Sono la perfetta via di mezzo tra le frullanti 600 e le strapotenti mille, in pista fanno divertire come poche altre impegnando il giusto. Il carisma della Ducati 848 contro la potenza della Suzuki GSX-R 750.
UNA VITA DA MEDIANO Stare nel mezzo a volte è molto redditizio. Lo hanno capito in parecchi ultimamente, tutti quelli che sono usciti dalla "gabbia" delle cilindrate canoniche per sbizzarrirsi con numeri differenti dai soliti, per capirlo basta vedere anche gli ultimi arrivi tra le naked, dove le cilindrate "di mezzo" sono alla fine quelle che vendono di più.
SPORTIVE DI MEZZO Parlando di sportive, invece, il discorso si fa più complicato, non correre in nessun campionato (monomarca esclusi) non aiuta a farsi conoscere e i cavalli hanno sempre un appeal incredibile sugli appassionati, cui però sfugge che se non si è piloti, con meno peso e la potenza giusta si possa girare ugualmente forte, divertendosi e stancandosi di meno.
IN MEDIO STAT… Nell'immaginario collettivo, quindi, queste moto finiscono spesso per essere considerate dai più come dei "vorrei ma non posso" e mai cosa può essere più sbagliata. È mia ferma convinzione che queste moto potrebbero anche rappresentare il futuro delle sportive. Perché alla fine uniscono al meglio le qualità delle sempre più tirate e meno godibili 600 (agilità e leggerezza) e quelle delle sempre più elettroniche e pesanti mille (motori con coppia e cavalli a sufficienza).
SETTEMMEZZO DA SEMPRE Una cosa che Suzuki ha capito da sempre, lei la cilindrata 750 da 25 anni a questa parte non l'ha mai mollata ed è stata premiata (nel 2009 con 751 pezzi la settemmezzo ha venduto poco meno della 1.000 e più della 600), la Suzuki GSX-R 750 ormai ha un nutrito numero di estimatori, gente che spende volentieri gli 11.400 ? (ma cercando bene si trova a molto meno) necessari per acquistarla.
LA PICCOLA CHE PIACELa (bella) sorpresa è invece il successo della Ducati 848 che finalmente ha fatto capire al popolo ducatista che una superbike "piccola" ha il suo perché, non solo dal punto di vista del prezzo ma anche dal punto di vista del gusto di guida. Sia nel 2008 (quando era appena arrivata) sia nel 2009 (640 pezzi) la 848 in listino a 13500 ? per la versione Dark) havenduto più della sorella maggiore 1098/1198. Un confronto tra queste due rappresentanti della classe media (la Triumph 675 la consideriamo una supersport perché è li che corre…) è quindi quantomai interessante.
PUROSANGUEDa un lato la sportività assoluta della Ducati che, pur se addolcita rispetto all'ammiraglia di famiglia, resta pur sempre una purosangue italiana. Il suo "piccolo" Testastretta offre 132 cv "veri" e quasi 10 kg di coppia sempre disponibile. Il resto, peso a parte che si ferma a 168 kg, è tutto quasi identico alla sorella maggiore, con cui la 848 condivide non solo le sovrastrutture ma anche le misure vitali (1.430 mm di interasse, 24°5' di inclinazione di sterzo). Tranne i freni che, fortunatamente, sono meno aggressivi perché sfruttano un impianto più "normale" (dischi da 320 e pinze radiali non monoblocco).
NON SOLO PISTADall'altra la Gixxer, tutta giri e cavalli, moto che da sempre appartiene a una famiglia di sportive capaci di soddisfare al massimo anche nell'utilizzo stradale. Dal 2008 è sempre la stessa (come la Ducati del resto) con il suo motore da 142 cv, la sua impostazione in sella non così radicale che però fa il paio con un peso da Supersport 600.
