Dopo anni di assenza, Suzuki irrompe nel settore degli scooter a ruota alta con un mezzo ben realizzato ed efficace. Ha tutto quello che serve per emergere, gli manca solo un po' di originalità.
SCUSATE IL RITARDOUn prodotto che non arriva per primonella competizione del mercato può essere avvantaggiato. Certo, puòcapitare che lasci ad altri numeri importanti in termini di vendite per moltotempo, però, così facendo, chi lo produce puòanalizzare meglio la concorrenzaepresentarlo solo quando è certo di avereun prodotto realmente valido, che possa lottare ad armi pari con gli avversaripiù accreditati.
CITTADINO PURO IlSixteen è perciò chiamato ad una sfida non indifferente e, per affrontarla, i tecnici di Hamamatsu hanno sviluppato illoro scooter secondo delle linee guida chiare e ben definite, decidendoanche di limitarsi, per il momento, a due sole cilindrate - 125 e 150 - e focalizzando così l'obbiettivo sulla destinazione d'uso primaria di questo scooter: lacittà e gli spostamenti brevi.
A PROVA DI SMEMORATOOltre alla facilità di guida, in Suzuki hannoavuto riguardo particolare anche all'affidabilità, alla comodità e alfattore moda, e per ognuna di queste esigenze hanno pensato ad alcune soluzionispecifiche, come, per esempio, lasegnalazione nella strumentazione dei chilometri mancanti al tagliandoperiodico. Un'informazione più che utileper l'utente tipo del Sixteen, notoriamente poco propenso a pensare alproprio scooter come ad un mezzo bisognoso di cure.
SPAZIO PER TUTTIPer il comfort, invece, conducente epasseggero possono contare su una sella ampia e confortevole, su una pedanapoggiapiedi particolarmente spaziosa e su pedane reclinabili e dotate di spessigommini antivibrazioni. In più, ilSixteen è dotato di serie di portapacchi predisposto per il montaggio di unbauletto e di un vano retroscudo e delclassico sotto sella tra i più capienti della categoria, sebbene nell'uno non ci stia molto di più diun paio di guanti e un cellulare e nell'altro ci si possa riporre unicamente unjet di piccole dimensioni.
CI SIAMO GIA' VISTI?Per quanto riguarda il look, infine, vadato atto agli uomini Suzuki di aver provato a dare un'immagine di Marca al nuovonato, anche se così facendo forse hanno perso di vista la differenziazionecon la concorrenza. Perché, in effetti, ilSixteen esteticamente non è certo unmostro di originalità: la somiglianza con il più venduto concorrente èabbastanza forte e non bastano uno scudo frontale dalle linee più marcate eaggressive o un fanale di coda che riprende le forme di quelli delle serieGSX-R per dare molta forza e appeal alla linea dello scooter. Che, però, grazie all'abbinamento azzeccato fra ilnero di tutta la meccanica e alcuni colori tra quelli disponibili, perlomeno offre un look piacevolmentesportiveggiante.
BEN CURATO Incompenso, la cura nella realizzazionedelSixteen è buona, conaccoppiamenti precisi tra le plastiche e verniciature ben realizzate. Solo ilnumero eccessivo di viti a vista per fissare il rivestimento del retroscudo e della pedana poggiapiedi lascia un po' perplessi, anche perchéci sarebbe voluto proprio poco per risolvere la cosa in sede di progetto,magari prevedendo dei tappi di copertura o un ulteriore rivestimento in gommaper la pedana.
PACCHETTO COMPLETOÈ anche questo un sistema collaudato, ma che dà l'idea di come sul primo ruota alta Suzuki niente è statolasciato al caso per potersi ritagliare un ruolo di primo piano in unsegmento difficile come quello dei veicoli cittadini di tendenza. Sul Sixteen, infatti, non manca nulla di quello che ci siaspetta sul un veicolo di questa categoria ma si trova anche qualche attenzione in più, come il comodoantifurto integrato nel blocchetto d'accensione, specchietti di dimensionigenerose e ben piazzati e un'abitabilità ai vertici della categoria.
