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Prova

Suzuki Sixteen


Avatar Redazionale, il 23/04/08

16 anni fa - beati gli ultimi...

Dopo anni di assenza, Suzuki irrompe nel settore degli scooter a ruota alta con un mezzo ben realizzato ed efficace. Ha tutto quello che serve per emergere, gli manca solo un po' di originalità.


SCUSATE IL RITARDO
Un prodotto che non arriva per primonella competizione del mercato può essere avvantaggiato. Certo, puòcapitare che lasci ad altri numeri importanti in termini di vendite per moltotempo, però, così facendo, chi lo produce puòanalizzare meglio la concorrenzaepresentarlo solo quando è certo di avereun prodotto realmente valido, che possa lottare ad armi pari con gli avversaripiù accreditati.



LE PRIME SEDICICosì ha fatto Suzuki, che per anni è parsa disinteressata al segmentodegli scooter a ruota alta, mentre orane presenta uno dal nome inequivocabile: sixteen, cioè il numero sedicidetto nell'idioma più trendy ma anche il numero che corrisponde ai pollici di calettamento delle sue ruote. Una novitàassoluta per Suzuki, ancora più significativa se si considerano lecentinaia di migliaia di pezzi venduti dal best seller incontrastato delsegmento, l'Honda SH.




CITTADINO PURO
IlSixteen è perciò chiamato ad una sfida non indifferente e, per affrontarla, i tecnici di Hamamatsu hanno sviluppato illoro scooter secondo delle linee guida chiare e ben definite, decidendoanche di limitarsi, per il momento, a due sole cilindrate - 125 e 150 - e focalizzando così l'obbiettivo sulla destinazione d'uso primaria di questo scooter: lacittà e gli spostamenti brevi.



STOP & GOI ruota alta di questa fascia dicilindrata sono apprezzati soprattutto per la facilità d'uso. Sono intuitivi da guidare e grazie alleruote di grande dimensione, riescono a superare senza difficoltà le tantepiccole insidie della guida in città. In Suzuki, partendo da questoconcetto di base, hanno voluto accentuare ulteriormente questa predisposizione,così, la meccanica del Sixteen èottimizzata sia in funzione della guida stop & go, tipica proprio deltraffico urbano, sia con un occhio diriguardo ai fondi più difficili che si possono incontrare in città, come per esempio il pavè.


A PROVA DI SMEMORATO
Oltre alla facilità di guida, in Suzuki hannoavuto riguardo particolare anche all'affidabilità, alla comodità e alfattore moda, e per ognuna di queste esigenze hanno pensato ad alcune soluzionispecifiche, come, per esempio, lasegnalazione nella strumentazione dei chilometri mancanti al tagliandoperiodico. Un'informazione più che utileper l'utente tipo del Sixteen, notoriamente poco propenso a pensare alproprio scooter come ad un mezzo bisognoso di cure.




SPAZIO PER TUTTI
Per il comfort, invece, conducente epasseggero possono contare su una sella ampia e confortevole, su una pedanapoggiapiedi particolarmente spaziosa e su pedane reclinabili e dotate di spessigommini antivibrazioni. In più, ilSixteen è dotato di serie di portapacchi predisposto per il montaggio di unbauletto e di un vano retroscudo e delclassico sotto sella tra i più capienti della categoria,  sebbene nell'uno non ci stia molto di più diun paio di guanti e un cellulare e nell'altro ci si possa riporre unicamente unjet di piccole dimensioni.

CI SIAMO GIA' VISTI?Per quanto riguarda il look, infine, vadato atto agli uomini Suzuki di aver provato a dare un'immagine di Marca al nuovonato, anche se così facendo forse hanno perso di vista la differenziazionecon la concorrenza. Perché, in effetti, ilSixteen esteticamente non è certo unmostro di originalità: la somiglianza con il più venduto concorrente èabbastanza forte e non bastano uno scudo frontale dalle linee più marcate eaggressive o un fanale di coda che riprende le forme di quelli delle serieGSX-R per dare molta forza e appeal alla linea dello scooter. Che, però, grazie all'abbinamento azzeccato fra ilnero di tutta la meccanica e alcuni colori tra quelli disponibili, perlomeno offre un look piacevolmentesportiveggiante.




BEN CURATO
Incompenso, la cura nella realizzazionedelSixteen è buona, conaccoppiamenti precisi tra le plastiche e verniciature ben realizzate. Solo ilnumero eccessivo di viti a vista per fissare il rivestimento del  retroscudo e della pedana poggiapiedi lascia un po' perplessi, anche perchéci sarebbe voluto proprio poco per risolvere la cosa in sede di progetto,magari prevedendo dei tappi di copertura o un ulteriore rivestimento in gommaper la pedana.



MONO INEDITO Lastessa cura nel realizzare l'involucro è stata utilizzata per gli elementisottopelle. Il motore per esempio è unmonocilindrico tutto nuovo, declinato, come detto, in due cilindrate e progettato specificatamente per l'uso incittà. Ne consegue che sono staticurati a fondo la capacità di raffreddamento, le prestazioni in termini dispunto e i consumi. Dotato di iniezione elettronica, catalizzatore esensore dell'ossigeno nello scarico, questo mono è capace di 13 cv (9,6 kW) a9.000 giri e 11,6 Nm a 7.500 giri nella versione di 124cc e di 15,2 cv (11,2kW) e 13,8 Nm agli stessi regimi nella versione di 156cc, ottenuta aumentandol'alesaggio da 53,5 a 60mm. Per i consumi, poi, viene dichiarata una delle autonomie più elevate del segmento, grazie ancheal serbatoio benzina da 8,5 litri di capienza.



