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Prova su strada

Scrambler Ducati


Avatar di Mario Cornicchia, il 11/01/15

9 anni fa - Scrambler Ducati è stile e semplicità, una moto quotidiana. Guarda il video

Scrambler Ducati è stile e semplicità, l'essenza moderna di una moto quotidiana. In più è facile, piacevole e non costa una fortuna

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COM’E’ Meglio sgombrare in fretta il campo. In Ducati lo puntualizzano subito: non è una operazione nostalgia, non è una moto rétro, la Scrambler Ducati è la Scrambler di oggi pensata come se quella di ieri non avesse mai interrotto la produzione. Il suo stile lo definiscono post-heritage, una evoluzione della tradizione. A me viene da pensare che la Scrambler Ducati sia la moto giusta al momento giusto: è sì la evoluzione della Scrambler di ieri ma è anche la evoluzione della Monster, nel senso che è l’evoluzione attuale di una moto nuda, una special di serie nel momento delle special.

POST HERITAGE Lo stile della Scrambler Ducati è moderno, nulla di rétro e di appiccicosamente legato al passato. È moderna, ha un bel faro con il trasparente in vetro e quattro originali settori LED per le luci di posizione, luce LED posteriore, il telaio traliccio come tutte le Ducati moderne e una tecnologica e sempre più indispensabile presa USB sotto la sella (insieme a un piccolo vano). Dalla Scrambler di ieri prende le guancette sul serbatoio, il manubrio alto a V e qualche dettaglio, come la chiave che ricorda il devioluci della vecchia Scrambler montato sul faro e il tappo del serbatoio che anch’esso riprende il disegno della Scrambler di ieri e riporta la scritta Born Free 1962.

GUANCE STACCABILI Ma la nostalgia si ferma qui e anche le guancette sono in alluminio spazzolato, non sono più cromate sul serbatoio e sono staccabili e facilmente sostituibili (sono montate a pressione) con altre precotte, in carbonio, tartan, lucide, camo, oppure è altrettanto facile cucinarle come si preferisce, verniciandole, trattandole o applicando pellicole a piacere. Scrambler Ducati è una bella base su cui lavorare per personalizzarla facilmente, con parti Ducati o con un poco di inventiva personale.

UNA E QUADRINA Per i più pigri Ducati mette a disposizione quattro anime differenti precotte della Scrambler. Icon, gialla o rossa con la sella nera e i cerchi in lega a dieci razze, Classic, arancione con la fascia nera sul serbatoio, sella marrone trapuntata, parafanghi in alluminio con il posteriore a coprire la ruota e cerchi a raggi, Urban Enduro, verde militare con guancette camo, sella marrone, parafango anteriore alto, manubrio con traversina, paramotore e cerchi a raggi, Full Throttle, con sella sportiva, scarico Termignoni, manubrio basso e cerchi in lega a dieci razze.

DESMODUE Sotto il serbatoio c’è il Desmodue da 803cc, è il motore del Monster 796 rivisitato per migliorare la fluidità di marcia e trovare posto comodamente sotto al serbatoio compatto, con un singolo corpo farfallato da 50mm comandato dal gas a filo e con due iniettori sotto alla farfalla. Pistoni e albero motore sono i medesimi di Monster e Hypermotard 796 ma gli alberi a camme sono studiati ad hoc per rendere l’erogazione fluida. Ecco i numeri: 75 cavalli a 8.250 giri e 68Nm a 5.750 giri. Il cambio è a sei marce con frizione APTC multidisco in bagno di olio, comando a cavo e sistema antisaltellamento.