LE MILLE NEL MIRINO Due filosofie differenti che alla fine però hanno lo stesso obbiettivo, dare gusto di guida, poco impegno, e perché no, se ben guidate magari togliersi la soddisfazione di bastonare qualche maxi sui circuiti (e sono sempre di più) dove non è solo la potenza a comandare. Logico che il confronto sia scontato, logico che per confrontarle le abbiamo portate in pista (a Franciacorta, tracciato perfetto per moto del genere) e su strada. Come è andata? Diciamo che è stata lotta dura e la sfida non finisce con un ko, piuttosto c'è una vittoria di misura della Suzuki.
LA 600 CON QUALCOSA IN PIÙ La settemmezzo di Hamamatsu resta sempre un bel riferimento per chi si volesse cimentare nella categoria, anche se negli anni la ricerca dei cavalli l'ha privata di parte di quel tiro che la rendeva davvero unica. A parte semimanubri immotivatamente chiusi e pedane troppo avanzate (che però si fanno perdonare su strada) la Gixxer resta sempre una bella moto, potente, facile e con una bella ciclistica; una 600 anabolizzata che delle 600 prende l'agilità ma ha un motore di ben altra sostanza. Inutile dire che l'impegno fisico richiesto per guidarla è molto limitato, l'erogazione non spaventa e il risultato è che con lei ci si diverte parecchio. Il baricentro basso e la particolare distribuzione dei pesi la rendono molto reattiva nei cambi di direzione che la Suzuki esegue rapidissima e senza imporre troppo lavoro fisico.
MORBIDA È di sicuro questo uno dei punti di forza della GSX-R che però, quando si spinge sul serio, sconta un assetto standard troppo morbido che non finisce per assecondare una guida davvero veloce. In frenata la forcella affonda troppo, cosa che consiglia di non indugiare troppo con i freni in mano (ottimi e coadiuvati da un'eccellente frizione antisaltellamento) pena una renitenza all'ingresso in curva che può infastidire. In accelerazione è poi il mono a sedersi un po' anche se in questo caso la situazione resta tutto sommato controllabile.
VA "TIRATA"Insomma per avere il meglio dalla Gixxer occorre mettere mano al cacciavite e dare maggior controllo idraulico (e anche precarico) alle sue sospensioni. Alla fine comunque, i tempi danno ragione alla Suzuki, ma solo per un motivo. Quando i tempi iniziano a scendere e ci si avvicina al limite, la 848 non ha più le marce giuste per poter dare il meglio a Franciacorta.
ALLUNGA MA NON BASTA Il Desmoquattro ha un bel range di erogazione, spinge forte ai medi e non si fa aspettare quando lo chiami con il gas, ma l'allungo non basta. Troppi limitatori in seconda, troppo lunga la terza, ci si trova a dover cambiare dove non si vorrebbe e dove la Suzuki fa invece valere il suo maggiore allungo. È questo che alla fine le fa perdere tempo.
ASSETTO PERFETTO Peccato perché, al contrario della Suzuki, la 848 sfoggia invece un assetto perfetto per la pista. Anche in questa versione la Ducati si conferma come una moto pronta per "girare" appena si esce dal concessionario; si accuccia controllata in staccata, si inserisce velocissima e ha limiti di piega esagerati. Paga però dazio alla Suzuki nei cambi di direzione dove richiede maggior forza per essere sbattuta da una parte all'altra. In compenso l'assetto resta perfetto anche in accelerazione dove la Ducati può far valere il proverbiale tiro del suo bicilindrico.
QUESTIONE DI COMFORT La posizione di guida è da racer vera e solo la frenata mi pare non all'altezza della Suzuki per potenza e modulabilità, in più non ha l'antisaltellamento e questo è uno svantaggio, anche se le Ducati in verità non patiscono troppo l'assenza di questo elemento. Tempi a parte (che in un'altra pista potrebbero anche essere differenti), in pista la Ducati ha tutte le carte in regola per avere la meglio, peccato però che le moto si usino anche su strada e qui la Gixxer prende il largo per comfort, fruibilità e isolamento dal calore. Ma so già che, di tutto questo, a chi compra una 848 non frega proprio niente.