DISCHI COMBINATISono, in entrambi i casi, prestazioninella media della categoria, quindi il Sixteen non punta ad avereperformance superiori a quelle dei concorrenti, ma piuttosto ad offrire unpacchetto tra i più completi, ben realizzati e dotati. A tal proposito, la frenata può contare su una coppia didischi da 220mm, azionati in maniera combinata. La leva di sinistra agisce,infatti, su entrambi i dischi tramite unripartitore di frenata, che modulala forza frenante sui due assi, mentre la leva di destra aziona solo ilfreno anteriore.



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PACCHETTO COMPLETO
È anche questo un sistema collaudato, ma che dà l'idea di come sul primo ruota alta Suzuki niente è statolasciato al caso per potersi ritagliare un ruolo di primo piano in unsegmento difficile come quello dei veicoli cittadini di tendenza. Sul Sixteen, infatti, non manca nulla di quello che ci siaspetta sul un veicolo di questa categoria ma si trova anche qualche attenzione in più, come il comodoantifurto integrato nel blocchetto d'accensione, specchietti di dimensionigenerose e ben piazzati e un'abitabilità ai vertici della categoria.



QUATTRO IN TAVOLOZZAUn ultimo accenno ai prezzi fa poi capire come Suzuki non ha voluto puntare su un prezzo da hard discount persbaragliare la concorrenza, ma piuttosto sottolineare ancora una volta laqualità del suo prodotto. Che può essere scelto in quattro colorazioni: bianco, blu, nero e grigio, le ultime tre dellequali abbinate a ruote nere. Iprezzi sono perciò competitivi ma non bassissimi e partono da 2.995 euro franco concessionario per il 125, per arrivare ai 3.145 euro francoconcessionario per la versione 150.


CITTADINO DEL MONDO
Evidentemente, Barcellona è davvero lacittà più di tendenza del momento. In un mese è la quarta volta che citorno per la presentazione di una nuova moto o un nuovo scooter. Nelleintenzioni degli uffici stampa, presentareuna moto qui significa far assorbire al proprio prodotto la modernità e lostile di questa città, che basa sull'eccellenza nel design il proprioattuale successo. Il Sixteen, però,piuttosto che con le questioni di stile, va sicuramente più d'accordo con  il traffico tremendo, tipico delle metropolieuropee.

SI TOCCA SEMPRELa posizione di guida è azzeccata, e così sgattaiolare tra le auto in colonna risulta semplicissimo,presentandosi in pole position al primo semaforo rosso. La sella è morbida eottimamente conformata, tanto da sembrare più bassa degli 80 cm dichiarati. I piedi appoggiano a terra senza problemianche se non si è alti come cestisti, anche grazie alla forma della pedanache lascia spazio alle gambe quando si è fermi.

SPAZIOSOLa pedana stessaè spaziosa, forse una dellepiù spaziose tra i ruota alta della stessa categoria, tanto che è possibileanche spostare i piedi indietro durante la guida per assumere una posizione unpo' più dinamica. Anche il manubrio èben posizionato e sul Sixteen si assume così una posizione di guida moltonaturale e confortevole, oltre che perfetta per il controllo dello scootermentre si guida.


BENE ANCHE FUORI
La prova si è svolta prima su un percorsocittadino, e in seguito su una bella strada collinare. Quest'ultimo, forse,non il terreno più adatto ad uno scooter utilitario come il Sixteen, che però ha messo in mostra qualità dinamiche più chepositive, dato che anche impegnato in una guida dinamica non ha mostratoparticolari pecche.

TELAIO COMPATTOIl merito è da dividere tra il telaio,che pare da subito molto compatto e"solido" e le sospensioni che presentanouna taratura di base assolutamente non flaccida. In città, quindi, buche, tombini e dissuasori di velocitàvengono digeriti senza problemi e, proprio passando su uno dei cordolitrasversali tipici delle zone abitate, si apprezza l'assenza di scuotimentieccessivi dello scooter.

QUALITA' PERCEPITAIl comportamento non è quindi molto dissimile dai migliori concorrenti ma,sull'asfalto più rovinato, sul Sixteen èpiù che altro la solidità dell'insieme che convince, perché lo fa apparire come un prodotto maturo e di qualità. E lostesso si riscontra quando si prova a tenere un passo un po' più allegrotto in una bella strada secondaria, perché il Sixteen non si trasforma certo in unoscooter sportivo, ma permette di togliersi qualche soddisfazione in tuttasicurezza.


PIU' SPINTA NEL 150
In questi frangenti il motore di 150cc èsicuramente avvantaggiato, perché può permettersi riprese più rapide e unamaggiore vivacità anche quando la velocità sale. Il piccolo 125 non è molto più lento, ma deve necessariamente girare di più per spingere come si deve.Oltretutto, entrambi i motori possonocontare su trasmissioni davvero a punto. Che però privilegiano lo spuntorispetto alla velocità massima. Ottimo quando si è in città, un po' meno se ichilometri da percorrere cominciano ad essere di più.

CONVINCE IN FRENATALe qualità dei due motori, privientrambi di vibrazioni e piuttosto silenziosi di scarico, vengono quindi esaltatedalla guida cittadina, dove non è così raro riuscire a star dietro a mezzipiù grossi partendo da fermo. Quando ci si deve fermare, poi, il Sixteen mettein mostra un'altra delle sue qualità. Lafrenata combinata è molto bilanciata e potente, a patto di tirare con una certaforza la leva di sinistra.  Quella di destra in città si usa davveropoco, ma anche ricordandosene volutamente il comportamento rimane più cheaffidabile, con il ripartitore che porta al bloccaggio prima il posteriore.


Pubblicato da Michele Losito, 23/04/2008
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