TRALICCIO Nella logica post-heritage il telaio non poteva che essere a traliccio in acciaio a doppia trave superiore su cui poggia il serbatoio da 13,5 litri. Le sospensioni sono Kayaba con la forcella a steli rovesciati da 41 mm e una corsa, anteriore e posteriore, di 15 centimetri per garantire a Scrambler Ducati la sua vocazione multiuso. Vocazione sottolineata dagli pneumatici tassellati MT60 RS mesi a punto insieme a Pirelli in taglia 110/80 ZR 18 all’anteriore e 180/55 ZR17 al posteriore, montati su cerchi in alluminio a dieci razze (3.00”x 17 e 5,50”x18) o su cerchi a raggi sempre con canale in alluminio a seconda delle versioni. Grandi ruote tassellate che fanno parte integrante dello stile della Scrambler.

MEZZA PANIGALE I freni sono Brembo abbinati all’ABS Bosch 9.1 MP con sensore di pressione interno. Sulla ruota anteriore c’è un solo disco, generoso nelle dimensioni (330x5mm) e strizzato da una pinza radiale a quattro pistoncini (praticamente un mezzo impianto della Panigale), per coerenza con l’impostazione leggera e minimalista. Al posteriore una pinza monopistoncino lavora un disco da 245mm.

PREZZO MODERNO Anche il prezzo della Scrambler Ducati è moderno. Parte da 8.240 euro per la Icon rossa, 100 euro in più per la Icon gialla e 9.640 euro per le altre tre versioni. Esistono moto nude forse più equipaggiate vendute a prezzi inferiori ma stile, blasone del marchio e attenzione al dettaglio trovano il giusto prezzo nella Scrambler. Quale sceglierei tra le quattro? A me piace la Classic, per il suo arancione perfetto e perfettamente abbinato alla sella marrone (la vorrei non trapuntata), per la semplicità del suo parafango anteriore in alluminio e per l’eleganza del suo parafango posteriore che offre anche una protezione migliore in caso di pioggia (il mini parafango della Icon protegge poco in caso di pioggia). Sposterei il portatarga sopra il parafango, magari con uno di quei bei supporti in gomma delle moto da cross degli Anni 70. 

Cosa ho indossato

Casco DAVIDA JET - Casco cool ma che non sacrifica lo stile alla comodità e alla protezione. E' leggero, le finiture sono ottime e veste bene anche se prendete la taglia non perfetta. Nel mio caso la L tendeva a sollevarsi un poco in velocità, la M sarebbe stata perfetta.

Occhiali BARUFFALDI SFERICUM PAD – Con la montatura cromata, un riferimento così perfetto agli anni 70 non lo potevo trovare. Oltre allo stile inconfondibile hanno dalla loro anche l'efficienza e mi hanno protetto bene gli occhi pure sotto la pioggia anche senza utilizzare l'elastico sottocasco in dotazione. Il ponticello regolabile li rende adatti a tutti i nasi e le lenti tendono ad appannarsi da fermi ma si puliscono dopo pochi metri. Con lenti fotocromatiche sono occhiali universali.

Giacca REV’IT! REDHOOK - Lo avrei preferito un poco più scuro ma ogni giorno il colore diventa sempre più vissuto e più caldo. Un paio di giorni addosso e mi calza come un guanto, ha un grande stile con le cuciture sulle spalle e quelle sottolineano il disegno delle tasche. La pelle è ottima e, pur essendo un giubbotto leggero e con parti traforate sotto alle ascelle, ha retto bene anche la prova del freddo inatteso e quella della pioggia (moderata). Per distribuire meglio gli ingombri sposterei la grande tasca interna a destra, ora è a sinistra sotto la "tasca del motociclista" zippata e sotto a quella in alto esterna. Le cuciture dei polsi sono un poco durette se, come ho fatto io, ho levato le imbottiture e l'ho utilizzato come giubbotto urbano (e fa la sua figura. Ottimo il paraschiena integrato (optional), è morbido e multistrato e, indossato, non si sente, è come non averlo.

Guanti REV’IT! FLY - Disegno sobrio, buona ergonomia e una pelle grassa e morbida molto piacevole al tatto. Hanno retto bene anche la prova della pioggia bagnandosi ma non inzuppandosi e si candidano a guanti leggeri tutto fare, par la città e per gite fuori porta.

