale e un aggressivo cupolino, che richiama nello sguardo molto da vicino quello della Yamaha Fazer (ahi ahi Suzuki, poca fantasia?), la SV-S fa di tutto per far capire di che pasta è fatta.

BICILINDRICO DOC

Sul motore, che dire. È, e resta, uno dei migliori bicilindrici sul mercato per prestazioni, ma anche per regolarità di funzionamento. Non è passato indenne dalla cura dei tecnici che però hanno cercato di migliorare ulteriormente l’erogazione ai bassi e medi regimi, anziché cercare maggiore potenza. Così le valvole di aspirazione si rimpiccioliscono (da 40 a 36 mm), hanno una sola molla di richiamo e si aprono su condotti più rettilinei; inoltre, l’albero a camme ha una fasatura leggermente meno spinta. La potenza massima, a detta dei tecnici Suzuki, non ne risente visti i 120 cv alla ruota dichiarati a 9000 giri. In compenso, gran beneficio ne traggono la pienezza d’erogazione ai bassi e medi regimi, con un picco massimo di coppia di 102 Nm a 7200 giri.

DOPPIA FARFALLA

Equipaggiato con un sofisticato sistema di distribuzione misto ingranaggi-catena, il V2 Suzuki è alimentato ad iniezione (condotti da 52 mm), ed è gestito da una nuova centralina a 32 bit che, oltre all’iniezione, gestisce ovviamente l’accensione, ma provvede a manovrare anche il sistema SDTV a doppia valvola, lanciato per la prima volta sulle supersportive della serie GSX-R. Sulla SV si aggiunge l’ormai immancabile catalizzatore insieme al dispositivo d’aria secondaria, che permettono a questa bicilindrica di rientrare nei limiti Euro 2 di futura applicazione.

Insomma, la sostanza c’è, anche perché il prezzo di questa 1000 è praticamente allineato a quello delle nuove 600 sportive. La SV 1000S è già disponibile nei concessionari Suzuki al prezzo lancio di 10.150 Euro f. c., nei colori Blu ed Argento.

COME VA

L’intera presentazione delle novità Suzuki 2003 si è svolta all’interno del circuito Santamonica di Misano, location perfetta per mettere a dura prova le rinnovate doti dinamiche della millona bicilindrica, anche se non avrebbe guastato un bel giretto su strade normali, per saggiarne comfort di marcia nelle situazioni più disparate (domande cui daremo risposta più avanti in una prova completa).

ERGONOMICA

Ogni tester ha la nuova SV 1000S tutta per se per il breve tempo di un turno (quindici minuti). Pochi, ma già sufficienti per trarre un primo bilancio sulla guida e per aprezzarne la posizione in sella: caricata in avanti, ma non eccessiva, almeno per la guida sportiva. La seduta, infatti, non è estrema: le pedane sono arretrate e rialzate quanto basta, ma tutto è al posto giusto, e né braccia né gambe (ben ospitate negli svasi del serbatoio) sono sotto stress. Un po’ diverso il discorso per il passeggero, issato la in cima sulla coda spigolosa, dove si gode sì un bel panorama, ma probabilmente uscirà stanco dal giro domenicale.

TURISTICA SPORTIVA

È parsa invece ottima la protezione aerodinamica della carenina (sempre di moto sportiva comunque si parla): l’abbiamo provata nel rettilineo che segue le tre curve del carro, notando come il vento non disturbi troppo anche oltre i 180 orari, richiedendo solo di accucciarsi un po’. Una moto dall’impiego turistico supersportivo, dunque, come la definisce la stessa Suzuki, dotata di un motore eccezionale per potenza assoluta ed erogazione, un po’ meno per la sua ruvidità.

VIBRA MOLTO

Il bicilindrico Suzuki, infatti, non si smentisce nemmeno in questa nuova versione, spingendo vigoroso senza buchi e con una grinta notevole, che tuttavia pare leggermente smorzata rispetto alla precedente versione. La nuova SV 1000S sembra, infatti, ancora più morbida e lineare nello scaricare tutta la cavalleria di cui è capace. Gli interventi a valvole e condotti hanno tolto un pelo di grinta agli alti regimi, così oltre i novemila la spinta del bicilindrico giapponese si smorza un po’, anche se l’allungo notevole porta comunque il contagiri a sbattere contro il limitatore a quota 11500. Peccato che la salita di regime sia accompagnata da vibrazioni avvertibili un po’ su tutta la moto, che si fanno consistenti oltre quota 9000 giri. È come se il motore si fosse un po’ irruvidito rispetto a quello provato, ad esempio, sulla Raptor. Alla fine chi esce più stressato dalla guida in pista è il cambio che si è rivelato un po’ duretto negli innesti, richiedendo sempre che fosse ben tirata la frizione per inserire il rapporto superiore.

I CAVALLI IN MANO

L’erogazione piatta e progressiva serve su un piatto d’argento a chi guida la consistente potenza della SV. Ci si può permettere di dare il gas senza troppe remore, anche se occorre sempre tener ben presente che si tratta di uno dei bicilindrici più potenti in circolazione, e che a gestire in pista la sua esuberanza ci sono pur sempre le Michelin Pilot Sport, ottime gomme stradali ma non pistaiole pure. In ogni caso non abbiamo riscontrato nessuna perdita d’aderenza (anche tenendo un passo piuttosto veloce), il che va interpretato come un segnale confortante sulla bontà ciclistica della SV.

MORBIDA

Telaio e sospensioni sembrano, infatti, contenere al meglio le sferzate di coppia del bicilindrico. Agile nell’inserirsi in curva, e piacevolmente svelta nelle varianti, la SV ha un carattere indubbiamente sportivo, anche se la taratura morbida della forcella (era in configurazione standard) si fa sentire soprattutto nell’impostazione delle curve più veloci, quando ci si trova un po’ a "remare" con il manubrio. Purtroppo il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di intervenire sulle tarature, anche se è certo che mettendo mano alle tarature il comportamento potrebbe solo migliorare e che già così, la SV ha evidenziato un bell’equilibrio tra prestazioni e comportamento ciclistico.

FRENA FORTE

Ovvio che con una taratura così soft la forcella vada anche in sofferenza in staccata dove il fondocorsa è sempre in agguato, soprattutto alla staccata del tramonto dove per inciso abbiamo visto 245 km/h indicati. A dare una mano in questi frangenti c’è il sistema antisaltellamento, che mantiene l’assetto imperturbabile anche quando si da fondo al gran potere frenante della SV, altro segno della sportività della seminaked Suzuki.

PROMOSSA IN PISTA

In pista, insomma non sfigura, anzi, e viste le premesse la SV 1000 S promette di essere una moto estremamente divertente nella guida su strada, cosa che ci proponiamo di verificare prestissimo con una prova più approfondita. In questo servizio:Casco:Vemar DiademTuta:SpidiGuanti:Spidi CarboventStivali:DaineseAge Out

Pubblicato da Stefano Cordara, 24/03/2003
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