CITTADINO DEL MONDOEvidentemente, Barcellona è davvero lacittà più di tendenza del momento. In un mese è la quarta volta che citorno per la presentazione di una nuova moto o un nuovo scooter. Nelleintenzioni degli uffici stampa, presentareuna moto qui significa far assorbire al proprio prodotto la modernità e lostile di questa città, che basa sull'eccellenza nel design il proprioattuale successo. Il Sixteen, però,piuttosto che con le questioni di stile, va sicuramente più d'accordo con il traffico tremendo, tipico delle metropolieuropee.
SI TOCCA SEMPRELa posizione di guida è azzeccata, e così sgattaiolare tra le auto in colonna risulta semplicissimo,presentandosi in pole position al primo semaforo rosso. La sella è morbida eottimamente conformata, tanto da sembrare più bassa degli 80 cm dichiarati. I piedi appoggiano a terra senza problemianche se non si è alti come cestisti, anche grazie alla forma della pedanache lascia spazio alle gambe quando si è fermi.
SPAZIOSOLa pedana stessaè spaziosa, forse una dellepiù spaziose tra i ruota alta della stessa categoria, tanto che è possibileanche spostare i piedi indietro durante la guida per assumere una posizione unpo' più dinamica. Anche il manubrio èben posizionato e sul Sixteen si assume così una posizione di guida moltonaturale e confortevole, oltre che perfetta per il controllo dello scootermentre si guida.
BENE ANCHE FUORILa prova si è svolta prima su un percorsocittadino, e in seguito su una bella strada collinare. Quest'ultimo, forse,non il terreno più adatto ad uno scooter utilitario come il Sixteen, che però ha messo in mostra qualità dinamiche più chepositive, dato che anche impegnato in una guida dinamica non ha mostratoparticolari pecche.
TELAIO COMPATTOIl merito è da dividere tra il telaio,che pare da subito molto compatto e"solido" e le sospensioni che presentanouna taratura di base assolutamente non flaccida. In città, quindi, buche, tombini e dissuasori di velocitàvengono digeriti senza problemi e, proprio passando su uno dei cordolitrasversali tipici delle zone abitate, si apprezza l'assenza di scuotimentieccessivi dello scooter.
QUALITA' PERCEPITAIl comportamento non è quindi molto dissimile dai migliori concorrenti ma,sull'asfalto più rovinato, sul Sixteen èpiù che altro la solidità dell'insieme che convince, perché lo fa apparire come un prodotto maturo e di qualità. E lostesso si riscontra quando si prova a tenere un passo un po' più allegrotto in una bella strada secondaria, perché il Sixteen non si trasforma certo in unoscooter sportivo, ma permette di togliersi qualche soddisfazione in tuttasicurezza.
PIU' SPINTA NEL 150In questi frangenti il motore di 150cc èsicuramente avvantaggiato, perché può permettersi riprese più rapide e unamaggiore vivacità anche quando la velocità sale. Il piccolo 125 non è molto più lento, ma deve necessariamente girare di più per spingere come si deve.Oltretutto, entrambi i motori possonocontare su trasmissioni davvero a punto. Che però privilegiano lo spuntorispetto alla velocità massima. Ottimo quando si è in città, un po' meno se ichilometri da percorrere cominciano ad essere di più.
CONVINCE IN FRENATALe qualità dei due motori, privientrambi di vibrazioni e piuttosto silenziosi di scarico, vengono quindi esaltatedalla guida cittadina, dove non è così raro riuscire a star dietro a mezzipiù grossi partendo da fermo. Quando ci si deve fermare, poi, il Sixteen mettein mostra un'altra delle sue qualità. Lafrenata combinata è molto bilanciata e potente, a patto di tirare con una certaforza la leva di sinistra. Quella di destra in città si usa davveropoco, ma anche ricordandosene volutamente il comportamento rimane più cheaffidabile, con il ripartitore che porta al bloccaggio prima il posteriore.