Jeans REV’IT! CAMPO - Gran bel taglio, calzano bene e anche meglio di alcuni jeans non tecnici, perfetti in sella ma anche quando si scende dalla moto. Pur non essendo impermeabili, alla prova dell'acqua hanno resistito benissimo.

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Scarpe TCX X-BLEND WP WATERPROOF - Comodi anche nell'uso cittadino, non sono mai né caldi né freddi e hanno resistito perfettamente al battesimo della pioggia. La suola ha un grip a ventosa anche su fondi scivolosi e il trattamento della pelle assume giorno dopo giorno un piacevole aspetto vissuto.

COME VA La Scrambler Ducati è indubbiamente un oggetto che conquista l’occhio per i suoi dettagli e, come per la prima Scrambler, per i suoi colori divertenti e solari. Ha dimensioni intelligenti, ben calibrate che non spaventano chi si fa calamitare dallo stile ma non è un motociclista Pro, che non la fanno sembrare una motina per bambini calzando bene anche ai più alti, che la rendono una moto ideale per l’uso cittadino a cui sarà destinata per la maggior parte della sua vita ma anche facile e agile quando uscirà dalla città.

CONTROLLO COMODO Ha una posizione di guida piacevole per comodità e sensazione di controllo. La sella è vicina all’asfalto (79 centimetri di serie, ma è disponibile più bassa e più alta) ed è stretta il giusto per mettere giù bene i piedi a terra e per stare comodi. Si allarga poi verso la coda per fare spazio a glutei ospiti anche di dimensioni importanti e, nella parte posteriore, nasconde bene anche due comode maniglie per far sentire a proprio agio chi siede dietro. Il manubrio è alto ma non troppo, è giusto per stare rilassati e avere un buon controllo facile.

DISASSATA PER TRADIZIONE La strumentazione è compatta, disassata verso destra come sulla Scrambler originale ma mi lascia perplesso la disposizione delle informazioni, con il contagiri in basso che gira da destra verso sinistra. Non sarebbe stato meglio metterlo in alto, farlo girare naturalmente da sinistra verso destra e mettere in basso le indicazioni del contachilometri e del computer di bordo? È vero, riprende la posizione del tachimetro della Scrambler Anni 70, ma avrei preferito una disposizione più funzionale. Anche perché la visibilità dello strumento non è eccezionale di giorno.

GRANDIRUOTE Nei primi chilometri la ruota mi sembra anche più grande della sua taglia 110. Mi pare strana, non spiacevole, ma strana. Bastano poche curve, però perché la prima sensazione svanisca e lasci il posto a una piacevole sensazione di controllo e di solidità, con la ruota anteriore precisa e granitica e come se si sentissero le gomme grandi e capaci di far fronte a ostacoli improvvisi. Anche sul bagnato le gomme Pirelli fanno il loro dovere, non mi fanno mai pensare di essere vicino al limite di aderenza e il telaio fa il resto per farmi sentire sempre al sicuro, sempre padrone di quanto sto facendo. Il discone freno anteriore non si fa aggredire dalla pinza radiale al tocco leggero della leva ma mostra la sua potenza con la forza progressiva sulla leva.

FACILE SUBITO La Scrambler Ducati  è una moto facile da subito. È facile da buttare in curva, è facile da correggere in curva, è facile anche se ci si vuole affrontare una strada sterrata. Il telaio ben disegnato, il peso ridotto (176 kg a secco) e ben bilanciato e le gomme multiuso tassellate la rendono agile sempre. A chiudere il cerchio c’è il Desmodue, tarato al meglio per ottenere la massima fluidità di erogazione. Impossibile da spegnere in partenza, ha una buona coppia ai bassi che le consente di tenere le marce alte appena sopra i duemila giri, con un buon tiro appena si lavora con il gas che si affievolisce salendo di giri. Non è un 800 che spaventa, non sa cosa sia la brutalità e non impressiona per potenza anche se si spalanca il gas, ma è un 800 che si fa apprezzare nell’uso quotidiano, nel suo rendere facile qualsiasi manovra, dalla partenza alla pigrizia nel non scalare un marcia. Il cambio non è il migliore alleato che potesse trovare, un poco appiccicoso nelle cambiate e duretto sul piede, ma va detto che la Scrambler che ho guidato per la primissima prova in anteprima aveva al suo attivo davvero pochi chilometri.

AMICA QUOTIDIANA La Scrambler Ducati non è una moto dalle emozioni forti come le sue sorelle di Borgo Panigale ma è una moto a cui ci si affeziona di chilometro in chilometro, di giorno in giorno per il suo essere divertente nell’aspetto e diversa da tanti mostri arrabbiati e per il suo esser facile e agile in ogni situazione. Non è la Ducati da sparata, da saponette in pista, è la Ducati dello stile, della semplicità, del moderno essere di una moto quotidiana.

Cosa ho indossato

Casco DAVIDA JET - Casco cool ma che non sacrifica lo stile alla comodità e alla protezione. E' leggero, le finiture sono ottime e veste bene anche se prendete la taglia non perfetta. Nel mio caso la L tendeva a sollevarsi un poco in velocità, la M sarebbe stata perfetta.

Occhiali BARUFFALDI SFERICUM PAD – Con la montatura cromata, un riferimento così perfetto agli anni 70 non lo potevo trovare. Oltre allo stile inconfondibile hanno dalla loro anche l'efficienza e mi hanno protetto bene gli occhi pure sotto la pioggia anche senza utilizzare l'elastico sottocasco in dotazione. Il ponticello regolabile li rende adatti a tutti i nasi e le lenti tendono ad appannarsi da fermi ma si puliscono dopo pochi metri. Con lenti fotocromatiche sono occhiali universali.

Giacca REV’IT! REDHOOK - Lo avrei preferito un poco più scuro ma ogni giorno il colore diventa sempre più vissuto e più caldo. Un paio di giorni addosso e mi calza come un guanto, ha un grande stile con le cuciture sulle spalle e quelle sottolineano il disegno delle tasche. La pelle è ottima e, pur essendo un giubbotto leggero e con parti traforate sotto alle ascelle, ha retto bene anche la prova del freddo inatteso e quella della pioggia (moderata). Per distribuire meglio gli ingombri sposterei la grande tasca interna a destra, ora è a sinistra sotto la "tasca del motociclista" zippata e sotto a quella in alto esterna. Le cuciture dei polsi sono un poco durette se, come ho fatto io, ho levato le imbottiture e l'ho utilizzato come giubbotto urbano (e fa la sua figura. Ottimo il paraschiena integrato (optional), è morbido e multistrato e, indossato, non si sente, è come non averlo.

Guanti REV’IT! FLY - Disegno sobrio, buona ergonomia e una pelle grassa e morbida molto piacevole al tatto. Hanno retto bene anche la prova della pioggia bagnandosi ma non inzuppandosi e si candidano a guanti leggeri tutto fare, par la città e per gite fuori porta.

Jeans REV’IT! CAMPO - Gran bel taglio, calzano bene e anche meglio di alcuni jeans non tecnici, perfetti in sella ma anche quando si scende dalla moto. Pur non essendo impermeabili, alla prova dell'acqua hanno resistito benissimo.

Scarpe TCX X-BLEND WP WATERPROOF - Comodi anche nell'uso cittadino, non sono mai né caldi né freddi e hanno resistito perfettamente al battesimo della pioggia. La suola ha un grip a ventosa anche su fondi scivolosi e il trattamento della pelle assume giorno dopo giorno un piacevole aspetto vissuto.


Pubblicato da M.A. Corniche, 11/01/2015
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